[Disarmo] l'alternativa alla cultura occidentale



L'alternativa alla cultura "occidentale", caro Ciccio, secondo me non è rappresentata dall'attentato dall'11 settembre, ma dall'esperienza della rivoluzione gandhiana in India che afferma con la forza dei fatti: esiste una forza più potente della forza armata che è la forza della unità popolare quando cerca verità e giustizia.
E' una esperienza di valore universale che, collegandosi a "verità antiche come le montagne", proietta l'intera umanità verso una società pacifica fondata su una cultura di pace: la cultura sull'omogeneità tra mezzi di pace e fini di pace.
E lo stesso Gandhi ha riconosciuto il meglio del lascito dell'"Occidente": il concetto di Stato di diritto, che, come tu scrivi, caro Ciccio, deve estendersi al concetto ed alla realtà di una comunità internazionale fondata sulla forza del diritto e non sul diritto della forza armata.
"Chi non ha armi potenti ma li subisce attacca con azioni terroristiche e chiama ciò agire civile. Il terrorismo è l'arma di chi è debole militarmente".
Quanto sopra non è vero, sul piano storico e fattuale, nemmeno per chi, al posto della nonviolenza, ha scelto la strategia guerrigliera, della guerra di popolo di lunga durata.
Possiamo citare, tra i tanti, l'esempio del generale Giap, a capo dei vietcong, l'unico che le abbia "suonate" militarmente sul campo agli USA con sconfitte brucianti che hanno provocato la crisi del sistema "occidentale" degli anni 1970.
La guerra che combatteva Giap, Davide contro Golia, era contro l'imperialismo americano, non contro il popolo americano. Faceva la guerra per fare poi la pace, pensando alla pace successiva. (I vietcong non avrebbero mai sparato in mezzo agli occhi ad un bambino solo perché nato negli USA) ...
Non scambiamo quindi la feccia fascista (o integralista islamica) come combattenti per la libertà e/o per la liberazione. Nè la loro risposta va considerata come l'unica possibile da parte di "disperati" che non hanno alternative: ciò è del tutto falso, da ogni punto di vista.
Il capitalismo non verrà abbattuto da un imbecille che colpisce non si sa bene chi al tallone. Ma dall'unità organizzata del 90% che isola e sconfigge l'1% degli straricchi e nautralizza il 9% dei loro maggiordomi, a Nord, a Sud, a Est e a Ovest. Siamo, a livello mondiale, come il Terzo Stato alla vigilia della rivoluzione francese del 1789: dobbiamo capire che dobbiamo scrollarci di dosso un ceto ristrettissimo di parassiti e di sanguisughe (pari a 10.000 persone, secondo i calcoli di Luciano Gallino). Per fare ciò il problema è non farsi "intortare" dai maggiordomi del potere, che lo servono a livello economico, politico e soprattutto culturale (anche quando si ammantano di fraseologia marxista, come fanno i "comunisti" cinesi).
Il modo migliore per non raggiungere l'obiettivo è continuare a mettere in primo piano divisioni identitarie (Occidente? Oriente?) che nel mondo post-2000 hanno (dovrebbero avere) scarsa importanza...