[Disarmo] Meno vincoli alla vendita di armi: passa mozione in consiglio regionale



Mozione per sburocratizzare vendita armi passa in Lombardia
Vota a favore anche il consigliere del Pd Corrado Tomasi, bresciano. Per il centrodestra è un passo importante per salvare posti di lavoro

Mozione per sburocratizzare vendita armi passa in Lombardia
La mozione sulla sburocratizzazione dell'export di armi è stata approvata dal consiglio regionale. Hanno votato a favore i consiglieri di tutto il centrodestra ma anche il consigliere del Pd Corrado Tomasi, eletto in provincia di Brescia dove hanno sede molte fabbriche di armi.

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Legambiente_Non è nelle armi il futuro industriale della Lombardia


Milano, 7 gennaio 2013         Comunicato stampa

 

 

Non è nelle armi il futuro industriale della Lombardia

Le lobby delle armi libere di inquinare e di esportare

 

Invece di puntare alla conversione del distretto bresciano la Lombardia tenta di forzare le regole europee


“Quella delle armi è probabilmente la lobby più potente a Palazzo Pirelli. Un settore industriale di cui pochi lombardi vanno fieri, ma che riesce sempre a ottenere favori e inchini da una classe politica che da tempo ha rinunciato a dotare la Lombardia di un orizzonte di strategie industriali, mettendosi sempre sull'attenti solo quando a bussare sono gli armieri della Valtrompia”. Così Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, alla notizia del voto favorevole alla mozione che chiede di alleggerire i controlli e i vincoli sull'export di armi, disposti in attuazione di un regolamento europeo che impone trasparenza e controlli al commercio di armi, in particolare verso Paesi in cui siano in corso scontri militari o crisi umanitarie.


“Siamo consapevoli dell'importanza di quel distretto industriale per il tessuto economico e sociale di un'intera valle prealpina, ma sappiamo che le sue prestazioni economiche sono anche legate alle troppe condizioni di favore che la politica lombarda ha da sempre assicurato agli armaioli: si pensi al grave inquinamento delle acque provenienti dai trattamenti di cromatura che fino ad oggi hanno trovato libero recapito nel suolo e nelle acque del fiume Mella, con conseguenze gravi per l'intera popolazione. Le capacità manifatturiere e imprenditoriali valtrumpline devono essere messe a disposizione di un processo di conversione e diversificazione produttiva che offra un futuro industriale al di fuori degli scacchieri di guerra, da sempre generosamente riforniti dagli armieri bresciani, puntando ad esempio sui settori emergenti della green economy. Non è con dumping e strappi alle regole – conclude Di Simine - che si mantiene in vita un settore industriale del cui primato faremmo volentieri a meno”.

 

L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 393 9283998