[SPF:fail] 15 maggio Sit-in mensile N°21. "Le nuove servitù" art La Nuova Sardegna



In fondo “Aerei-robot, radar e satelliti: le nuove servitù” P. Mannironi La Nuova S. 11-5-2013
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15 maggio ore 10, SIT-IN mensile, Cagliari Piazza
Carmine fronte sede Rappresentanza del Governo

 

 

VERITA’ e GIUSTIZIA per gli uccisi da veleni di guerra e di poligono

  FERMARE la STRAGE di STATO

 

Perde un’altra foglia di fico il progetto del Governo di incrementare la schiavitù militare della Sardegna e il genocidio lento del suo popolo.
Gli ascari sardi sono nudi ma non demordono

 

 Teulada pattumiera e dependance di Quirra. Le attività militari del poligono della morte Salto di Quirra (Pisq), compromesse e ostacolate dall’intervento di Procura e Gip di Lanusei, sono state trasferite a Teulada. La notizia data nell’aula del tribunale dal plurindagato generale comandante del Pisq ha consentito al gup Nicola Clivio di motivare, in parte, il rigetto della richiesta del PM di immediato sequestro probatorio dell’area demaniale del Poligono Salto di Quirra con blocco di ogni attività militare nelle aree ad alta intensità militare”. Le “rassicurazioni” del generale sul trasloco - alla chetichella, “democraticamente” all’insaputa delle popolazioni del Sulcis - trovano una mezza conferma e una mezza smentita nella Programmazione ufficiale 2013 che continua a prevedere nel Pisq i soliti giochi di morte (Sardegna quotidiano 13/5/2013).

L’ulteriore giro di vite al servaggio di Teulada è la costruzione di piste e rampe per droni, i robot assassini volanti. Teulada è l’imprescindibile  succursale integrata alla nuova rete di dominio dei cieli che ha avrà a Quirra il suo hard core, come programmato nel piano messo a punto dall’ex ministro ammiraglio Di Paola, approvato dai servili sardi in Parlamento, contrabbandato come proprio da varie furbette Autorità dell’area Pisq.

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Il nuovo modello di Difesa. La fretta scomposta e la sicumera sul buon esito dell’operazione ha prodotto una sorta di autogol, vertici militari e ministri hanno sbugiardato platealmente, con i fatti, il coro bipartisan dei loro obbedienti ascari sardi sguinzagliati, fin dall’inizio dell’imprevisto intervento della Procura di Lanusei, per spacciare alla Sardegna la droga ”immediata chiusura dei poligoni di Teulada e Capo Frasca (entro giugno 2011 prometteva un senatore!), riqualificazione del Pisq ”. L’inganno“messa in sicurezza” delle aree la cui contaminazione è ormai acclarata è stato smascherato dalla Procura di Cagliari, ma c’è ben di più. La legge di ferragosto dell’anno scorso (134/ 7- 8- 2012) - approvata da tutti i parlamentari sardi presenti in aula, tutti cantori del ritornello “radicale bonifica subito”-  ha  conferito al Governo il potere di sanare con decreto la contaminazione militare. L’articolo 35, titolato con truffaldina furbizia“Disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi”, al comma 2 stabilisce: “Con lo stesso decreto interministeriale sono determinati i criteri di individuazione delle concentrazioni soglia di contaminazione (…) applicabili ai siti appartenenti al Demanio Militare e alle aree ad uso esclusivo alle Forze Armate”. E’ scontato che la modifica dei criteri di individuazione delle concentrazioni soglia di contaminazione, come da prassi italiota criminale e impunita, eliminerà per decreto, legalizzandolo, l’inquinamento di Teulada, Capo Frasca, La Maddalena e, soprattutto, contribuirà ad affossare il processo sul poligono della morte Salto di Quirra.

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RICORDIAMO al Governo, alla lobby militare-industriale e al loro codazzo di ascari sardi arrogantemente sicuri di riuscire a raggirare la Magistratura e prevalere sulla volontà del popolo sardo, 

*il NO deciso di Teulada e della Regione al progetto droni

*l’antagonismo vincente della popolazione di Teulada e delle sue istituzioni al mega parco fotovoltaico militare mirato ad impinguare i già lauti guadagni del ministero della Difesa derivanti dall’usurpazione della terra e del mare, usati come campo di guerra perenne, merce da affittare alle truppe di mezzo mondo e ai fabbricanti di armi.

*la lotta vincente dell’intero popolo sardo e lo stop imposto dalla Magistratura alla costruzione della nuova rete d’impianti radar, perno  dell’operazione droni e nuovo modello di Difesa. 

PRETENDIAMO dal Governo una risposta su almeno una delle voci dei costi preventivati per la“riforma” dell’ex ministro alla Difesa Di Paola: quante vite dei suoi figli la Sardegna deve ancora sacrificare sull’altare del business della guerra? Quanti bambini deformi dobbiamo ancora contare?
Non cessiamo di esigere che il Governo assuma le sue responsabilità, l’obbligo di porre fine e riparo al disastro ambientale e alla strage di Stato provocata dalle devastanti attività militari, adotti con urgenza le misure sintetizzate nello slogan portante del sit in mensile e degli incontri con il rappresentante del Governo, l’acronimo
SERRAI (CHIUDERE)

     S     Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le patologie di guerra;

     E     Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Quirra, Teulada, Decimomanno-CapoFrasca 

    R     Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;

     R     Risarcimento alle famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti, Risarcimento al popolo sardo del danno inferto all’isola.

    A     Annichilimento, ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua;

    I       Impiego delle risorse a fini di Pace   

Comitato sardo Gettiamo le Basi, tel 3467059885; Famiglie militari uccisi da tumore, tel 3341421838

                                                                         Comitato Amparu (Teulada) 3497851259; Comitato Su Sentidu (Decimo) 3334839824

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LA NUOVA SARDEGNA 11 MAGGIO 2013

Aerei-robot, radar e satelliti: le nuove servitù
Sardegna al centro della rivoluzione tecnologica del sistema bellico. Il superdrone invisibile

 Piero Mannironi

Tutto è apparentemente immobile. Nulla è infatti cambiato nella geografia militare nell'isola, cristallizzata nel disegno di confini tracciati oltre mezzo secolo fa su una visione strategica che si è ormai sfarinata nel tempo. Ma niente è come sembra. Dietro l'incomprensibile rigidità della tecnocrazia militare che non vuole rinunciare neppure a un pezzo di quegli enormi spazi conquistati nella metà del secolo scorso, si sta infatti verificando un cambiamento profondo, addirittura genetico, nella presenza delle stellette nell'isola. Un cambiamento silenzioso, sotterraneo e complesso, che elude le cicliche diatribe politiche, ignora le rivendicazioni di una revisione delle servitù e segue i tempi di una programmazione segreta. Dunque, non più bombe, missili al Torio o all’Uranio impoverito, sbarchi e guerre simulate. O meglio, non solo. Da qualche anno l'orologio militare segna i tempi della guerra del futuro: ipertecnologica, cibernetica, computerizzata. Un'evoluzione che sta cambiando l'identità stessa dei presìdi e dei poligoni sardi perché sta diventando sempre più stretto il rapporto tra esigenze strategiche e affari, tra geopolitica e industria bellica. La pista della discordia. La cosiddetta “striscia tattica funzionale”, al centro delle polemiche di questi giorni tra autorità militari, Comipa e Comune di Teulada, non è infatti una semplice pista di atterraggio per i droni, gli aerei senza pilota. Come il Predator dell’americana General Atomics o lo Sky-X, l'aereo-spia con motore diesel progettato e costruito dall'Alenia. Oppure il Nibbio della Galileo Avionica. O ancora, i tre micro-aerei Selex (sempre del Gruppo Finmeccanica) chiamati Otus, Asio e Strix. La “striscia tattica funzionale” è soprattutto necessaria per il programma Neuron, che ha il suo cuore nel poligono interforze del Salto di Quirra. Si tratta di un'intesa tra paesi europei per la progettazione di un velivolo da combattimento non pilotato (Ucav, Unmanned Combat Air Vehicle). Un gioiello tecnologico con accentuate caratteristiche “stealth”. Cioè capace di essere invisibile ai radar. Il consorzio Neuron è formato dalla francese Dassault Aviation, dalla svedese Saab, dalla spagnola Eads Casa, dalla svizzera Ruaag Aerospace, dalla greca Hai e da Alenia, controllata di Finmeccanica. Il programma prevede una spesa di 400 milioni di euro. La metà è a carico dei francesi della Dassault Aviation, mentre Alenia parteciperà con 90 milioni di euro. Tra le caratteristiche tecniche di questo aereo del futuro, la capacità di sparare due bombe a guida laser da 250 chilogrammi, una lunghissima capacità di volo e la possibilità di spingersi a velocità prossime a quella del suono (Mach 0,7-0,8). Il volo inaugurale di questo sofisticatissimo velivolo pilotato da una stazione remota, è avvenuto il primo dicembre dello scorso anno in Francia nella base militare di Istres. Il prototipo Neuron si sposterà ora a Bruz, vicino a Rennes (Bretagna), nel “Centre d’essais d’electronique della Diréction Générale de l’Armament française”, per essere sottoposto a un primo ciclo di verifiche della sua “furtività”. Poi sarà la volta di una serie di test in volo con i radar della difesa aerea francese e nel poligono svedese di Visel. Nel 2015 approderà infine in Italia, nel poligono del Salto di Quirra, per essere sottoposto a test di tiro reali e a nuove prove di verifica della stealthness, l’invisibilità. Come in un videogioco. Ecco dunque perché le autorità militari italiane premono per la pista di decollo e atterraggio. Perché tutto deve essere pronto entro il 2015. Lo spostamento a Teulada è probabilmente nato perché l’inchiesta della procura di Lanusei sul poligono di Quirra sta creando molte turbative, mettendo in pericolo le scadenze del programma Neuron. Andando a spulciare le caratteristiche di questo aereo futuristico, si trova anche un’espressione criptica: «Integrazione in un ambiente C4i». Un acronimo che rivela molte cose sul concetto futuro di guerra, ma anche un inganno politico-militare scoperto due anni fa per un’incredibile ingenuità. Prima di tutto cosa significa l'acronimo C4i? Le quattro “C” stanno per comando, controllo, comunicazioni e computer e la “i” sta per informazioni. Ma si potrebbe dire anche intelligence, cioè spionaggio. In estrema sintesi, un sistema la cui architettura include centri di rilevamento fissi e mobili che comunicano attraverso reti satellitari, strategiche e tattiche, e attraverso computer. È come se esistessero migliaia di occhi elettronici capaci di vedere e comunicare in tempo reale a una centrale remota scenari in movimento. Insomma, un formidabile sistema spionistico al quale nulla può sfuggire. Ma anche il sistema nervoso di un concetto operativo nuovo in uno scenario di guerra. Si legge in un documento della Difesa: «Per il singolo soldato la comunicazione e la condivisione delle operazioni, sia a livello di squadra che verso i livelli di comando sovraordinati, risultano di fondamentale importanza in quanto permettono di integrare l'unità di manovra in un sistema di comando e controllo network-centrico. In un ambiente network-centrico, tutti gli elementi partecipanti a un'operazione diventano nodi intelligenti e attivi di una rete unificata». Insomma, la guerra diventa come un immenso videogioco dove tutto è virtuale, ma anche maledettamente reale. Sì, perché bombe e proiettili sono sempre veri. Scrive Antonio Camuso, dell'Osservatorio sui Balcani: «In poche parole, grazie alle alte tecnologie impiegate nel sistema C4i, utilizzando reti che viaggiano su satelliti e su reti dedicate (Internet e/o Intranet della forza armata in questione), permette la presenza virtuale in ogni punto operativo del C4i del Comando (che si chiami Pentagono, o comando Nato, ecc...) e nel contempo di "processare" un'infinità di informazioni provenienti dal campo operativo (di battaglia) o dall'acquisizione da opera di spionaggio di qualsiasi genere, politico, economico o personale». Spionaggio e controllo tattico. Il sistema nel nostro Paese è nato nel 2004. Il comando venne affidato all'ammiraglio Bizzarri e al generale Viarengo. Ma interagiscono anche i servizi segreti Aise e Aisi e il cuore tecnologico del network è costituito dalla brigata Rista-Ew (Reconnaissance, intelligence, surveillance, target acquisition - Electronic warfare), che raggruppa le unità di guerra elettronica delle forze armate. L'origine politica di questa rete militare risale al luglio 1997: venne decisa in un vertice di capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Alleanza atlantica, a Madrid. Un mondo che avrebbe dovuto rimanere segreto o comunque molto riservato. Ma l'esistenza della rete C4i venne a galla quasi per caso nel febbraio 2004. La trovò un giornalista pugliese che frugava nel sito internet del Pentagono. Si apprese così che Taranto era diventato uno dei gangli strategici della rete militare Usa, controllata dal “Navy Center for Tactical System Interoperability” che ha base a San Diego, in California. In Sardegna era prevista una rete radar costiera presentata alla Regione e ai Comuni come un sistema di monitoraggio contro l’arrivo di immigrati clandestini nell’isola. La protesta popolare contro questi grandi radar dell’israeliana Elta System innescò una serie di interrogazioni parlamentari alle quali rispose il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito commettendo un clamoroso autogol: «La realizzazione della rete radar costiera è destinata a integrare il sistema di comando e controllo C4i del Corpo (la Guardia di finanza ndr), dichiarato segreto». Bastò che un giornalista curioso in Sardegna indagasse sull’acronimo per scoprire l’inganno e rivelare che il contrasto all’immigrazione clandestina era una grottesca bugia che nascondeva una nuova servitù per la Sardegna. Comunicazioni sottomarine. Negli ultimi giorni, infine, alcune notizie che hanno acceso i riflettori dell’attenzione su una base Nato (ma nella sostanza statunitense) che finora è sempre rimasta nell’ombra: il centro di comunicazione con i sommergibili nucleari dell’Us Navy di Tavolara. Sembra infatti che la base sarda sia inserita nel progetto Muos (Mobile User Objective System) della Marina militare statunitense. Cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari ad altissima frequenza (Uhf) e a banda stretta (da 64 kbit/s), composto da quattro satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, in Sicilia. Il sistema Muos integrerà le forze navali, aeree e terrestri statunitensi in movimento in qualsiasi parte del mondo dieci volte più velocemente di oggi. La paura di un inquinamento elettromagnetico ha fatto però insorgere le popolazioni locali e la Regione Sicilia ha revocato l’autorizzazione alla costruzione della base. I timori di effetti dannosi sulla salute da parte dei radar sono stati anticipati dai fisici del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu. Ma il fisico americano John Oetting, della “John Hopkins University”, nelle scorse settimane ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Un forno a micronde è più pericoloso dei radar del Muos». La risposta di Zucchetti è stata tagliente e ironica: «Oetting? Sì, lo conosco.È il Project Manager e Lead Systems Engineer del Muos Project. Non penso sia il caso di tradurre. Mi complimento con lui: certamente essere manager del progetto Muos e ingegnere-capo dello sviluppo del Sistema Muos è una grande responsabilità...». Nasce a questo punto un interrogativo: ma qualcuno ha mai verificato se il campo elettromagnetico sviluppato dalle antenne di Tavolara, che trasmettono in Vls (Very low frequency) a 20.27 kHz, è dannoso per la salute?