Armi da Croazia, Bosnia e Kosovo per i terroristi anti-siriani



Sviluppi delle inchieste sulle forniture di armamenti alle milizie insurrezionali siriane

Jure

Da:	"Coord. Naz. per la Jugoslavia" <jugocoord at tiscali.it>
Data invio:	Fri, 8 Mar 2013 08:56:18 +0100
Oggetto:	[CNJ] Fwd: [JUGOINFO] Armi da Croazia, Bosnia e Kosovo per i terroristi anti-siriani


 

http://www.lastampa.it/2013/02/27/esteri/siria-l-arabia-arma-i-ribelli-con-i-cannoni-della-
croazia-k5Z9xEOaE0EaNfgHg1TqfM/pagina.html 

ESTERI
27/02/2013-LA STORIA
Siria, l´Arabia arma i ribelli
con i cannoni della Croazia




Il "Nyt": gli arsenali delle guerre
balcaniche trasferiti via Giordania 
MAURIZIO MOLINARI


CORRISPONDENTE DA NEW YORK
L´Arabia Saudita rifornisce i ribelli siriani con armi croate, che arrivano a destinazione 
passando per la Giordania. 

La rivelazione del «New York Times», alla vigilia della riunione romana dei Paesi «Amici 
della Siria», lascia intendere che Riad è determinata a mettere sotto pressione la Casa 
Bianca affinché faccia cadere in fretta il veto sulle forniture di armi ai ribelli, ritenendolo un 
passaggio necessario per accelerare la caduta del regime di Bashar Assad. Il piano saudita 
è un´operazione logistica assai accurata: Riad acquista da interlocutori a Zagabria ingenti 
quantità di armamenti di fanteria risalenti alle guerre balcaniche degli Anni Novanta, che 
vengono imbarcati su aerei Ilyushin 76 e trasportati in Giordania da dove, via terra, 
raggiungono le postazioni dei ribelli in Siria. 
Sarebbe stato proprio un inviato croato, secondo il quotidiano newyorchese, a far conoscere 
lo scorso anno a Washington l´esistenza di ingenti forniture di armamenti di fanteria leggera 
pronte ad essere vendute ma l´amministrazione Obama si divise: Dipartimento di Stato, Cia 
e Pentagono si dissero favorevoli ad armare i ribelli mentre la Casa Bianca si oppose, per 
espressa volontà del presidente Barack Obama. 

La sceltadella monarchia wahabita fu dunque di subentrare alle esitazioni americane, 
scegliendo di diventare la nazione guida dell´invio di armamenti ai ribelli che, nel corso degli 
ultimi mesi, hanno consentito di mettere sulla difensiva le forze del regime. A essere 
particolarmente efficaci sono infatti i missili tipo-stinger, che minacciano elicotteri e aerei, 
così come i pezzi di artiglieria leggera perché consentono di dare l´assalto alle basi e 
ostacola con efficacia i movimenti dei carri armati di produzione russa.

Il duello fra armi di provenienza croata in mano ai ribelli e forniture russe negli arsenali di 
Assad ripropone in Siria le caratteristiche tattiche dei conflitti balcanici, dove erano i serbi a 
battersi con forniture dell´ex Urss. 

L´«Operazione Croazia», formalmente smentita da Zagabria, non è tuttavia l´unico flusso di 
armi che i sauditi fanno arrivare ai ribelli come dimostrato dal fatto che questi possiedono 
caricatori di fucili prodotti in Ucraina, bombe a mano svizzere e fucili belgi. Il massiccio 
impegno saudita nasce dalla volontà di bilanciare le forniture di armi di Teheran alle forze di 
Assad, che avvengono ricorrendo ad aerei da trasporto dell´esercito iraniano con le insegne 
della «Maharaj Airlines».

La frequenza di tali consegne è talmente intensa da essere stata soprannominata 
«lalatteria» da parte dei servizi occidentali. Far trapelare tali dettagli alla vigilia della 
riunione multilaterale di Roma implica la volontà dei sauditi di tornare a mettere sotto 
pressione l´amministrazione Obama affinché riveda l´opposizione alle forniture di armi.

In tale ottica la scelta dei ribelli siriani di far pesare al Segretario di Stato John Kerry la loro 
adesione al summit di Roma assomiglia ad un primo esplicito monito: se Washington 
continuerà a far mancare le armi, la potenza di riferimento degli insorti diventerà l´Arabia 
Saudita. Alle cui spalle vi sono i fondi delle altre monarchie del Golfo, a cominciare da 
Qatar ed Emirati Arabi Uniti.




Inizio messaggio inoltrato:

    Da: "C.N.J." <jugocoord at tiscali.it>
    Data: 02 marzo 2013 09.18.56 GMT+01.00
    A: jugoinfo 1 <jugoinfo at yahoogroups.com>, crj-mailinglist at yahoogroups.com
    Oggetto: [JUGOINFO] Armi da Croazia, Bosnia e Kosovo per i terroristi anti-
    siriani
    Rispondi a: "C.N.J." <jugocoord at tiscali.it>

 

(english / srpskohrvatski / francais / italiano)

Armi da Croazia, Bosnia e Kosovo per i terroristi anti-siriani

1) Sulle forniture di armi ai terroristi antisiriani dalla Croazia
2)Hrvatska prodaje oruzje sirijskim pobunjenicima? / La Croatie brade ses stocks 
pour armer les rebelles
3) Syrian Rebels Get Arms from Kosovo and Bosnia /I ribelli siriani ricevono armi 
*anche* dal Kosovo e dalla Bosnia


=== 1 ===

Sulle forniture di armi ai terroristi antisiriani dalla Croazia

(Ricevuto via PeaceLink da Jure E., che ringraziamo)


Se la Croazia avesse davvero fornito armi ai ribelli siriani, attraverso la 
mediazionedell´Arabia Saudita, si tratterebbe del "peggiore degli scenari possibili": lo ha 
affermatol´analista croato di questioni militari, Igor Tabak, all´agenzia d´informazione 
"Media servis"."La Croazia è sempre poco abile nella sua politica estera, così come in 
questo tipo dimanovre commerciali-militari", ha dichiarato Tabak, il quale ha ribadito che 
"la scoperta diquesta mossa della Croazia, se c'è stata, è il peggiore di tutti gli scenari 
possibili". Il ministrodegli Esteri di Zagabria, Vesna Pusic, ha dichiarato che il paese non ha 
commerciato inarmi, ma, sottolinea Tabak, "questo non è impossibile: esistono forti indizi 
su stretti legamitra la Croazia e l'opposizione siriana"...

http://www.informarexresistere.fr/2013/02/24/i-ribelli-siriani-ricevono-armi-dal-kosovo-e-
dalla-bosnia/#axzz2MB1DBH4O 


Data invio:Fri, 1 Mar 2013 15:20:25 +0100 (CET)
Da: "rossana123"
A:disarmo at peacelink.it
Oggetto:La Croazia si ritira dal confine Israele-Siria

Ieri il primo ministro croato Zoran Milanovic ha annunciato il ritiro della partecipazione 
allaforza di peacekeeping Onu impegnata al confine fra Israele e Siria. Le truppe croate 
siritireranno dalle alture del Golan. Il governo ha dato l'annuncio del ritiro dopo la notizia, 
daparte del quotidiano "New York Times", di una fornitura di armi croate alle forze
d'opposizione siriane. La notizia giungerebbe da fonti d'intelligence statunitensi, stando 
allequali un flusso di armi residuate dei conflitti nei Balcani starebbe attivo già dallo 
scorsodicembre, grazie alla mediazione dell'Arabia Saudita. Da allora, numerosi aerei 
cargoavrebbero lasciato la Croazia alla volta del conflitto civile siriano, trasportando armi a 
bassorinculo, fucili d'assalto e mitragliatrici leggere. Zagabria ha categoricamente smentito 
lanotizia, ma ha comunque ritenuto che essa metterà a rischio la sicurezza dei suoi soldati 
aiconfini con la Siria. Attualmente, la Croazia partecipa alla forza d'osservazione Onu 
nelGolan con un contingente di 100 uomini. La forza Onu tutela il fragile cessate il fuoco 
fraforze israeliane e siriane lungo la zona demilitarizzata delle Alture, istituita dopo la 
guerradel 1973. Sino alla Primavera Araba del 2011, Zagabria e Damasco intrattenevano 
relazionieconomiche e politiche significative. Da allora, però, la Croazia si è schierata con 
decisionea supporto dei ribelli.

http://www.nytimes.com/2013/03/01/world/europe/croatia-withdrawing-soldiers-from-un-
force-on-israel-syria-frontier.html 


=== 2 ===

en francais:

Guerre en Syrie : la Croatie brade ses stocks pour armer les rebelles
Fusils mitrailleurs M60, des lance-roquettes M79, RPG-22... Depuis le début de l´année 
2013, les rebelles syriens disposent de nouvelles armes. Tous les modèles visibles étaient 
produits en Yougoslavie, et sonttoujours utilisés par l´armée croate. Alors que l´Union 
européenne applique un embargo sur les armes, il semble bien que la Croatie - qui ne 
rejoindra l´Union que le 1er juillet - ait entrepris de liquider ses vieuxstocks...(Index.hr - 22 
février 2013 - Traduit par Claire Vallet)
http://balkans.courriers.info/article21869.html

---

http://www.index.hr/vijesti/clanak/vlada-tvrdi-da-to-nije-istina-hrvatska-prodaje-oruzje-
sirijskim-pobunjenicima/663668.aspx 

Vladatvrdidatonijeistina: 
Hrvatskaprodajeoruzjesirijskimpobunjenicima?
Pise:J.C.
cetvrtak, 21.2.2013. 11:21

PRODAJE li Hrvatska oruzje sirijskim pobunjenicima? Pitanje je to 
koje postavlja Michael Weiss, analiticar portala NOW, internetskog 
medija na engleskom jeziku specijaliziranog za problematiku 
Bliskog istoka.

Sirijski su pobunjenici, pise Weiss, negdje oko Nove godine dobili 
zalihe novog oruzja, sto je vidljivo iz mnogih video zapisa sukoba 
izmedu pobunjenika i vojske sirijskog predsjednika Assada. Cetiri 
su nova tipa oruzja s kojima pobunjenici raspolazu: strojnica M60, 
te raketni bacaci M79, RPG-22 i Milkor MGL/RBG-6. 

Sva cetiri tipa oruzja proizvodila su se u Jugoslaviji, a trenutno ih 
koristi Hrvatska vojska. Oruzje koje su dobili sirijski pobunjenici 
najvjerojatnije je proizvedeno 1990. ili 1991. godine. Za sada nije 
poznato na koji su nacin sirijski pobunjenici dosli do novih zaliha 
oruzja, ali nagada se da im je oruzje prosvercano ih Hrvatske.

Ina u Siriji ima naftna polja

Naime, Hrvatska je jedna od europskih zemalja koje su priznale 
sirijske pobunjenicke snage kao legitimnu vlast u toj zemlji. 
Takoder, s obzirom da jos nismo usli u Europsku uniju, embargo 
na uvoz oruzja u Siriju se na Hrvatsku tehnicki ne odnosi.
No, Hrvatska jeste clanica medunarodnog kolektiva "Prijatelji Sirije", koji su kao odgovor na 
veto Rusije i Kine za rezoluciju o Siriji u Vije´cu sigurnosti UN-a pokrenuli Francuzi i 
Amerikanci. Clanice ovog kolektiva su i Jordan i Turska, a upravo kroz te dvije zemlje bi 
oruzje svercano iz Hrvatske moralo sti´ci do sirijskih pobunjenika.
Weiss u svom tekstu za NOW takoder naglasava da Hrvatska ima direktne interese u Siriji, 
u vidu Ininih naftnih polja. Podsjetimo, sve hrvatske firme povukle su se iz Sirije prije 
godinu dana. Zbog napustanja eksploatacije naftnih polja u Siriji Ina, pa tako i hrvatska 
drzava, snosi gubitke koji se mjere u stotinama milijuna eura.

Hrvatska misija u New Yorku bez komentara

Sve navedene cinjenice Weissu su bile dovoljne da od hrvatske misije u UN-u pokusa dobiti 
odgovor na pitanje prodaje li Hrvatska oruzje sirijskim pobunjenicima. Nekoliko puta je, 
kako pise, pokusao odgovore na postavljena pitanja dobiti putem telefona ili e-maila, ali bez 
uspjeha. Neimenovani izvor iz Washingtona novinaru NOW-a rekao je da bi "Hrvatska 
mogla biti umijesana", ali uz napomenu kako je jednako tako mogu´ce da je oruzje stiglo iz 
Libije.

Naime, bivsa Jugoslavija, a kasnije i Hrvatska dugo su imali dobre odnose s libijskim 
vodom Muamerom Gadafijem. Nije nevjerojatno da je u tom razdoblju Libija od Jugoslavije 
ili od Hrvatske kupila posiljku oruzja kakvo koristi Hrvatska vojska, te da je to oruzje nakon 
sto su libijski pobunjenici ubili Gadafija i preuzeli vlast zavrsilo u Siriji.

Britanci otvoreno traze naoruzavanje pobunjenika

Svakako treba napomenuti da nisu sve zemlje EU slozne oko embarga na uvoz oruzja u 
Siriju. William Hague, britanski ministar vanjskih poslova, ovoga je tjedna otvoreno kazao 
da bi zemlje EU trebale naoruzati sirijske pobunjenike. "Dali smo im jaku politicku i 
diplomatsku podrsku. Dali smo im pomo´c u vidu opreme koja im je potrebna za spasavanje 
zivota. Ali mislim da postoji jos opreme koju bi im mogli omogu´citi", rekao je Hague 
novinarima u Bruxellesu uoci sastanka s ministrima vanjskih poslova EU.

No, nije dobio podrsku svojih kolega. Nitko od ostalih ministara vanjskih poslova EU nije 
zelio javno podrzati stav Ujedinjenog Kraljevstva da bi sirijske pobunjenike trebalo naoruzati 
oruzjem iz Europe. Na sastanku je bila i hrvatska ministrica vanjskih poslova Vesna Pusi´c, 
koja je kazala da ´ce trenutne sankcije, koje isticu krajem veljace, najvjerojatnije biti 
produzene za jos tri mjeseca.

Iz Vlade RH za Index tvrde da nisu prodavali ni donirali oruzje

"Republika Hrvatska nije niti donirala niti prodavala oruzje iz arsenala MORH-a i Oruzanih 
snaga", rekli su za Index iz Sluzbe za odnose s javnos´cu Vlade RH.



=== 3 ===

http://aurorasito.wordpress.com/2013/02/24/i-ribelli-siriani-ricevono-le-armi-dal-kosovo-e-
dalla-bosnia/ 

I ribelli siriani ricevono armi dal 
Kosovo e dallaBosnia


FEBBRAIO 24, 2013

Dmitrij MininStrategic Culture Foundation 23/02/2013


Il sitoDebka,vicino ai servizi segreti militari israeliani, conosce bene tutti i dettagli dei retroscena 
della politica regionale. Pochi giorni fa ha riferito in merito a una svolta fondamentale nello svolgersi 
degli eventi in Siria. Secondo gli israeliani, (1) gli estremisti siriani hanno ricevuto un carico di armi 
pesanti, per la prima volta da quando è iniziata la guerra. I mittenti sono i gruppi del Kosovo e della 
Repubblica di Bosnia-Erzegovina legati adal-Qaida. Il pacchetto comprende sistemi anticarro 
KorneteFagotforniti dall´Unione Sovietica all´ex Jugoslavia in passato*. Le armi sono finite nelle 
mani degli estremisti a causa dei ben noti fatti di sangue. Per quanto riguarda le fonti d´intelligence 
israeliane, le armi pesanti sono state trasportate dai Balcani alla Siria via mare con l´aiuto della mafia 
albanese, che opera silenziosamente dietro queste operazioni... Ksenja Svetlova, esperta russa sul 
Medio Oriente, pensa che fluiscano le armi di contrabbando attraverso il confine tra Turchia e Siria, a 
dispetto che gli Amici della Siria, ufficialmente, evitino l´invio diretto di armi ai ribelli. (2)
Questa è la prima volta che le forze antigovernative in Siria ricevano un considerevole carico di armi 
pesanti aggirando il controllo delle agenzie speciali occidentali e arabe (le agenzie d´intelligence 
straniere hanno semplicemente ignorato la spedizione). La maggior parte delle armi viene inviata al 
Jabhat al-Nusra, un gruppo islamico legato adal-Qaida. Dopo aver ricevuto le armi, i gruppi armati 
diJabhat al-Nusraazzardano interventi in Libano impegnando Hezbollahnella roccaforte sciita della 
valle della Bekaa, cercando di farla finita con un alleato di Bashar Assad. Sono diventati abbastanza 
forti da lanciare offensive in alcune aree della Siria. Le azioni di combattimento vanno avanti con 
intense attività terroristiche, per esempio, un altro attentato sanguinario ha avuto luogo nel cuore di 
Damasco, nei pressi della sede del Baath, non lontano dall´ambasciata russa, provocando la morte di 
decine civili, tra cui molti bambini di una scuola vicina. Secondo le Nazioni Unite, almeno 70 mila 
persone hanno perso la vita in Siria, a seguito dello scontro tra le forze governative e i ribelli. Due 
colpi di mortaio sono esplosi nello stadioTishreen di Damasco, quando gli atleti si stavano 
allenando. Secondo SANA, un giocatore della squadra di calcioWatbahè stato ucciso, e due suoi 
compagni sono rimasti feriti.
Gli eventi del Medio Oriente non sono ignorati nella parte musulmana dei Balcani. Le forniture di armi 
alla Siria non sono un´eccezione. Dopo aver messo a tacere i fucili lì, i movimenti e le organizzazioni 
radicali islamici hanno iniziato a svolgere le loro attività sotto copertura, ma oggi sono venute alla 
luce. Il motivo è che gli estremisti si sentivano a loro agio in Europa fino a quando non hanno iniziato 
a vietargli l´ingresso e la cittadinanza in molti Paesi del continente, spingendoli a recarsi in altri posti. 
(3) In passato al-Qaidaha sostenuto i suoi sodali in Kosovo e Bosnia, inviando veterani e armi. Ora 
vuole che i debiti siano pagati. Gli emissari dial-Qaidanon hanno intenzione di ridurre le loro attività 
nei Balcani. Mentre infuriava la guerra in Bosnia-Erzegovina, circa duemila militanti provenienti dai 
Paesi arabi vi si recarono per gettarsi nella mischia. Alcuni di loro avevano legami diretti con Usama 
bin Ladin. Dopo la fine della guerra, a seguito degli accordi di Dayton, molti rimasero nel Paese e ne 
divennero cittadini. L´Arabia Saudita finanziò la moscheare Fahddi Sarajevo, che si crede sia la 
sede dei militanti wahhabiti. Atti terroristi vengono commessi dagli islamici nella Repubblica. Per 
esempio, il 23enne Mevlid Jasarevic, proveniva dalla Serbia, dalla regione meridionale del 
Sangiaccato, per sparare con il fucile presso l´ambasciata degli Stati Uniti di Sarajevo, ferendo 
gravemente un poliziotto. Una bomba è esplosa alla stazione di polizia del distretto di Bugojno, 
uccidendo un poliziotto e ferendone sei. Fu opera di un locale militante wahhabita.
Naturalmente, l´occidente è ben consapevole di tali attività. Un rapporto della NATO dedicato alle 
minacce islamiche in Europa, parla di un gruppo basato in Bosnia-Erzegovina denominato Gioventù 
attiva islamica - AIY. I mujahidin bosniaci istruiscono al terrorismo i membri del gruppo, sulle 
tecniche di manipolazione degli esplosivi, per esempio. All´inizio di questo febbraio, radicali albanesi 
hanno dichiarato la costituzione del "Movimento islamico per l´Unità" o LISBA, considerato in 
occidente come il primo Partito davvero fondamentalista nei Balcani. Il partito è registrato e si sta 
preparando alle elezioni parlamentari del Kosovo. LISBA ha un leader pubblico, Arsim Krasniqi, 
anche se Fuad Ramiqi è ampiamente indicato come la figura dominante. È noto per essere legato 
alla rete fondamentalista musulmana europea guidata dall´islamista Tariq Ramadan, una celebrità 
mediatica, e dal predicatore dell´odio del Qatar Yusuf al-Qaradawi. Ha legami con il più moderato 
Partito dell´Azione Democratica SDA in Bosnia-Erzegovina, e con organizzazioni simili in Macedonia. 
Ramiqi ha protestato contro il divieto alle ragazze di portare il velo (hijab) nelle scuole pubbliche del 
Kosovo. (4)
Questa è solo la cima dell´iceberg. La radicalizzazione della popolazione in Kosovo è aggravata dalla 
disoccupazione totale e dalla diffusa criminalità. L´auto-proclamata indipendenza del Kosovo, 
sostenuta dall´occidente, ha dato ben poco alla gente comune, non c´è da sorprendersi che sia 
vulnerabile alla propaganda islamista. Alcuni kosovari sono legati al contrabbando di armi, si 
comportano come istruttori sul loro uso in Siria, arricchendo la propria esperienza in combattimento. 
Flussi di droga già inondano l´Europa. In futuro, si potrà aggiungervi la riesportazione delle 
competenze belliche per difendere i diritti dei musulmani europei. La politica dell´occidente in Siria è 
miope. Perdendo il controllo sugli eventi in questo Paese, in realtà, offre rifugio ai terroristi, e si 
affaccia la prospettiva di far riversare in Europa un furioso terrorismo. I focolai dell´estremismo 
islamico, apparsi con la complicità dell´occidente nella ex Jugoslavia, vengono di nuovo scatenati 
dall´influenza degli eventi in Medio Oriente. L´Europa sembra essere minacciata da un grande 
incendio...
*Il missile anticarroFagotè un´arma che risale al 1970, difficilmente costituirà un serio problema per 
i carri armati siriani, quasi tutti dotati di corazze reattive. Riguardo al missileKornet, Debkasparge 
disinformazione, come al solito, poiché non è mai stato esportato in Jugoslavia, ma in Turchia sia. 
(NdT)

(1)Debka
(2)Zman
(3)Iimes.ru
(4)Weekly Standard
La ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line dellaStrategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio -SitoAurora


---

http://www.strategic-culture.org/pview/2013/02/23/syrian-rebels-get-arms-from-kosovo-and-
bosnia.html

StrategicCultureFoundationONLINE JOURNAL

23.02.2013 | 11:35 
Dmitry MININ

Syrian Rebels Get Arms from Kosovo and Bosnia


The DEBKA website, close to Israeli military intelligence, knows well all the behind the curtain details 
of regional politics. A few days ago it reported about basically new turns of the way the events unfold 
in Syria. According to Israelis, (1) the Syrian extremists received a load of heavy weapons for the first 
time since the war started. The senders are the groups from Kosovo and the Republic of Bosnia and 
Herzegovina linked to Al Qaeda. The package includes Kornet and Fagot anti-tank systems delivered 
by the Soviet Union to former Yugoslavia in the past. The weapons ended up in the hands of 
extremists as a result of well-known bloody events. As to Israeli intelligence sources, the heavy 
weapons have been delivered from the Balkans to Syria by sea with the help of Albanian mafia, which 
is dry behind ears in such operations... Xenia Svetlova, a Russian Middle East expert, thinks the 
smuggled arms flow through the border between Turkey and Syria, no matter the Friends of Syria 
officially shy away from direct arms supplies to the rebels. (2)
This is the first time the Syrian anti-government forces got a substantial load of heavy arms getting 
around the control of Western and Arab special agencies (the foreign intelligence agencies have 
simply overlooked the delivery). The major part of weapons is sent to Jabhat al-Nusra, an Al Qaeda 
linked Islamist group.
Having received arms, the Jabhat al-Nusra armed groups risked an intervention to Lebanon and 
engaged Hezbollah in the Shiite stronghold of Bekaa valley trying to do away with an ally of Bashar 
Assad. They have become strong enough to launch offensives in some areas inside Syria. The 
combat actions go along with intensive terrorist activities, for instance, another bloody act took place 
in the heart of Damascus near the Baath headquarters, not far from the Russian embassy. It resulted 
in the death of dozens civilians, including many children from a neighboring school. According to the 
United Nations, at least 70 thousand people have lost their lives in Syria as a result of the 
confrontation between the government forces and the rebels. Two mortar shells exploded at the 
Tishreen stadium in Damascus when the athletes were training. As to SANA, a player form the 
Watbah football team was killed; his two fellow players were wounded.
The Middle East events could not have passed the Muslim part of the Balkans. The arms supplies to 
Syria are not an exception. After the guns silenced there, the radical movements and Islamist 
organizations started to conduct their activities under cover, but today it is coming to light. The 
reason is the extremists had felt comfortable in Europe till they started to be refused entry and 
citizenship by many countries of the continent making them go to other places. (3) In the past Al 
Qaeda supported the Kosovo and Bosnian brothers in faith with experienced personnel and arms. 
Now it wants the debts to be paid back.Al Qaeda emissaries have no intent to curb their 
activities in the Balkans.
While war raged in Bosnia and Herzegovina, around two thousand militants from Arab countries went 
there to join the fray. Some of them had direct links to Osama bin Laden. After the war ended as a 
result of Dayton accords, many of them remained in the country and became the citizens. The Saudi 
Arabia funded King Fahd mosque in Sarajevo that is believed to be the headquarters of the Wahhabi 
militants. Off and on terrorist acts committed by Islamists take place in the Republic. For instance, 
23-year-old Mevlid Jasarevic, came from Serbia, the southern region of Sandzak, to shoot his rifle at 
the US embassy building in Sarajevo. He heavily wounded a policeman. A bomb went off at the 
police precinct station in Bugojno, one constable died, six wounded. It was done by a local Wahhabi 
militant.
Of course, the West is well aware of such activities. A NATO report devoted to Islamist threats in 
Europe mentions a Bosnia and Herzegovina based group called Active Islamic Youth - AIY. The 
Bosnian mujahedeen instruct the group members on terror, explosives handling techniques, for 
instance.
At the beginning of this February local Albanian radicals declared the establishment of the 
"Islamic Movement to Unite" or LISBA, which is considered in the West as the first really 
fundamentalist party in the Balkans.The party is registered and is preparing for Kosovo 
parliamentary elections. LISBA has a public leader, Arsim Krasniqi, though Fuad Ramiqi is widely 
reported to be its controlling figure. He is known to be is associated through the fundamentalist 
European Muslim Network, led by the Islamist media celebrity Tariq Ramadan, with the Qatar-based 
hate preacher Yusuf Al-Qaradawi. He has ties with the more moderate Party for Democratic Action or 
SDA in Bosnia-Herzegovina and similar organizations in Macedonia. Ramiqi protested against a legal 
ban on girls wearing headscarves (hijab) in Kosovo public schools. (4)
This is just the top of the iceberg. The radicalization of population in Kosovo is boosted by total 
unemployment and spreading criminality. The self-proclaimed Kosovo independence supported by 
the West gave little to common people, it´s no surprise they are vulnerable to Islamist propaganda. 
Some Kosovars are linked to arms smuggling, they act as instructors on its use in Syria enriching 
their own combat experience. Drug flows are already flooding Europe. In future it may be added by 
the re-export of war skills to defend the European Muslims rights.
The policy of the West in Syria is myopic. It goes on losing control over the events in this 
country. In fact it gives refuge to terrorists and faces the prospect of raging terror spilling 
over to Europe. Hotbeds of Islamic extremism that appeared with the connivance of the West 
in the former Yugoslavia are sparked again under the influence of Middle East events. Europe 
appears to be threatened by a big fire...

(1) http://www.debka.com/article/22773 /Syrian-Islamists-meet-Hizballah-head-on---take-in-arms-
from-Bosnia-Kosovo
(2) http://www.zman.com/news/2013/02/06/144636.html
(3) http://www.iimes.ru/?p=15671
(4) http://www.weeklystandard.com/blogs/kosovo-radical-islamists-new-political-
offensive_701196.html 


Republishing is welcomed with reference to Strategic Culture Foundation on-line 
journalwww.strategic-culture.org 


=== * ===

 
 IL PROLUNGATO "OTTANTANOVE" DELLA JUGOSLAVIA
 di A. Martocchia (segretario, CNJ-onlus)

 INDICE:
 1 - Tra terremoto ideologico e terremoto geopolitico 
 2 - L'idea nazionale jugoslava
 3 - Economia socialista di mercato 
 4 - Interpretazioni
 5 - L' "insostenibilità geopolitica" della Jugoslavia 
 6 - Un prolungato golpe liberista 
 7 - Conclusioni 
 Scheda: Cronologia jugoslava, 1989-1991

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http://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/ATTI/dvd_target/docs/martocchia_opuscol
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