Re: R: Roma 27 ottobre: per uno spezzone contro l'imperialista Monti (Fwd)



On 28 Oct 2012 at 8:53, rossana123 at libero.it wrote:

> La manifestazione è andata bene, non c'è dubbio. 
> Come spezzone specifico avete deciso qualcosa? ciao

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Invio un paio di report del 27 da Roma e Milano (con un paio di indirizzi e-mail per contatti 
diretti) 

Jure Ellero

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scrivo queste righe a poche ore di distanza dalla manifestazione di ieri, dopo essermi 
ricaricata un po' (non ho più vent'anni e nemmeno cinquanta...)


Intervento polemico nei confronti di tutti i giornalisti che si indignano parlando di censure 
possibili o minacciate dagli organi del potere, ma non si tirano indietro dal censurare loro le 
notizie, quando non piacciono (e, guarda caso, non piacciono di solito quando sono 
contrarie al potere costituito).

Ieri c'erano in piazza a Roma decine di migliaia di persone (forse non le 150.000 di 
Cremaschi, ma comunque tantissime), e come hanno reagito gli organi di informazione? 
tralasciando il fatto che i quotidiani del gruppo Espresso non sono usciti per lo sciopero, ed 
il Fatto quotidiano che ha fatto un servizio decente, navigando qua e là sui notiziari in rete e 
spulciando qualche quotidiano, posso dire questo.

la notizia relegata in trafiletti nelle pagine interne, grande risalto alla possibile "pericolosità" 
dei manifestanti (erano attesi, diceva La7, "centri sociali" e "movimento Notav", brutti cattivi 
e pericolosi, ma che la manifestazione fosse indetta da sindacati, sia pure di base, nulla) e 
poi alle uova lanciate contro i muri, le scritte un (dicasi uno di numero) cassonetto bruciato, 
uno spezzone che ha proseguito dopo la fine del corteo innescando un tentativo di scontri 
(che non sembra siano avvenuti). Il Gazzettino di Venezia ha citato, unico tra centinaia di 
messaggi, il cartello di un toscano che diceva "Monti illuminaci, datte foo" (naturalmente 
tradotto in "datti fuoco". 

Delle decine di migliaia di altri contenuti, nulla.

Non una parola sugli striscioni delle federazioni USB di tutta Italia, a partire da quello 
dell'Ilva di Taranto che recitava "vogliamo morire di salute", sulle parole d'ordine per i diritti 
dei lavoratori, degli studenti, dei cittadini, per la difesa dell'ambiente, per una vita migliore, 
tanto per dirla in due parole, una vita migliore alla quale possiamo pretendere anche di 
avere diritto in questi tempi di progresso, in cui, stando a quanto dicono i nostri governanti, 
viviamo.

Peccato che secondo loro il progresso si misura in colate di cemento e non in assistenza 
sanitaria, gli investimenti non nella cultura ma nell'edilizia selvaggia, nei rigassificatori e 
non nel risparmio energetico, e pazienza se in questo progetto di progresso chi ci sguazzerà 
sicuramente (come sguazza da decenni) sarà ancora una volta la criminalità organizzata, 
nelle spese militari e non nell'assistenza sociale e nella creazione di posti di lavoro eco e 
socio compatibili.

Perciò chi parla contro va criminalizzato, e se non riescono le infiltrazioni e le provocazioni 
e si arriva a centomila persone che sfilano ordinatamente nella capitale, allora bisogna 
zittire, censurare, minimizzare, non parlare.

Che il regime (sì, regime, perché questo governo non è stato deciso da libere elezioni) si 
comporti in questo modo, non mi fa particolare specie, è il suo compito istituzionale 
censurare l'opposizione.

Che gli organi di stampa si appiattiscano a tal punto ad un regime che taglia anche i 
finanziamenti a loro, è cosa che invece può ancora indignarmi, non solo come cittadina e 
militante, ma anche come appartenente alla categoria giornalistica, alla quale ho scelto di 
appartenere più di trent'anni fa, appena finito il liceo, perché ritenevo necessario produrre 
informazione e non propaganda, permettere alla gente di conoscere i fatti andando oltre le 
censure del potere, perché solo in tale modo si poteva creare un'opinione pubblica in grado 
di decidere a chi affidare il governo del Paese.

L'utopismo di chi era cresciuto negli anni 70 con il modello del giornalismo d'inchiesta USA 
(ricordate il Watergate?), ed anche italiano, basti pensare ai "pistaroli" come Nozza, ed a 
coloro che diedero corpo alla controinchiesta sulla "Strage di stato".

Una cultura che si è persa, oggi l'informazione (quella vera, non la propaganda) si ha solo 
grazie al volontariato di chi vive gli avvenimenti e ne parla sulla rete, ma purtroppo 
raggiunge poco più che non gli addetti ai lavori.

Così non possiamo stupirci se abbiamo la classe politica che abbiamo, se la maggior parte 
della popolazione accetta supinamente quello che la classe politica gli impone, perché tanto 
non c'è alternativa.


Chiusura dubbiosa: una bella manifestazione, tanta gente, tanti messaggi, mi sono trovata 
bene e sono sempre ottimista, ma rimane il problema del che fare, e soprattutto come farlo, 
perché alla fine eravamo in tanti, ma pochi rispetto al totale della popolazione attiva, perché 
i sindacati che contano non sono quelli che erano in piazza, ed i lavoratori seguono i 
sindacati che contano, non le avanguardie, anche se magari sarebbero d'accordo con loro, 
stesso discorso per i partiti, ammirevole il fatto che Comunisti italiani e Federazione della 
sinistra siano stati presenti nonostante la dissociazione dell'ultimo momento del Pdci che ha 
coinvolto la Federazione in toto, ma rimane il problema di cosa sarà della Federazione nel 
prossimo futuro elettorale.

Rilevo la completa assenza dei "grillini", per valutare il loro ruolo rispetto alla politica del 
governo in carica. Movimento vintage, ci ha definiti la Repubblica: peccato che il vintage si 
riferisca al periodo migliore dell'Italia, quello delle conquiste sociali e dei diritti, quelli che il 
"moderno" governo Monti ha ormai completamente cancellato, in nome di un "rigore" che 
colpisce solo le fasce più deboli.

Aspettando con trepidazione il risultato delle elezioni siciliane


Claudia Cernigoi, che come nome di battaglia da oggi si chiamerà Vintage

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Inizio messaggio inoltrato:


Da: "Nadia Schavecher" <nadiaschavecher at yahoo.it >
Data: 28 ottobre 2012 01.25.17 GMT+02.00
A: <lacasarossa2012 at yahoo.it>
Oggetto: Grande successo della manifestazione contro le guerre e della presenza del 
comitato contro la guerra alla Siria


Cari Amici e Compagni, la manifestazione del 27 Ottobre a Milano, contro tutte le guerre e 
tutti i terrorismi, per la liberazione dei 5 Cubani detenuti ingiustamente in USA e alla 
memoria del giovane Ardizzone, si è svolta con successo e grande partecipazione. Lo 
spezzone del Comitato contro la Guerra Milano accompagnato dagli amici siriani e dalle 
associazioni che lo costituiscono ha avuto grande visibilità, sono stati consegnati centinaia 
di volantini contro la guerra alla Siria e contro la disinformazione mediatica che annunciano 
l'iniziativa pubblica di approfondimento e raccolta fondi che si terrà l'11 novembre  dalle ore 
10,30 presso la Casa Rossa in Via Montelungo 2 a Milano.
Allegate prime foto del corteo. (che qui ometto - Jure) 
Saluti!  Nadia

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INCONTRO/DIBATTITO: 
"SIRIA: GUERRA CIVILE O INTERVENTO IMPERIALISTA?" 

CON PRANZO SOTTOSCRIZIONE

Comitato contro la guerra di Milano

Domenica 11 novembre 2012
ore 10.30

PRESSO ASSOCIAZIONE "LA CASA ROSSA" 
Via Montelungo, 2 MILANO MM1 TURRO

SERGIO RICALDONE CONSIGLIO MONDIALE DELLA PACE
SPARTACO PUTTINI RICERCATORE 
OSAMA SALEH COMITATO `GIÙ LE MANI DALLA SIRIA´
IYAD KHUDER (IN COLLEGAMENTO DIRETTO VIA SKYPE CON DAMASCO) 
INGEGNERE ELETTRONICO

(evento FB: http://www.facebook.com/events/472699352774211/ )




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