Cosa accade in Siria?



Siria, attacco al cuore dello Stato: decapitati i vertici della sicurezza del regime. L'attentato è stato rivendicato dall' Esercito siriano libero, che riunisce disertori e oppositori armati, schierati contro il regime siriano. "Rivendichiamo la responsabilità dell'operazione", ha detto il colonnello Riad al-Asaad, comandante dell'Esercito siriano libero. Ma anche il gruppo islamico Brigata dell'Islam, sulla sua pagina Facebook, sostiene che l'attantato è stato eseguito da uomini del suo battaglione 'Brigata dell'Islam'.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Siria-attacco-kamikaze-a-Damasco-ucciso-ministro-Difesa-e-capo-servizi_313515699743.html

 

 

Si può dire che esiste una "quarta forza" che agisce in Siria?

Sappiamo che l'opposizione è alimentata con armi e denaro provenienti in particolare del Qatar e l'Arabia, e che si muove fra le diverse attività di gruppi di "criminalità organizzata", trafficanti, contrabbandieri, pseudo-società di sicurezza che hanno legami con la criminalità, ecc.

 

 

La Santa Alleanza USA – al-Qaida di Igor IGNATCHENKO (Strategic Culture

Foundation)

 

La Siria è inondata da terroristi di ogni genere. Al-Qaida ha commesso una serie di atti terroristici. Secondo l’ex comandante dell’Accademia Navale turca Ammiraglio Türker Erturk, essa ha il sostegno dagli Stati Uniti. Afferma che l’Occidente e i suoi alleati arabi hanno deciso di ripetere lo “scenario salvadoregno“, contando sui gruppi terroristici invece che sull’opposizione. Gli attentati suicidi a Damasco lo confermano. Lasciatemi ricordare l’operazione volta a destabilizzare il Salvador con l’aiuto di attentatori suicidi, guidata da John Negroponte, che in seguito divenne ambasciatore USA in Iraq, e il futuro ambasciatore statunitense in Siria Robert Ford.

Peter Oborne, commentatore del Daily Telegraph, ha confermato che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno recentemente intensificato la cooperazione clandestina con al-Qaida, per riunire gli sforzi nella lotta contro il governo siriano. Nel suo articolo Syria’s Crisis is Leading Us to Unlikely Bedfellows, sottolinea che le azioni terroristiche a Damasco, commesse l’anno scorso, avevano tutti i segni distintivi di quelle commesse dall’organizzazione terroristica in Iraq. Secondo il giornalista britannico, i militanti di al-Qaida sono giunti in Siria dalla Libia attraverso il “corridoio turco”. Peter Oborne vede “la triplice alleanza Washington-Londra-al-Qaida” come una grave minaccia per il Regno Unito.

Omar al-Bakri, un estremista religioso residente in Libano, ha confessato in un’intervista al Daily Telegraph che militanti di al-Qaida, sostenuti da al-Mustaqbal di Saad al-Hariri, si erano già infiltrati in Siria dal Libano. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Baghdad, il ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari ha confermato il fatto che al-Qaida si infiltra in Siria attraverso il confine iracheno, al fine di commettere atti terroristici e trasportare armi.

The Guardian ha recentemente pubblicato un articolo intitolato Syria Would Be Disastrous for Its People. L’autore Sami Ramadani sottolinea il fatto che un’alleanza tra Stati Uniti e al-Qaida ha preso forma. Gli Stati Uniti e la Turchia vogliono intensamente destabilizzare la Siria, usando i fondi petroliferi forniti da Qatar e Arabia Saudita. Mentre Hillary Clinton sta cercando di convincere la comunità internazionale che l’intervento in Siria è un passo necessario, la CIA è coinvolta attivamente nel sostegno e nell’addestramento dei militanti. Come è noto, gli Stati Uniti e gli alleati della NATO hanno reclutato i capi delle organizzazioni terroristiche e criminali comuni provenienti da diversi paesi del mondo come mercenari, per infiltrarli tramite operazioni speciali nei campi di addestramento situati in Turchia e in Libano. Per esempio, mentre era a Homs, un membro della missione degli osservatore della della Lega Araba, che lavorava per i servizi speciali iracheni, restava molto sorpreso nel vedere mercenari pakistani, iracheni e afghani. Particolarmente impressionante è stato il fatto che alcuni di loro erano stati i suoi rapitori in Iraq. E’ importante notare che oltre un centinaio di mercenari provenienti dai paesi arabi e altri paesi, tra cui un numero significativo di legionari francesi, sono stati catturati dalle autorità siriane dopo aver liberato Homs.

Hala Jaber, un corrispondente del Sunday Times, è certo che estremisti religiosi e mercenari stranieri infiltrati in Siria dai paesi limitrofi, hanno contribuito all’esacerbazione delle violenze, per far porre fine alla missione degli osservatori internazionali. Hala Jaber ha sottolineato che gli appelli degli sceicchi sauditi ad attraversare la frontiera siriana, sono stati seguiti da decine di persone provenienti da Libano, Tunisia, Algeria, Arabia Saudita, Libia, Egitto, Giordania e Kuwait, fanatizzate dal desiderio di creare un califfato arabo in Siria e nella regione.

The British Times ha pubblicato un articolo, nel gennaio di quest’anno, che indicava che l’Arabia Saudita e il Qatar si erano legati con un accordo segreto per finanziare l’acquisizione di armi da parte dell’opposizione siriana per rovesciare il regime di Bashar Assad. Un accordo segreto tra i governi di Arabia Saudita e Qatar e l’opposizione siriana, era stato raggiunto dopo la riunione dei ministri degli esteri delle Nazioni della Lega araba a Cairo, nel mese di gennaio. Un rappresentante dell’opposizione siriana aveva detto al quotidiano britannico che l’Arabia Saudita ha offerto tutta l’assistenza. Aveva aggiunto che anche la Turchia ha preso parte attiva al sostegno dell’opposizione, fornendo armi attraverso il confine Siria-Turchia.

Mehmet Ali Ediboglu, un deputato della provincia di Hatay, ha detto al giornale National, organo degli Emirati Arabi Uniti, che c’erano grandi quantità di armi da fuoco turche in Siria. Ediboglu faceva parte della squadra del Partito popolare repubblicano turco che era giunta in Siria nel settembre 2011. I funzionari siriani hanno mostrato alla delegazione i camion carichi di armi scaricati nel deserto della zona cuscinetto tra i checkpoint di Siria e Turchia. Secondo un’intervista del deputato turco, le armi sono state consegnate dai Fratelli musulmani.

Il sito israeliano Debka, vicino all’intelligence israeliana Mossad, riportava nel lontano agosto 2011 che la NATO aveva consegnato sistemi di difesa aerea spallegiabili, armi anticarro, lanciagranate e mitragliatrici pesanti alle forze di opposizione, dal territorio della Turchia. “Ribelli siriani hanno ricevuto addestramento in Turchia“, aveva riferito Debka. NATO e Stati Uniti hanno organizzato una campagna per reclutare migliaia di volontari musulmani provenienti da diversi paesi, per aumentare la potenza dei “ribelli” siriani. L’esercito turco gli ha fornito addestramento e un sicuro passaggio attraverso il confine Siria-Turchia.

Secondo il Guardian, l’Arabia Saudita è pronta ad offrire assistenza finanziaria ai militanti dell’esercito libero siriano, incitando le defezioni di massa nei ranghi militari della Siria, e aumentando la pressione sul governo di Assad. Riyadh ha già discusso i piani di lunga durata con Washington e altri stati arabi. Come notano i media britannici, riferendosi a fonti anonime di tre capitali arabe, l’idea originaria non era dei sauditi, ma piuttosto dai loro alleati arabi disposti ad eliminare la sovranità siriana. L’incoraggiamento ai disertori siriani coincideva con le forniture di armi in Siria. The Guardian afferma che i colloqui con i funzionari dei paesi arabi chiarivano che le forniture di armi da Arabia Saudita e Qatar (compresi fucili automatici, lanciagranate e missili anticarro) erano iniziate a metà maggio. Gli interlocutori arabi del Guardian hanno detto che l’accordo finale per inviare le armi dai depositi in Turchia ai ribelli, era stato ottenuto con fatica, con Ankara che prima insisteva sulla copertura diplomatica dagli stati arabi e dagli Stati Uniti. Gli autori di questo articolo hanno detto che la Turchia ha anche permesso la creazione di un centro di comando a Istanbul, che sta coordinando le linee logistiche in consultazione con i leader dell’ELS in Siria. The Guardian ha assistito al trasferimento di armi ai primi di giugno, vicino alla frontiera turca.

Mentre l’autorevole New York Times ha riferito che la CIA ha già organizzato le forniture di armi e attrezzature all’opposizione. Secondo la fonte, esperti agenti della CIA stanno “lavorando” nella distribuzione illegale di fucili d’assalto, lanciarazzi anticarro e altre munizioni all’opposizione siriana. Armi e munizioni sono state portate in Siria, in particolare con l’aiuto della rete della Fratellanza musulmana siriana, dice Eric Schmitt, l’autore di questo articolo. Le spese per fucili, lanciagranate e sistemi anticarro vengono condivise da Turchia, Arabia Saudita e Qatar. Gli agenti della CIA forniscono assistenza in loco, per la consegna della merce verso la destinazione desiderata. Gli operatori delle agenzie potrebbero aiutare i ribelli ad organizzare una rudimentale rete di intelligenza e controspionaggio per combattere Bashar Assad. Andrea Stone di Huffington Post conferma questa informazione. Osserva che gli ufficiali della Central Intelligence Agency hanno lavorato nella Turchia meridionale da marzo, consigliando ad Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti quali elementi dell’esercito libero siriano (ELS) avrebbero dovuto armare. Inoltre, il Vicepresidente del partito laburista turco, Bulent Aslanoglu, ha confermato che circa 6000 persone di nazionalità araba, afgana e turca sono state reclutate dalla Central Intelligence Agency degli Stati Uniti, per compiere attentati terroristici in Siria.

L’alleanza di Stati Uniti e al-Qaida non confonde Reuel Marc Gerecht, ex agente della CIA e senior fellow presso la Foundation for Defense of Democracies. Sulle pagine del Wall Street Journal sostiene la necessità di “un’operazione muscolare della CIA lanciata da Turchia, Giordania e persino dal Kurdistan iracheno“. Pensa che il limitato impegno della CIA contro Assad, venuto a conoscenza del pubblico grazie ai media occidentali, non porterà a nulla in termini concreti per coloro che cercano di rovesciare il regime al potere in Siria. Gerecht pone particolare importanza sul fatto che “Assad, che dipende dalla minoranza sciita alawita (circa il 10%-15% della popolazione) per la sua forza militare, non ha la forza per una contro-insurrezione su fronti multipli“. Lo studioso della Foundation for Defense of Democracies pensa che “un approccio coordinato, guidato dalla CIA, nel tentativo di inviare armi anticarro, antiaerei e anti-persona attraverso i vuoti nella sicurezza delle frontiere del regime, non sarebbe difficile. La mancanza di uomini del regime e la geografia della Siria, con basse montagne, steppe aride e deserti proibitivi, probabilmente la rendono vulnerabile all’opposizione, se l’opposizione ha abbastanza potenza di fuoco“. L’ex agente della CIA è sicuro che questa azione siriana non sarebbe un un’impresa enorme: “Anche quando la CIA ha potenziato il suo aiuto alle forze afgane antisovietiche nel 1986-87, i numeri coinvolti (all’estero e a Washington) erano piccoli, circa due dozzine. Un’operazione aggressiva in Siria probabilmente richiederà più manovalanza della CIA di quella, ma probabilmente meno di 50 ufficiali statunitensi lavorano con i servizi alleati“.

Secondo Gerecht, è soprattutto il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che ha irreversibilmente rotto con Assad. La Giordania, il paese arabo che gode del rapporto più intimo con gli Stati Uniti, è anch’essa contraria a Damasco. Inoltre, il veterano della CIA assicura che il Kurdistan iracheno, sempre più gravido di funzionari statunitensi sul suo suolo, probabilmente darà alla CIA un considerevole margine di manovra, con Washington che ha promesso di sostenere i curdi in ogni controversia con Baghdad e Teheran.