Robot assassini fantascienza? Forse no...



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Cassandra Crossing/ Terminati!

di M. Calamari - Chi ha apprezzato il film di James Cameron "Terminator" non pensava di rivederlo nella realtà. Sopratutto, non così presto Roma - Tutti ricordano il film-capolavoro di James Cameron "Terminator", una storia di viaggi nel tempo e realtà alternative in cui un robot assassino, rivestito di pelle umana perché solo gli uomini possono viaggiare nel tempo, e controllato da Skynet, una rete di computer che si è impossessata del mondo, caccia in maniera implacabile la madre di un bimbo non ancora nato.

La robusta dose di argomenti fantastici che (almeno per ora) appartengono al futuro, viaggi nel tempo, realtà alternative, Skynet, fa perdere di vista il fatto che i robot assassini ormai sono non più dietro l'angolo, ma stanno per uscire in strada vicino a noi. È pur vero che non saranno chiamati robot assassini ma robot guerrieri, ma la sostanza non cambia. Robot programmati per uccidere esseri umani stanno per uscire dai laboratori per andare a stanare ed uccidere i cattivi. Non degli esseri umani, per fortuna...

Anche se caricaturale. un altro esempio cinematografico, quello di ED-209 (Enforcement Droid - Robot di Costrizione) fa un passo in più nell'anticipare la realtà di oggi. Nel film di Paul Verhoven "Robocop", ED-209 è il prototipo di robot-poliziotto che, pur senza cuore, dovrebbe separare i buoni dai cattivi ed agire secondo la legge contro questi ultimi per far rispettare l'ordine pubblico ed il bene di tutti. Nel film la multinazionale che produce il robot ha ovviamente il piano di far pagare i costi di sviluppo di un'arma alla collettività, farla accettare dalla popolazione, collaudarla impiegandola come robopoliziotto ed infine venderla in quantità ai militari.

Nella realtà nessuno ha (ancora) prodotto un robot abbastanza perfetto da poter essere lasciato solo in mezzo ai propri elettori, anche se manipolati mediaticamente instillando paure e richieste di sicurezza. Forse quello che succede in Robocop ha pero' convinto questi "nessuno" ad iniziare i collaudi in mezzo a "non elettori", cattivi, possibilmente in qualche paese lontano, straniero e malvagio per definizione. È del tutto probabile quindi che il primo robot assassino non sarà un bipede dotato di mitragliatrici, ma un gruppo di "normali" e già esistenti droni volanti, programmati per osservare l'ambiente e controllarsi reciprocamente in modo da poter "votare" se la situazione rilevata sia tale da dover premere il grilletto per "terminare" il cattivo di turno. Letta da un punto di vista tecnico e disincantato, vuol dire che un singolo robot non è ancora in grado di esercitare abbastanza discernimento da solo.

Per trasformare gli attuali droni da battaglia (solo pochi anni fa sentendo queste parole avremmo detto "Ma che c'entra Guerre Stellari?") nel primo robot assassino della storia manca quindi solo un "aggiornamento software", mentre la volontà e la convenienza per farlo ci sono già, da tempo. Non somiglieranno però a quelli della fantascienza, o almeno non ancora.

Una vecchia release di Cassandra Crossing di esattamente tre anni or sono tracciava un panorama abbastanza complesso della questione dell'automazione applicata fisicamente nei confronti degli esseri umani, della crescente automazione della fiducia (o della sfiducia) verso di essi, e dell'estendersi del tecnocontrollo dal mondo delle informazioni a quello reale.

Possiamo quindi riassumere la situazione con un semplice "Io ve l'avevo detto: da domani occhio a non essere terminati per errore"?
No, c'è qualcosa di peggio da farvi notare.
Cos'altro è l'accettare robot col potere legale di uccidere se non un altro, enorme, estremo passo proprio nella direzione del tecnocontrollo? E non si tratta anche di un grande passo verso una "auto-disumanizzazione" dell'essere umano?

Pare che non ci sia bisogno di Skynet per farci tanto male, ce la caviamo benissimo da soli.

Marco Calamari