RE: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi



preg.mo Emilaino
grazie per la cozzaglia di banalità. mi dispaice che lei non sappia cosa sia la Pace di Dio, che tragedica ignoranza secolare, peccato già se no saprebbe ceh applicare la pace di Dio è la creazione integra, un mondo più bello e migliore, ma per chi vuole questo, beh voi "pacifisti siete i primi a inchiodarci alla croce
buon studio di esegesi e teologia con i requisiti e non con le caste di potere che fanno morti anche quelle 8con tanto di armi)
grazie per tutto
t.

--- Lun 13/12/10, emiliano longo <keldon99 at hotmail.com> ha scritto:

Da: emiliano longo <keldon99 at hotmail.com>
Oggetto: RE: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi
A: disarmo at peacelink.it
Data: Lunedì 13 dicembre 2010, 12:39

Caro Corrado,
mi interesserebbe verificare le fonti e le ipotesi delle tesi che esponi . Sono completamente daccordo sulla necessità di svuotare gli arsenali per terminare ogni conflitto e non continuare a produrre solo per guadagnare qualche punto di Pil o sulla Bilancia dei Pagamenti.
Per quanto riguarda le speranze di Pace o i suddetti Sogni di Pace, ho idea che i cosiddetti Uomini di Buona Volontà tarderanno un pò, quindi bando ai Propositi di Pace vulcanci e attivi di Dio e sotto con l'impegno sociale.
Grazie
Emiliano


Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non é chi combatte,
perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi é chi
sacrifica se stesso per il bene degli altri. E' suo compito occuparsi degli anziani,
degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini,
il futuro dell'umanità.

Toro Seduto

 



 

From: scienza.marcia at katamail.com
To: disarmo at peacelink.it
Subject: Re: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi
Date: Sun, 12 Dec 2010 19:14:50 +0100

non capisco cosa vuoi significare
 
l’unica maniera per fermare la guerra, ogni guerra, è svuotare gli arsenali, ogni arsenale, è fare in modo che ogni uomo in divisa abbandoni l’uniforme, in ogni nazione
 
ma per fare questo occorre diffondere una forte presa di coscienza, occorre comprendere come le guerre non vengano disputate tra stati che si contrappongono per brame di potere
 
in realtà durante la prima come durante la seconda guerra mondiale le banche hanno prestato soldi ai due schieramenti, incassando ingenti interessi
 
le industrie di armi hanno venuto i loro mortali prodotti ad entrambi gli schieramenti, facendo soldi a palate
 
hitler fu finanziato ed armato da quegli stati uniti che poi si sarebbero gloriati di avere distrutto e sconfitto la tirannia
il giappone potè sostenere i primi due anni di guerra solo perché gli Usa fornirono all’esercito  nipponico il petrolio con cui far funzionare la sua macchina da guerra
 
per chi fosse interessato ad approfondire questi argomenti posso fornire link e bibliografia
 
Sent: Sunday, December 12, 2010 7:01 PM
Subject: R: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi
 
 
 
se scoppiasse una guerra e noi venissimo massacrati come italici perchè privi di ogni mezzo di difesa che direbbero? in tempi di tensione e attriti già con il rischio di esplodere in casa con una guerra civile
se parlano mondiale ovvero per ogni nazione paese esistente sulla faccia della terra con pari cognizione ok, ma continuare ad additare solo l'italia non è intelligente obiettivo costruttivo
preferisco il Disegno della Pace di Dio attiva dinamica vulcanica
no queste patetiche banali dissertazioni per riempire mails bocche fogli. la faccenda è ben più complessa non così patetica come al rendono
e la mia è preoccupazione vera
 
grazie
t.

--- Gio 9/12/10, glry at ngi.it <glry at ngi.it> ha scritto:

Da: glry at ngi.it <glry at ngi.it>
Oggetto: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi
A: comr-loc at alex.peacelink.it
Cc: disarmo at peacelink.it, aa-info at yahoogroups.com, networkAnticapital at yahoogroups.com
Data: Giovedì 9 dicembre 2010, 20:23

Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi

Tagli al sociale, allo sviluppo, all'ambiente, al lavoro, alla cultura: dovunque, ma non per le fabbriche d'armi (a partecipazione statale). 
Ecco servito l'ultimo (?) contratto bipartizan da un miliardo di euro.



Un riarmo da un miliardo di euro - Enrico Piovesana

Il governo Berlusconi ha i giorni contati, ma prima di lasciare il potere ha voluto fare un ultimo regalino a Finmeccanica. Con il silenzio- assenso delle opposizioni.

Nei giorni scorsi, nonostante le difficoltà finanziarie in cui versano le casse dello Stato, le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell'opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo industriale guidato Pier Francesco Guarguaglini.

Il programma pluriennale di acquisizione armamenti, legato al crescente impegno bellico dell'Italia sul fronte di guerra afgano e alle esigenze strategiche della Nato, prevede una spesa complessiva di di 933,8 milioni di euro nell'arco dei prossimi quattro/nove anni.

Vediamo il dettaglio di quella che potrebbe essere l'ultima lista della spesa del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

200 milioni di euro sono destinati a fornire i nostri elicotteri da guerra A-129 Mangusta, operativi in Afghanistan, dei nuovi sistemi di puntamento Ots fabbricati dalla Selex Galileo di Finmeccanica, che consentiranno di colpire al meglio gli obiettivi ''nei nuovi scenari di impiego degli elicotteri, in situazioni caratterizzate da fluidità e indeterminatezza della posizione delle forze amiche e nemiche''. Nella stessa cifra è compresa una fornitura, sempre per gli elicotteri Mangusta, di nuovi missili anticarro Spike, di fabbricazione israeliana, che andranno a sostituire gli attuali missili Tow, meno potenti.

22,3 milioni di euro verranno spesi per l'acquisto di 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione, fabbricati all'estero, e del relativo munizionamento, prodotto invece negli stabilimenti di Colleferro (Roma) dell'azienda di armamenti italo-britannica Simmel Difesa. Pezzi d'artiglieria più precisi, destinati a ''elevare le capacità operative delle unità terrestri attualmente impiegate nei diversi teatri operativi'' (leggi: sul fronte afgano).

125 milioni di euro sono stanziati per la costruzione, alla Fincantieri di Genova, di una nuova unità navale della Marina militare con funzione di appoggio alle forze di incursori, ricerca e soccorso, destinata a sostituire la vecchia nave A-5306 Anteo. Sarà una nave da guerra, armata di cannoni e mitragliatrici, di quelle con i portelloni anteriori per lo sbarco di mezzi anfibi.

87,5 milioni di euro verranno spesi per dotare i sommergibili classe U-212 (il 'Salvatore Todaro', lo 'Scirè' e altri due in costruzione) di un nuovo siluro 'pesante' (6 metri lunghezza per 1,2 tonnellate), evoluzione dell'attuale modello A-184. A costruire questi nuovi missili subacquei sarà la Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass) di Livorno, del gruppo Finmeccanica.

63 milioni di euro serviranno a realizzare, presso l'aeroporto militare di Pisa, un grande 'hub' aereo militare nazionale ''dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi''. In pratica, si tratterà della più grande base aera della Nato d'Europa, destinata a funzionare come piattaforma logistica di tutte le future missioni militare alleate all'estero.

236 milioni di euro sono stati stanziati per creare una rete informatica militare sperimentale, detta Defence Information Infrastructure (Dii), ''necessaria per la trasformazione net-centrica dello strumento militare, elemento essenziale ed abilitante per la pianificazione e la condotta delle operazioni''. Un progetto che vede coinvolta, tra gli altri, la Elsag Datamat, altra azienda del gruppo Finmeccanica.

200 milioni andranno infine all'AgustaWestland di Finmeccanica per l'acquisto di dieci nuovi elicotteri Aw-139: velivoli militari di soccorso da utilizzare in operazioni all'interno del territorio ''nazionale o limitrofo''.

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