Re: R: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi



Gli scenari che si prospettano in futuro, a parte le politiche e la possibilità della guerra sono molto vicine a far comprendere tutti che il progetto di un conflitto, e con questo non intendo che due stati o più si fronteggino ma uno solo che occupa gli altri, Israele ha già la bomba atomica, appoggiata dalla Germania a cui deve ancora i risarcimenti dell'ultima guerra, e i vari stati europei "amici" dello stato di Israle tra cui Italia, ma la cosa viene ancora da lontano dall'America, prova a ricercare dato che parli di Dio e della sua volontà per il bene che ci vuole di fermare un altra guerra....con la seconda non c'è riuscito, forse ha compreso male quel Gott mit Uns?
Ricerca cosa è L'Indice dell'Estasi, cosa e dove porta che cosa comunica e qual è lo scopo finale, da lì capisci che nessun aereo costosissimo, che nessuna arma costosissima, può servire comprata oggi, per il futuro possibile di Armaggedon tanto amato dai cristiani bianchi d'America.
Forse occorre dare dignità a popoli schiacciati dalla prepotenza militare, dall'occupazione di territori, dalla mancanza di scuole ospedali cure mediche e lavoro da creare sul luogo e non strategicamente creare popolazioni immense senza terra e dignità, non ultimo quello che sta succedendo in Eritrea, nel Sahara occidentale di cui non si parla quasi mai, delle popolazioni estinte in africa nel nostro secolo senza nessuna dico nessuna notizia in merito.
Si forse ci conviene stare dalla parte del più forte e se poi il più forte decide che noi non stiamo bene al suo fianco????
Un saluto di pace.
Ciao


Da: Tania Pizzamiglio <tania.pizzamiglio at yahoo.it>
A: disarmo at peacelink.it
Inviato: Dom 12 dicembre 2010, 19:01:10
Oggetto: R: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi

se scoppiasse una guerra e noi venissimo massacrati come italici perchè privi di ogni mezzo di difesa che direbbero? in tempi di tensione e attriti già con il rischio di esplodere in casa con una guerra civile
se parlano mondiale ovvero per ogni nazione paese esistente sulla faccia della terra con pari cognizione ok, ma continuare ad additare solo l'italia non è intelligente obiettivo costruttivo
preferisco il Disegno della Pace di Dio attiva dinamica vulcanica
no queste patetiche banali dissertazioni per riempire mails bocche fogli. la faccenda è ben più complessa non così patetica come al rendono
e la mia è preoccupazione vera

grazie
t.

--- Gio 9/12/10, glry at ngi.it <glry at ngi.it> ha scritto:

Da: glry at ngi.it <glry at ngi.it>
Oggetto: Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi
A: comr-loc at alex.peacelink.it
Cc: disarmo at peacelink.it, aa-info at yahoogroups.com, networkAnticapital at yahoogroups.com
Data: Giovedì 9 dicembre 2010, 20:23

Finmeccanica: vendere armi in tempo di crisi

Tagli al sociale, allo sviluppo, all'ambiente, al lavoro, alla cultura: dovunque, ma non per le fabbriche d'armi (a partecipazione statale). 
Ecco servito l'ultimo (?) contratto bipartizan da un miliardo di euro.



Un riarmo da un miliardo di euro - Enrico Piovesana

Il governo Berlusconi ha i giorni contati, ma prima di lasciare il potere ha voluto fare un ultimo regalino a Finmeccanica. Con il silenzio- assenso delle opposizioni.

Nei giorni scorsi, nonostante le difficoltà finanziarie in cui versano le casse dello Stato, le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell'opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo industriale guidato Pier Francesco Guarguaglini.

Il programma pluriennale di acquisizione armamenti, legato al crescente impegno bellico dell'Italia sul fronte di guerra afgano e alle esigenze strategiche della Nato, prevede una spesa complessiva di di 933,8 milioni di euro nell'arco dei prossimi quattro/nove anni.

Vediamo il dettaglio di quella che potrebbe essere l'ultima lista della spesa del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

200 milioni di euro sono destinati a fornire i nostri elicotteri da guerra A-129 Mangusta, operativi in Afghanistan, dei nuovi sistemi di puntamento Ots fabbricati dalla Selex Galileo di Finmeccanica, che consentiranno di colpire al meglio gli obiettivi ''nei nuovi scenari di impiego degli elicotteri, in situazioni caratterizzate da fluidità e indeterminatezza della posizione delle forze amiche e nemiche''. Nella stessa cifra è compresa una fornitura, sempre per gli elicotteri Mangusta, di nuovi missili anticarro Spike, di fabbricazione israeliana, che andranno a sostituire gli attuali missili Tow, meno potenti.

22,3 milioni di euro verranno spesi per l'acquisto di 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione, fabbricati all'estero, e del relativo munizionamento, prodotto invece negli stabilimenti di Colleferro (Roma) dell'azienda di armamenti italo-britannica Simmel Difesa. Pezzi d'artiglieria più precisi, destinati a ''elevare le capacità operative delle unità terrestri attualmente impiegate nei diversi teatri operativi'' (leggi: sul fronte afgano).

125 milioni di euro sono stanziati per la costruzione, alla Fincantieri di Genova, di una nuova unità navale della Marina militare con funzione di appoggio alle forze di incursori, ricerca e soccorso, destinata a sostituire la vecchia nave A-5306 Anteo. Sarà una nave da guerra, armata di cannoni e mitragliatrici, di quelle con i portelloni anteriori per lo sbarco di mezzi anfibi.

87,5 milioni di euro verranno spesi per dotare i sommergibili classe U-212 (il 'Salvatore Todaro', lo 'Scirè' e altri due in costruzione) di un nuovo siluro 'pesante' (6 metri lunghezza per 1,2 tonnellate), evoluzione dell'attuale modello A-184. A costruire questi nuovi missili subacquei sarà la Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass) di Livorno, del gruppo Finmeccanica.

63 milioni di euro serviranno a realizzare, presso l'aeroporto militare di Pisa, un grande 'hub' aereo militare nazionale ''dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi''. In pratica, si tratterà della più grande base aera della Nato d'Europa, destinata a funzionare come piattaforma logistica di tutte le future missioni militare alleate all'estero.

236 milioni di euro sono stati stanziati per creare una rete informatica militare sperimentale, detta Defence Information Infrastructure (Dii), ''necessaria per la trasformazione net-centrica dello strumento militare, elemento essenziale ed abilitante per la pianificazione e la condotta delle operazioni''. Un progetto che vede coinvolta, tra gli altri, la Elsag Datamat, altra azienda del gruppo Finmeccanica.

200 milioni andranno infine all'AgustaWestland di Finmeccanica per l'acquisto di dieci nuovi elicotteri Aw-139: velivoli militari di soccorso da utilizzare in operazioni all'interno del territorio ''nazionale o limitrofo''.

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