La crisi c'è ma non per tutti



La crisi c'è ma non per tutti.
Un esempio: Oto Melara, dagli USA a Israele.

Il 22 maggio 2006 la Boeing ha consegnato all'U.S. Air Force il primo esemplare di serie del sistema d'arma Small Diameter Bomb I (SDB I), che permette di trasportare fino a quattro bombe in un "carriage"compatibile con gli attacchi di tutti gli aerei d'attacco della forza aerea. L'ordine, del valore di 1,2 miliardi di dollari e le cui consegne si protrarranno oltre il 2015, prevede la costruzione di più di 24.000 ordigni e 2.000 rastrelliere. Il sistema SDB I ha un raggio d'azione di 60 miglia nautiche e permetterà ad ogni velivolo di trasportare un carico bellico quattro volte superiore a quello attuale. L'arma, che nel corso delle prove ha mostrato una eccellente capacità di colpire con precisione il bersaglio, verrà impiegata sugli F-15E Strike Eagle già dalla fine di quest'anno.
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E' del 5 dicembre 2008 che la Direzione Generale degli Armamenti Aeronautici ha avviato le procedure per acquistare 500 sistemi Small Diameter Bomb Increment I (SDB I) destinati all'Aeronautica Militare. Le armi sono progettate e costruite da Boeing, che ha consegnato il primo sistema all'USAF nel maggio 2006 , ma quelle italiane saranno realizzate da Oto Melara (gruppo Finmeccanica) attraverso la propria "business unit" Breda Meccanica Bresciana. La procedura a trattativa privata comprende anche manuali tecnici, corsi e materiali accessori per l'impiego. Le SDB compensano pesi e ingombri di un quarto rispetto agli ordigni tradizionali con una maggior precisione e la possibilità di essere sganciate a oltre 100 km dall'obbiettivo, assicurando la stessa capacità operativa con minori rischi di danni collaterali, minore esposizione alla contraerea e maggiore flessibilità.

IV Commissione - Resoconto di mercoledì 26 novembre 2008

Programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2008, relativo all'acquisizione di small diameter bomb (armamento di caduta leggero) e alla relativa integrazione sul velivolo Tornado.
Atto n. 43.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Gianfranco PAGLIA (PdL), relatore, osserva che il programma pluriennale in esame si inserisce nell'ambito di una campagna di ammodernamento degli armamenti in dotazione della Difesa ed è finalizzato all'acquisizione di 500 small diameter bomb e alla relativa integrazione sul velivolo Tornado. La relazione illustrativa al programma in esame sottolinea come l'acquisizione di tale sistema d'arma sia finalizzata alla possibilità di condurre attacchi contro le difese aeree nemiche, riducendo al minimo i danni collaterali «grazie alle limitate dimensioni, al limitato carico bellico di cui ciascuna bomba è dotata e all'elevato livello di precisione del sistema di guida». Le Small Diameter Bomb, secondo quanto precisato nel programma in esame e nella relativa relazione illustrativa, sono destinate a «sostituire definitivamente armamenti di tipo cluster di cui l'Italia ha deciso di disfarsi». Ricorda che le cluster bombs sono armi costituite da un contenitore, lanciato da mezzi aerei o da sistemi di artiglieria, che si apre a mezz'aria spargendo submunizioni più piccole (da 200 a 250) su aree che possono anche raggiungere un chilometro quadrato di ampiezza. Le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell'impatto al suolo, ma il meccanismo non è tra i più affidabili, al punto che le case produttrici garantiscono un tasso di mancata esplosione intorno al 5 per cento. Molte organizzazioni non governative, inoltre, sostengono che la percentuale di ordigni inesplosi sia molto più elevata, dovendosi collocare addirittura tra il 10 e il 40 per cento. In proposito, ricorda altresì che il 30 maggio 2008 è stata adottata la Convenzione internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo dall'assemblea dei rappresentanti di 109 paesi, fra cui l'Italia, riuniti a Dublino. La Convenzione, dopo aver dato una definizione molto dettagliata di «bombe a grappolo», vieta alle Parti in qualunque circostanza la possibilità di usare, produrre, acquistare, stoccare o trasferire ad altri Paesi questo tipo di armi, in tutte le loro varianti. Viene poi prevista la distruzione dell'arsenale eventualmente detenuto in un tempo massimo di 8 anni e l'obbligo di bonifica dell'area minata a carico del Paese responsabile della disseminazione delle bombe in quell'area. La Convenzione di Dublino verrà aperta alla firma il 3 dicembre prossimo a Oslo ed entrerà in vigore 6 mesi dopo la ratifica di 30 Paesi. Infine, rammento che nella scorsa legislatura la Commissione Difesa della Camera approvò la risoluzione Pinotti 8-00027 che, tra l'altro, impegnava il Governo ad inibire l'uso delle cluster bombs da parte dell'Italia nell'ambito delle missioni internazionali Tornando al programma in esame, le Small Diameter Bomb (SDB) sono ordigni militari di piccole dimensioni contenenti una carica esplosiva avvolta in fibra di carbonio, più economica e leggera del tradizionale acciaio in grado di perforare strutture in cemento armato e pertanto di neutralizzare obiettivi protetti. Esse vengono caricate mediante l'utilizzo di un sistema che si interfaccia direttamente con il velivolo, ciascuno dei quali può contenere fino a quattro small diameter bomb. Il carico è guidato da un dispositivo GPS che garantisce un elevata precisione di tiro. Come evidenziato nella scheda allegata alla richiesta di parere, il sistema d'arma è dotato di ali che si dispiegano subito dopo il rilascio. Questa caratteristica permette al carico di planare per lunghe gittate, fino ad una distanza di 74 chilometri, permettendo così di condurre attacchi in sicurezza con bersagli protetti da sistemi anti-aerei. La medesima scheda illustrativa precisa, altresì, che le bombe SDB verranno integrate sul velivolo Tornado e in futuro rappresenteranno l'armamento principale del velivolo Joint stright fighter (JSF) e verranno integrate anche sul velivolo Eurofighter. In proposito, si ricorda che i velivoli Joint stright fighter e Eurofighter costituiranno la spina dorsale della dotazione dell'Aeronautica militare del futuro e che, stando ai dati forniti dalla rivista «The Military Balance 2008» dell'Istituto Internazionale di Studi Strategici, sono attualmente operativi 84 Tornado. La durata del programma è stimata in tre anni, con previsione d'inizio nel 2008, mentre il costo del programma è considerato complessivamente pari a 84 milioni di euro, suddiviso in tre esercizi finanziari a partire dal 2008, secondo le seguenti modalità: 5 milioni di euro nel 2008, 37 milioni di euro nel 2009 e 42 milioni di euro nel 2010. In proposito, segnala una discrasia rispetto ai dati riportati dalla nota aggiuntiva allo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2009 che, in relazione al programma in esame, prevede per il prossimo anno uno stanziamento di 1,6 milioni di euro, anziché di 37 milioni di euro. In proposito, ritiene pertanto necessario un chiarimento da parte del Governo. Ritiene altresì opportuno che il Governo chiarisca a partire da quale anno il munizionamento potrà essere effettivamente operativo sui primi velivoli. Per quanto concerne, invece, il ruolo delle aziende interessate al Programma, il documento in esame indica nel dettaglio le ditte coinvolte, distinguendo, in particolare, la partecipazione alle attività di integrazione delle small diameter bomb sul velivolo Tornado e la partecipazione alle altre attività. Nello specifico, le citate operazioni di integrazioni vedranno coinvolte l'Alenia e il consorzio Panavia, le restanti attività, saranno affidate alle ditte italiane Otomelara e SEI e alla statunitense Boeing, quest'ultima proprietaria esclusiva del progetto Small Diameter bomb. In conclusione, nell'esprimere una valutazione positiva sul programma in esame, si riserva di formulare una proposta di parere, anche sulla base dei chiarimenti del Governo, degli ulteriori elementi di valutazione che dovessero emergere nel corso del dibattito e delle audizioni informali di esperti del Ministero della difesa che la Commissione svolgerà domani.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, anche per il programma in esame, così come il precedente, osserva che gli stanziamenti devono intendersi rimodulati per il 2009 nel senso indicato dalla Nota aggiuntiva per il 2009, in quanto essa espone i dati aggiornati sulla base delle misure di contenimento della spesa recentemente adottate, mentre quelli esposti nella scheda tecnica annessa al programma in esame risalgono all'aprile 2008.

Bental's MicroBAT Debuts on Oto Melara's Ibis a VTOL UAV

Bental continues to extend MicroBAT's versatility as it adds unmanned helicopter to its range of operational applications

(Israel, June 2, 2008) -- Bental Industries, Ltd., Israel's defense industry's leading motion systems supplier and its preferred source for specialized military and commercial applications, announces the addition of VTOL (Vertical Take-Off and Landing ) - an unmanned helicopter - to the operational air and land platforms on which MicroBAT has successfully been integrated.

The successful integration of MicroBAT 275, Bental's smallest and most compact, stabilized payload system for mini and micro UAVs, was carried out on Oto Melara's and Celin Avio's Ibis unmanned helicopter. Oto Melara and Celin Avio have teamed to design and produce the VTOL Ibis, and will present it with MicroBAT installed at the Oto Melara Eurosatory booth in Paris next month.

Intended for integration on a variety of air, land, and sea platforms, MicroBAT is an operational system integrated on different types of air and land UAVs as well as on a variety of other platforms. Claimed the world's smallest and most compact stabilized payload system for mini and micro UAVs, the MicroBAT 275 meets the complex and evolving challenges of surveillance, reconnaissance, and observation missions. The MicroBAT family includes models for various platform sizes, and it is ideal for use in a wide range of small UAV applications which now include VTOL.

Discussing MicroBAT's recent integration, Michael Arnon, Bental's VP Marketing & Sales says, "With MicroBAT's growing integration success on different air and land platforms, this new application on Oto Melara's and Celin Avio's Ibis is another example of our system's inherent flexibility and of its ability to fit every type of existing and emerging UAV platform."