No dell'Ue all'Uranio impoverito



22/05/2008

Con 491 voti favorevoli, 18 contrari e 12 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato ieri una risoluzione che considera l'uso dell'uranio impoverito a fini bellici «contrario al diritto internazionale, umanitario ed ambientale». Da Strasburgo, l'europarlamentare Umberto Guidoni descrive le linee guida della risoluzione.

(da bruxelles lucrezia cippitelli)

«L'uso di uranio impoverito a fini bellici è contrario al diritto internazionale ed esistono testimonianze sulla sua tossicità»: così inizia un comunicato stampa contenente la risoluzione contro l'uso dell'uranio impoverito, votata ieri dal Parlamento europeo riunito in plenaria a Strasburgo dopo la discussione di giovedì. Con la risoluzione votata oggi, il Parlamento fa un appello per una moratoria sull'uso di armi all'uranio, chiede di non utilizzarlo nelle operazioni della Politica Estera e di Sicurezza Europea (Pesc) e la Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (Pesd), di non inviare personale militare e civile nelle regioni in cui non vi è garanzia che l'uranio non sia stato utilizzato, informando su questa eventualità ed infine sollecita studi scientifici a riguardo e l'inventario delle aree contaminate.

L'uso dell'uranio impoverito nei conflitti bellici è definito «contrario alle norme e ai principi basilari sanciti dal diritto internazionale, umanitario e ambientale scritto e consuetudinario». Lo sostiene il Parlamento nella risoluzione - sostenuta da Partito socialista europeo (Pes), Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (Alde), Uen, Gruppo Verde/Alleanza libera europea (Verdi/Ale) e Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/Ngl) - adottata oggi con 491 voti favorevoli, 18 contrari e 12 astensioni, sottolineando che l'uranio (impoverito) «è stato ampiamente utilizzato nelle guerre moderne», sia come munizione sia come protezione blindata contro attacchi missilistici e di artiglieria.

Come ribadisce in un'intervista rilasciata all'agenzia Ami Umberto Guidoni, sebbene la ricerca scientifica non sia stata finora in grado di fornire prove conclusive sulla sua nocività, sia per mancanza di ricerche, sia per la reticenza in alcuni casi degli eserciti a favorire tali ricerche, esistono testimonianze sugli effetti dannosi e spesso letali dell'uranio impoverito sia per il personale militare che per i civili. Durante la discussione nell'emiciclo di Strasburgo, gli europarlamentari hanno ricordato che fin da quando l'uranio impoverito è stato utilizzato dalle forze alleate nella prima guerra contro l'Iraq, sono emerse gravi preoccupazioni circa la «tossicità radiologica e chimica» delle fini particelle di uranio rilasciate in seguito all'impatto di tali armi contro bersagli corazzati. Testimonianza ne sono gli «effetti dannosi e spesso letali - continua Guidoni - sia sul personale militare (ad esempio i soldati italiani di ritorno dai Balcani e dal Kosovo) che sulla popolazione civile (come dimostrano i casi di gestanti e di figli nati con malformazioni in Iraq». Come ricorda la Vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini in un comunicato diffuso ieri pomeriggio per salutare l'approvazione della risoluzione da parte del parlamento, «oltre 2000 tonnellate di uranio impoverito sono state utilizzate dal 1991 al 2003; attualmente il 70% del territorio dell'Iraq è contaminato e ancora oggi non si conosce con certezza l'ammontare dei costi umani».

Il Parlamento fa quindi un appello agli Stati membri dell'UE e della NATO ad imporre una moratoria sull'uso di armi all'uranio impoverito e a raddoppiare gli sforzi tesi ad un divieto globale, nonché a cessare sistematicamente la produzione e l'acquisto di questo tipo di armi. Invita poi gli Stati membri e il Consiglio ad assumere un ruolo guida per giungere all'elaborazione di un trattato internazionale - tramite le Nazioni Unite o attraverso una "coalizione delle persone di buona volontà" - al fine di introdurre un divieto sullo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio, il trasferimento, la sperimentazione e l'uso di armi all'uranio, nonché la distruzione o il riciclaggio delle riserve esistenti, nel caso in cui esistano prove scientifiche conclusive del danno causato da tali armi.

Il Consiglio e la Commissione dovrebbero quindi far eseguire studi scientifici sull'uso dell'uranio impoverito in tutte le regioni in cui è stato dispiegato personale militare e civile europeo ed internazionale e gli Stati membri dovrebbero aderire alla risoluzione delle Nazioni Unite approvata il 5 dicembre 2007, nonché presentare una relazione con le loro opinioni sugli effetti dell'uso di armi e di munizioni contenenti uranio impoverito.

In quanto organo più democratico delle istituzioni Ue, perché votato direttamente dai cittadini e rappresentanza di essi, Guidoni ribadisce quindi la necessità che la sua risoluzione spinga l'esecutivo (la Commissione ed il Consiglio) ad adottare delle misure fattive sull'uranio impoverito, incarnando un ruolo di avanguardia nel quadro delle istituzioni internazionali e spingendole a muoversi nella direzione indicata dal voto parlamentare di oggi.

APPROFONDIMENTI
Interrogazione parlamentare alla Commissione europea per un Trattato globale sul bando alle armi all'uranio del 1 aprile 2008.

Interrogazione parlamentare al Consiglio dell'Ue per un Trattato globale sul bando alle armi all'uranio del 1 prile 2008. Testo approvato in Parlamento sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa 17 novembre 2005. Convenzione sull'interdizione delle armi biologiche e tossiniche del 16 novembre 2006.

http://www.agenziami.it/articolo/667/No+dell+Ue+all+Uranio+impoverito/