Re: EX-JUGOSLAVIA: 189 CASI TUMORE TRA MILITARI ITALIANI DAL ‘96



Quando qualcuno mi tira fuori il discorso del lavoro "... lo fanno perche' e' un lavoro" rispondo sempre... anche spacciare e' un lavoro.
Umanamente piango con le famiglie dei nostri concittadini morti.
Lo dico sul serio ... anche se non li conosco, mi spiace molto.
Non sopporto piu' l'ipocrisia: loro sono buoni, bravi e belli e quindi meritano attenzioni (tra l'altro solamente dopo innumerevoli pressioni), gli altri no.

E' vero, il succo di questa storia dovrebbe essere quello di "usare" queste morti per bandire le armi all'uranio impoverito. Ma anche questo e' limitante: sembra quasi che si voglia consolidare l'idea che una guerra (eserciti) "pulita" - senza uranio, mine antiuomo, atomiche, ecc - sia una buona cosa. Oppure che esistano eserciti buoni (sempre i nostri) e quelli cattivi (sempre gli altri).
E' tutto una grande presa in giro.
O si dice che la guerra ( o meglio gli eserciti e i sistemi militari in genere) sono da cancellare, o si accetta la guerra e le sue leggi ... tutti i mezzi sono buoni per vincere, anche il rapimento, l'attentato, l'uccisione di civili ecc.

La guerra pulita non esiste.
Antonio



Il giorno 30/lug/07, alle ore 01:25, Davide Bertok ha scritto:

E' facile dare addosso ai militari e chiamarli assassini.
Ma spesso sono solo dei "robot" al servizio di persone più potenti senza
altra scelta.
Lo sapevate che molti scelgono la carriera militare solo perché è un lavoro
sicuro e magari sperano di finire invece dietro una scrivania?
Secondo voi perché molti militari di carriera vengono dal meridione, i
meridionali sono più guerrafondai dei settentrionali?
Sono solo le ennesime vittime di questo sistema, poi vabbè nell'esercito ci sarà anche il sergente convinto che vota una formazione di estrema destra
e gode nell'imbracciare un fucile ma per favore non saltiamo così alle
conclusioni....

Ciao,
Davide