Re: Le basi militari in Emilia Romagna



Cara Rossana, grazie per la risposta. Il movimento soffre di improvvisazione
, generosa ma poco scientifica. Tu hai molto senso della ricerca e
dell'esatta esposizione. Il tema è cruciale. Conosci "Giano"? Non perdiamo
il contatto. Luigi Cortesi


-------------------------------------------------------------
Giano. Pace ambiente problemi globali
Rivista quadrimestrale interdisciplinare
via Fregene, 10, 00183 Roma    Tel-fax 06/70491513
e-mail: redazionegiano at fastwebnet.it    pagina web:
http://www.odradek.it/giano
----- Original Message ----- 
From: "rossana" <rossana at comodinoposta.org>
To: <disarmo at peacelink.it>
Sent: Tuesday, January 30, 2007 6:43 PM
Subject: Re: Le basi militari in Emilia Romagna


> Vi rispondo direttamente perchè quel lavoro l'ho fatto io.
> Ciò che proponete è davvero molto interessante.
> So che dietro ci sarebbe da lavorare un pò, per quella inchiesta
> regionale sono andata a spulciarmi interrogazioni parlamentari,
> documenti, ecc.
> Ci penso.
>
> Giano. Pace Ambiente Problemi globali ha scritto:
> > Non so chi sia "rossana", ma il problema delle basi ci interessa molto.
E
> > magari chi ha fatto la ricerca ci scrivesse un saggio (per "Giano")
sulle
> > basi militari straniere in Italia (storia, accordi, limiti di segretezza
e
> > descrizione), conn relative cartine. Preghiamo "rossana" di risponderci
o
> > farci rispondere dalla persona interessata. Grazie Luigi Cortesi
> >
> >
> > -------------------------------------------------------------
> > Giano. Pace ambiente problemi globali
> > Rivista quadrimestrale interdisciplinare
> > via Fregene, 10, 00183 Roma    Tel-fax 06/70491513
> > e-mail: redazionegiano at fastwebnet.it    pagina web:
> > http://www.odradek.it/giano
> > ----- Original Message ----- 
> > From: "rossana" <rossana at comodinoposta.org>
> > To: <disarmo at peacelink.it>
> > Sent: Tuesday, January 30, 2007 9:26 AM
> > Subject: Le basi militari in Emilia Romagna
> >
> >
> >
> >> (Questi appunti vogliono essere un contributo alla giornata "Convegno
> >> nazionale "Disarmiamoli" il 10 febbraio 2007 a Bologna". Sono stati
> >> prodotti nel 2004 e hanno subito aggiunte di carattere tecnico ed
> >> informativo nel mese 01/07. Si dividono in 2 parti: la prima riguarda
le
> >> basi ER, la seconda gli accordi nazionali e internazionali, quelli
> >> interni alla NATO e al suo rapporto con l'Unione Europea.).
> >>
> >> Le basi NATO e USA in Italia.
> >> In questa cartina fornita dal quotidiano La Stampa mancano le basi
> >> militari presenti in Emilia Romagna.
> >>
> >>
> >>
> >
http://www.lastampa.it/redazione/_inc/infobox.asp?indirizzo=/redazione/cmssezioni/infografica/200701images/basi_nato01g.jpg
> >
> >> Eppure il COFA di Poggio Renatico e il CAOC5 ivi operante, gestisce
> >> tutte le attività operative militari (cioè quelle che hanno a che fare
> >> con finalità militari compreso l'addestramento e l'osservazione) per la
> >> difesa nazionale e di altri paesi della NATO.
> >> I voli militari sia nazionali sia stranieri, ma autorizzati ad operare
> >> in Italia sulla base di accordi specifici (es. 31° FW di stanza ad
> >> Aviano), devovo passare attraverso il suo controllo.
> >>
> >> La situazione delle basi militari USA in Italia:
> >>
> >> L'Italia vedrebbe rafforzato il suo ruolo con l’ampliamento delle basi
> >> militari già esistenti e con lo spostamento dall’estero di centri di
> >> comando (il comando navale USA in Europa a Napoli, comando ad alta
> >> prontezza operativa della NATO a Solbiate Olona, nuova stazione navale
a
> >> Taranto)
> >>
> >> Nel documento del Department of Defence, Base Structure Report – As Qf
> >> 30 dept 02, troviamo componenti delle forze americane Army, Navy, Air
> >> Force a:
> >> Camp Derby, Camp Ederle, Coltano, Vicenza, Livorno, Longare, Pisa,
> >> Sigonella, La Maddalena, Aviano, Maniago, Pordenone, Rovereto, San Vito
> >>
> > dei
> >
> >> Normanni (Brindisi), Vigonovo, Napoli.
> >>
> >> Nel documento DoD Financial Management Regulation, Volume 11°, Charter
> >> 9, Annex 1, aprile 2003 con titolo “International Military Headquarters
> >>
> > and
> >
> >> Related Agencies and Administrative Agent Responsabile for Their
Support
> >> and for Support to U.S Elements”, troviamo:
> >>
> >> NATO Headquarters or Agency: Roma, Latina.
> >> Regional HQ Allied Forces Southern Europe: Napoli, Verona.
> >> Multinational HQ and Reaction Force HQ: Poggio Renatico, Napoli,
Milano,
> >> Taranto
> >> Supreme Al lied Commander, Atlantic: La Spezia
> >>
> >> Esploriamo il territorio emiliano-romagnolo partendo dall’informazione
> >> presente nel documento del Dipartimento della Difesa USA.
> >> Prima tappa: Poggio Renatico (Ferrara).
> >>
> >> A Poggio Renatico ha sede il COFA (comando operativo delle forze aeree)
> >> e il suo centro operativo (COFACO). Inizialmente la sede era a Vicenza
e
> >>
> > la
> >
> >> sua data di costituzione è il 1 gennaio 1998.
> >> Lo spostamento del Comando da Vicenza a Poggio Renatico ha dato luogo a
> >> più interpellanze parlamentari (anni 2001 e 2002).
> >> Alcune costituiscono vere e proprie sintesi storiche:
> >>
> >> Nel 1951 fu costituita la LVI ATAF (forza aerotattica, sciolta da
> >> qualche anno) con comandi nazionali e NATO e con sede a Vicenza.
> >> Nel 1962 i sistemi della difesa aerea nazionale furono integrati in
> >> quelli della NATO e la LVI ne assunse il controllo sino a giungere alla
> >> dimostrazione di una valida esperienza operativa durante le operazioni
> >> in Bosnia e poi nella ex Jugoslavia.
> >> Dal 1993 la NATO diresse operazioni nei Balcani, in particolare nel
1999
> >> furono ordinate più di 38 mila missioni di volo sui cieli della Serbia
e
> >> del Kosovo.
> >> Dopodiché la NATO decise di spostare le sue funzioni a Ferrara dove
> >> esiste un grande bunker. Il trasferimento operativo cominciò con la
> >> stazione NATO
> >> nel 2001 e poi nel 2002 con il COFA, comportando notevoli disagi al
> >> personale militare e costi aggiuntivi per la nuova sede.
> >> In particolare si è dovuto addizionare a quelli già esistenti circa 80
> >> alloggi per militari con famiglie, per il personale celibe o nubile
sono
> >> disponibili alloggi per 389 posti letto, e altri 187 in corso di
> >> realizzazione. Altri 96 posti letto saranno disponibili per i militari
> >> di truppa.
> >>
> >> La scelta di Poggio Renatico è stata motivata in quanto era già
presente
> >> una importante installazione NATO e, con finanziamenti della Alleanza
> >> Atlantica, si è potuto aggiungere una sede protetta da utilizzare e
> >> condividere da entità nazionali e NATO.
> >>
> >> Poggio Renatico era conosciuta dagli addetti ai lavori per la presenza
> >> di un radar della NATO, inserito nella catena Nadge dell’Alleanza che
> >> proteggeva gli spazi della Turchia e della Norvegia. Poggio aveva un
> >> radar con tecnologia francese chiamato Pioppo per via dei pioppeti
della
> >> zona..
> >> Dalla prima metà degli anni ’90 le nuove strategie della NATO volte più
> >> a SUD-EST, convincevano lo stato maggiore aeronautica a costruire nella
> >> pianura ferrarese un grande e unico centro di comando e controllo di
> >> tutte le operazioni aeree (incluse quelle di soccorso).
> >> Il bunker (struttura stagna) doveva essere a prova di atomica e posto
su
> >> tre piani interrati, con una sala operativa con una trentina di
computer.
> >> Nasce così il COFA dove confluiscono tutti i segnali radar ubicati sul
> >> territorio nazionale, ma anche quelli degli “Awacs” cioè tutto quello
che
> >> entra ed esce o sorvola lo spazio aereo nazionale (civile e militare).
> >> Il COFA ordina l’alzata in volo su allarme degli intercettori. La sua
> >> giurisdizione si spinge sino all’Ungheria e ai Balcani.
> >>
> >> La fase di ammodernamento del COFA e COAC 5 (5° centro operativo aereo
> >> combinato della NATO per le operazioni NATO in Italia, Slovenia e
> >>
> > Ungheria)
> >
> >> è continuata sino al giugno 2004 per garantire l’alloggio delle
> >> 1500-1600 persone. Il bunker attualmente è stato svuotato e per quasi
> >> due anni si
> >> svolgeranno lavori per la riconfigurazione degli spazi interni, per
> >> l’installazione di un nuovo sistema di comando e controllo NATO ACCS
(Air
> >> Combat and Control System) realizzato dalla ACSI (Air Command System
> >> International) joint venture di Raytheon e Thales.
> >>
> >> COFA e COAC 5 sono il punto di conciliazione delle catene di comando e
> >> controllo nazionale e NATO e coordinano le Forze Aree in caso di
> >> crisi/guerra, esercitazioni aeree, addestramento dei reparti di volo
> >> italiani, operazioni di ricerca e soccorso (SAR).
> >> Le funzioni del SODA, uno dei centri radar nazionale e NATO sono:
> >> sorveglianza spazio aereo e, in caso di guerra impiego dei mezzi di
> >>
> > difesa,
> >
> >> in caso di pace guida dei caccia per intercettazione e riconoscimento
ai
> >> velivoli non autorizzati o sospetti.
> >>
> >> Dal COFA dipende il Centro interforze telerilevamento satellitare
> >> terrestre: a Pratica di Mare è ubicato il sistema HELIOS attuato da
> >> Francia, Italia e Spagna.
> >> La capo commessa è la MATRA Marconi Space (Astrium) Francia e poi ci
sono
> >> Alenia, Telespazio, Vitrocised, Datamat e ACS per l’Italia.
> >> La componente spaziale e il Centro di comando e controllo è ubicato a
> >> Tolosa e nell’isola di Kerguelen (oceano indiano).
> >> E’ di quest’anno (2007) la notizia che Teledife ha firmato un contratto
> >> del valore di 5 milioni di euro con Selex Sistemi integrati e Selex
> >> Communications per la fornitura di due posti comando mobili dotati di
> >> sistema di comando, controllo e comunicazioni destinati proprio al
> >> Comando Operativo di vertice Interforze (COI). Ogni posto di comando si
> >> compone di due automezzi su telaio VM90, dotati di cabina protetta
> >> contro il munizionamento di piccolo calibro; in un veicolo trovano
posto
> >> due consolle operative più una console impiegata per il monitoraggio
> >> della rete di comunicazione, mentre nel secondo si trovano gli apparati
> >> che permettono di mantenere i collegamenti digitali e analogici sia in
> >> area, grazie a radio UHF e VHF, sia a grande distanza, attraverso i
> >> sistemi satellitari. Ognuno dei due veicoli è dotato di un gruppo
> >> elettrogeno carrellato; un gruppo è sufficiente per assicurare
> >> l’alimentazione di tutti gli apparati, mentre il secondo ha funzioni di
> >> back-up. Ciascun automezzo è dotato di navigatore GPS e telefono
> >> satellitare. L’insieme può essere agevolmente rischiarato per via
aerea,
> >> dato che i due veicolo ed entrambi i generatori possono essere
> >> trasferiti da un unico C130J. Per poter operare è necessario collegare
i
> >> due veicolo, cosicché il posto di comando può operare unicamente da
> >> fermo. I nuovi sistemi permetteranno di garantire l’attività di comando
> >> e controllo fin dai primi momenti di ogni missione, senza la necessità
> >> di attendere che venga approntato un posto comando fisso. La loro
> >> consegna avverrà entro la fine del 2007.
> >>
> >> Il radar di Poggio Renatico è stato oggetto di indagine come causa di
più
> >> casi di tumore:
> >>
> >> “Troppi casi di bambini colpiti da tumore: è giallo
> >> FERRARA, 3 GENNAIO 2003 - Un'indagine epidemiologica della Asl sta
> >> preoccupando Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, dove c'è un maxi
> >> radar della Nato. I casi di tumore infantile al cervello sono
> >> statisticamente anomali, sopra la media attesa localmente: uno rilevato
> >>
> > nel
> >
> >> '91 e altri due nel '98. E l'amministrazione comunale, appena ricevuto
> >> il rapporto dalla Asl, ha deciso di impiegare le speciali
apparecchiature
> >> dell'Arpa per monitorare le emissioni dell'antenna Nato”.
> >>
> >>
> >>
> >
<http://www.emilianet.it/database/emilianet/emilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a998
> >
3c1256ca3002a1341?OpenDocument>http://www.emilianet.it/database/emilianet/em
> > ilianet2.nsf/0/75ae1076fa9a9983c1256ca3002a1341?OpenDocument
> >
> >> http://www.arpa.emr.it/piacenza/progetti.htm
> >>
> >> Spostiamoci e andiamo verso Parma, a Noceto.
> >>
> >> Nel resoconto della IV commissione permanente (Difesa) del 25 luglio
> >> 2001 si legge la descrizione effettuata dal Segretario Generale della
> >>
> > Difesa
> >
> >> sull’assetto organizzativo della componente tecnico-amministrativa
della
> >> Difesa: a Noceto di Pama vi è uno stabilimento del polo di
munizionamento.
> >>
> >> E’ l’Agenzia industriale della Difesa che ha sede a Roma a gestire gli
> >> stabilimenti di allestimento e smilitarizzazione (di cui fa parte
quello
> >>
> > di
> >
> >> Noceto e in cui si sottolinea l’attività logistica sui missili Hawk).
> >>
> >> Il 29 marzo 2000 in un atto del Governo si legge che tale stabilimento
> >> viene destinato allo smaltimento di mine del modello Valmara 69
(secondo
> >>
> > la
> >
> >> relazione illustrativa che accompagna lo schema del decreto, i costi di
> >> questa operazione – se affidato a industrie private – comporterebbero
una
> >> spesa cinque volte superiori), e si chiedono chiarimenti circa le mine
> >> antiuomo NATO all’uranio impoverito.
> >> Il 25 ottobre 2002 vi è una risposta del governo circa il ruolo dello
> >> stabilimento di Baiano di Spoleto in cui si dice che il caricamento
delle
> >> bombe è stato effettuato a Noceto di Parma.
> >>
> >> In tale stabilimento si sono svolte assemblee di lavoratori che hanno
> >> espresso il loro NO alla guerra.
> >>
> >> Anche a Piacenza, nel Polo di Mantenimento Armi Pesanti Nord, una
> >> bandiera della pace ha sventolato per una notte intera per esprimere il
> >> No alla guerra.
> >>
> >> Nella Gazzetta Ufficiale del 1998 n. 79 si illustra la riorganizzazione
> >> dell’area tecnico-industriale del Ministero della Difesa in cui si
prevede
> >> la costituzione di un Ente dipendente dall’ispettorato logistico
> >> dell’esercito nell’arsenale di Piacenza.
> >>
> >> In una interrogazione urgente del 12 febbraio 2001 circa l’uso di
> >> ordigni e mezzi corazzati contenenti uranio impoverito, si legge che
nel
> >> Polo di
> >> mantenimento pesante nord si provvede alla manutenzione e alla
revisione
> >> dei mezzi corazzati dell’esercito (anche pezzi di quelli che furono
usati
> >> nel Kosovo), che per tali operazioni è stato usato anche personale
civile.
> >> L’ARPA dovrebbe essere coinvolta in questo campo visto il ruolo che
> >> rivesteed essendo specializzata nel settore radioattività, a causa
della
> >> presenza
> >> sul territorio di competenza della centrale nucleare di Corso.
> >>
> >> Il 21 marzo 2003 sul quotidiano Il Giorno è apparsa la notizia di
> >> assemblee dei lavoratori che si oppongono alla privatizzazione
> >> dell’arsenale di Piacenza e quindi alla riduzione del personale.
> >> Il 3 giugno 2004 su Libertà si legge di numerose visite presso tale
Polo
> >> di vari parlamentari che hanno avuto incontri anche con le RSU.
> >>
> >> Allo stabilimento del Polo Mantenimento Pesante Nord sono stati
> >> assegnati attualmente 59.902.308 (in euro).
> >>
> >> Nella base militare di S. Damiano (Piacenza) vi è la Divisione caccia
> >> bombardieri ricognitori ed è esattamente la sede del 50° Stormo.
> >>
> >> Vi sono inoltre: il 155° gruppo E.T.S. (Tornado), il 450° gruppo per i
> >> servizi tecnico operativi e il 550° gruppo per i servizi logistici
> >> operativi.
> >> Le missioni sono di protezione e supporto alle forze alleate. Con l’uso
> >> del Tornado ECR (guerra elettronica) si svolgono missioni sul
territorio
> >> nazionale ed estero ed esercitazioni con forze NATO.
> >> Il Tornado configurazione IT ECR ha una missione dedicata al ruolo di
> >> soppressione delle difese aeree nemiche SEAD (Search for Enemy Aircraft
> >> Defense) e in quanto tali, montano il missile antiradar AGM-88 HARM.
> >> Il 155° gruppo viene affidato a S. Damiano nel 1990 e usato in
> >> operazioni contro l’Iraq (1991). E’ in quel periodo e durante una
> >> operazione che
> >> l’aereo del Magg. Bellini e Cap. Cuccioline viene abbattuto,
> >> l’equipaggio fatto prigioniero e poi rilasciato al termine del
conflitto.
> >> Tale gruppo si addestra per acquisire capacità di neutralizzare con il
> >> lancio di armamento dedicato le sorgenti elettromagnetiche del nemico.
> >> E’ del 26 gennaio 2007 la notizia di una interrogazione parlamentare
> >> sull’aeroporto di Piacenza:
> >> Il 50 Stormo potrebbe lasciare Piacenza : I Tornado di stanza a
Piacenza
> >> dovrebbero trasferirsi a Ghedi, ma non è detto che i giochi siano del
> >> tutto fatti. L’aeroporto di Piacenza, però, resterà operativo dal punto
> >> di vista militare e manterrà tutte le sue potenzialità per essere
pronto
> >> in qualsiasi momento a garantire una base operativa a supporto di
> >> missioni internazionali NATO.
> >> La stessa notizia circola da più tempo:
> >>
http://www.filibertoputzu.it/riprende_quota_l'aeroporto_merci_sc_4604.htm
> >>
> >> Base della Divisione Caccia Intercettori di Cervia (Ravenna).
> >>
> >> Nella base di Cervia troviamoli V° Stormo con:
> >>
> >> 23° Gruppo caccia intercettori ogni tempo (F-16ADF), 605° Gruppo
> >> squadriglia collegamenti (S208M, MB339A), 505° gruppo servizi logistici
> >> operativi, 405° Gruppo servizi tecnici operativi.
> >>
> >> Il 5° Stormo è stato trasferito a Cervia nel 1995 e partecipa alle
> >> operazioni di difesa nel settore Nord della Penisola assicurando un
> >> supporto anche al settore meridionale. Vi è un periodico schieramento
> >> dei suoi velivoli presso gli aeroporti di Trapani-Birgi e
> >>
> > Catania-Sigonella.
> >
> >> E’ in costante addestramento per il mantenimento della “prontezza al
> >> combattimento” con esercitazioni a profilo supersonico, intercettazione
> >> radar a media e bassa quota, combattimenti aerei simulati, navigazione
a
> >> bassa quota, tiri aria-suolo, aerocooperazione con forze di superficie,
> >> rischiaramento su basi nazionali ed estere.
> >>
> >> Il V° Stormo con l’introduzione del Lockheed-Martin F-16ADF (Viper) e
> >> Block 15ADF viene definito “combat ready” e dall’inizio dell’anno
compie
> >> missioni di polizia aerea attraverso intercettazioni e identificazioni
> >> di aeromobili estranei(in tempo di pace), in tempo di guerra grazie
alla
> >> disponibilità di missili AMRAAM (gittata “medium range” elevata), può
> >> affrontare azioni di combattimento.
> >> Gli aerei noleggiati dall’Italia sono 30 F-16° Block 15 e 4 F-16B OCU
> >> Block per 7 anni di attività.
> >> Della sua manutenzione si occupano circa 200 persone, 150 sottufficiali
> >> specializzati dell’AM e 50 civili americani. Gli F-16 italiani sono
quelli
> >> che hanno prestato servizio a Torrejon in Spagna e avrebbero potuto
> >> essere trasferiti a Crotone.
> >> Tutti i velivoli compreso la versione F-16B (esemplare biposto del
Block
> >> 15) sono idonei alla missione di difesa aerea e all’impiego del cannone
> >> General Electric M61A1 “Vulcan” da 20 mm con 515 colpi, all’impiego del
> >> missile aria-aria a corto raggio Raytheon AIM-9L ed AIM-9L/I
“Sindewinder”
> >> e di quello a medio raggio Raytheon (Hughes) AIM-120B “Stammer”
(AMRAAM).
> >> L’impiego di missili aria-superficie viene lasciato ai Tornado IDS e
> >> all’AMX “Ghibli”.
> >> Tutti i piloti hanno effettuato il loro addestramento al Viper sulla
> >> Davis-Monthan Air Force Base di Tucson (Arizona).
> >> Il forte potere aspirante dell’ F-16 mette a rischio le persone anche a
> >> 8 metri di distanza quando il motore è acceso, per questo i piazzali
sono
> >> stati disegnati con semicerchi di colore rosso per delimitarne la
zona..
> >> Sempre a proposito di sicurezza il serbatoio interno al velivolo
> >> contiene 25 litri di idrazina utilizzata per utilizzare la turbinetta
di
> >> emergenza,
> >> per cui in caso di perdita sono state avviate procedure per bonificare
> >> il terreno, pompieri e addetti alla manutenzione e supervisori
americani.
> >>
> > Il
> >
> >> carburante del biposto arriva a 952 kg di carburante.
> >>
> >> Ma nell’aeroporto di Cervia si sono dovute apportare diverse novità,
> >> dall’allargamento della pista a 45 metri alla adeguazione del sistema
di
> >> illuminazione, agli ausili per l’atterraggio (anche per via della
nebbia
> >>
> >
> >
> >> presente da ottobre a marzo circa).
> >> La difesa delle installazioni di Cervia si affida alla vicinanza di un
> >> reggimento HAWK dell’Esercito e a procedure di allarme.
> >> Il WOC (Wing Operation Centre) è il punto nevralgico della base, un
> >> edificio (bunker) protetto e dotato di docce e polveri anti-NBC. La
Combat
> >> Room è il suo locale principale, sede delle comunicazioni e
informazioni.
> >> Si trovano poi l’aula briefing, una intelligence, una impianti, sala
> >> NAV, una mensa, il dormitorio e la sala STO (Survise To Operate).
> >> In totale il personale dovrebbe essere di 800 fra uomini e donne.
> >>
> >> Nel Consiglio comunale di Cervia sono stati discussi più ordini del
> >> giorno che avevano come contenuti i pericoli derivanti dall’
inquinamento
> >> acustico,
> >> elettromagnetico e vari rischi ambientali.
> >> Nella risposta ad uno di essi (gruppo consiliare Verde) del 2003,
> >> l’allora Col. Pil. Responsabile della base, scrisse di improbabili
> >> rischi di tale
> >> natura (compreso l’uso di uranio impoverito).
> >> Sono state effettuate visite ispettive di gruppi parlamentari.
> >>
> >> Nel frattempo la base di Cervia viene usata per l’addestramento di
> >> piloti provenienti dagli Stati europei dell’Est nell’ambito di una
> >> maggiore integrazione tra le forze NATO.
> >> Una descrizione:
> >>
> >> 2006/10/10. Dal 2 al 13 Ottobre, presso il 5° Stormo di Cervia, si sono
> >> rischierati 3 MIG-29 Ungheresi del 59° Tactical Fighter Wing per
> >> partecipare all'esercitazione LONG STEP 2006. E' stata la prima
assoluta
> >> per uno squadrone di caccia ungherese sul suolo italiano. I tre Mig, un
> >> biposto (26) e due monoposto (18 e 21), sono stati accompagnati da 2
> >> AN-26 che hanno trasportato uomini e materiale per il supporto
logistico.
> >> L'esercitazione, inquadrata nel programma NUEX (N.A.T.O. UNIT
EXCHANGE),
> >> ha avuto come finalita' ultima lo scambio di esperienze in ambito della
> >> difesa aerea. I MIG-29 hanno potuto confrontarsi con gli F-16 ADF del
> >> 23° Gruppo Caccia Intercettori di Cervia ma anche con amx del 32°
> >> Stormo, EF-2000 del 4°Stormo e Tornado di vari reparti. Dopo i primi
> >> giorni di permanenza durante i quali sono state svolte missioni di
> >> ambientamento, si sono svolte missioni di crescente complessita'
> >> partendo da combattimenti 1 vs 1 BFM (Basic Fighter Manouvers), 2 vs 2
> >> ACM (Advanced Combat Manouvers) fino all'organizzazione di una vera e
> >> propria esercitazione COMAO (COMposite Air Ops) all'interno della quale
> >> sono stati simulati scenari complessi come quelli di Escort e CAP,
> >> supportati dai Centri Radar della Difesa Aerea, dal COFA di Poggio
> >> Renatico e con la partecipazione "offensive" di alcuni siti antiaerei.
> >> Viste le ore di manutenzione per ore volate di cui ha bisogno il
> >> Fulcrum, anche il personale di terra e' stato duramente impegnato per
> >> riuscire ad assicurare le 2 missioni al giorno che sono state
schedulate
> >> tutti i giorni per due settimane.
> >> La LONG STEP 06 e' stata anche la prima occasione che ha avuto il
> >> personale della forza aerea ungherese di ammirare l'EF-2000 e a
> >> giudicare dalla folla che si e' creata appena atterrati i due esemplari
> >> provenienti da Grosseto, e' stato sicuramente apprezzato.
> >>
> >> Arriviamo a Rimini:
> >>
> >> E’ presente l’ 83° centro SAR (Search and Rescue – Ricerca e soccorso)
> >> con la squadriglia collegamenti 15° dotata di elicotteri (HH-3F).
> >> Le tipologie di intervento SAR riguardano il soccorso in zone isolate,
> >> trasporti sanitari urgenti, ricerca e soccorso in mare, SAR terrestri e
> >>
> > per
> >
> >> aeromobili.
> >> Nella missione denominata “operazione Babilonia” l'Aeronautica impiega
> >> elicotteri HH-3F corazzati e con equipaggi specializzati in operazioni
> >>
> > SAR.
> >
> >> L’attività di Ricerca e Soccorso avviene anche in concorso con altri
> >> Dicasteri competenti in materia di Soccorso e Protezione Civile.
> >>
> >> Presso Rimini era presente il gruppo logistico USA per l’attivazione di
> >> bombe nucleari, di questa passata presenza vi è traccia in
interrogazioni
> >> parlamentari. Una vicenda che fa venire in mente quanto poco si sappia
> >> di ciò che si decide nel territorio nazionale, una conferma viene dalle
> >> dichiarazioni del Segretario Generale della Difesa e Direttore
Nazionale
> >> Armamenti. Il 23 luglio 2001 dichiara che l’Alleanza atlantica ha
sempre
> >> affermato la necessità di una difesa missilistica costruita a strati e
> >> di vario genere (scudo spaziale) e ammette la disponibilità di un
> >>
> > programma
> >
> >> MEADS (Medium Extend Air Defence System) approvato già nella scorsa
> >> legislatura (centrosinistra).
> >>
> >> Per l’esperienza maturata sia in campo nazionale sia internazionale,
> >> l’83° Centro Combat Sar viene considerato uno dei migliori reparti
> >> specializzati Combat SAR della NATO.
> >>
> >> Si vuole ricordare qui la presenza del comando della Brigata Friuli che
> >> partirà in missione per l’operazione Antica Babilonia.
> >>
> >> La Friuli porta in Iraq circa 1.600 persone dei reggimenti: 66°
fanteria
> >> aeromobile Trieste di Forlì, Savoia Cavalleria di Grosseto, 7° AVES
Vega
> >>
> > di
> >
> >> Rimini e reparto comando e supporti tattici della brigata. Completano
il
> >> contingente: il 6° reggimento genio pionieri, il 10° reggimento
trasporti,
> >> assetti specialistici delle trasmissioni, NBC, CIMIC, incursori del 9°
> >> reggimento Col Moschin, una compagnia del reggimento S.Marco della
Marina,
> >> il 6° ROA dell'Aeronautica e i carabinieri del reggimento MSU, per un
> >> totale di circa 3.000 uomini:
> >>
> >> La Brigata Aeromobile "Friuli" è una delle Grandi Unità che la Forza
> >> Armata annovera fra le forze proiettabili. Nel 2004 si è completato il
> >> processo di riconversione da unità meccanizzata in aeromobile. E’
> >> dislocata in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana, si
compone
> >> di due reggimenti elicotteri, uno di fanteria aeromobile ed uno di
> >> cavalleria di linea.
> >>
> >> Inoltre nel territorio emiliano-romagnolo è situata sul Monte Cimone
> >> (MODENA) una stazione telecomunicazioni gestita dall’Aeronautica
> >> Militare Italiana ma che viene usata anche per scopi civili.
> >> http://www.area.fi.cnr.it/r&f/n9/bonasoni.htm
> >>
> >> Bologna e Modena sono le sedi dei due club del Comitato Atlantico per
> >> l’Emilia Romagna.
> >> Il Comitato Atlantico è un Ente che svolge da cinquanta anni un
attività
> >> di studio, formazione ed informazione, sui temi di politica estera,
> >> sicurezza ed economia internazionale, relativi all'Alleanza Atlantica.
> >>
> >> IL VINCOLO DI SEGRETEZZA INTORNO AI TRATTATI CHE DISCIPLINANO L’USO
> >> DELLE BASI MILITARI AMERICANE/NATO IN ITALIA.
> >>
> >> “E’ ora di dire basta a quei patti firmati solo dal Governo e non
> >> sottoposti al parlamento. Intese che riguardano le basi di truppe e
> >> accesso ai missili. Si conoscono solo alcune clausole: si dice che gli
> >> Stati si impegnano a prestarsi assistenza reciproca. Si prevede
> >> l’impiego di consiglieri militari in Italia. Roba da Vietnam”. (prof.
> >> Motzo ex Ministro)
> >>
> >> Accordi: sulla base dell'art. 80 della Costituzione non sono
ammissibili
> >> operazioni di “diplomazia segreta”
> >> 1995: “Shell agreement”.
> >> Vi è scritto della nuova base di Solbiate, Taranto, Napoli.
> >>
> >> Alcuni accordi internazionali classificati segreti dovrebbero essere
> >> resi pubblici:
> >>
> >> accordi del 1957 per la concessione della base di Sigonella
> >> accordi del 1959 per la installazione dei missili Jupiter a testata
> >>
> > nucleare
> >
> >> accordi del 1972 per la cessione della base dei sommergibili nucleari
> >> della Maddalena
> >> accordi per la base dei missili Cruise a Comiso
> >>
> >> Comitato Parlamentare per i Servizi di informazione e di sicurezza,
1995
> >> Parte della Relazione:
> >>
> >> PREMESSA.
> >>
> >> Lo Stato democratico ha diritto alla ricerca di informazioni riservate
> >> ed all’acquisizione di notizie in qualsiasi modo rilevanti per la
difesa
> >> della propria integrità e della sicurezza pubblica.
> >>
> >> LA DISCIPLINA DEL SEGRETO DI STATO.
> >>
> >> Ciò conferma la vigenza ancora attuale delle norme risalenti al 1941
che
> >> infatti coprono, all’interno della nozione più ampia, l’ambito
specifico
> >> del segreto militare. Ma il Regio decreto del 1941 offre una
definizione
> >> ed una disciplina del segreto militare, in relazione a finalità
> >> belliche, evidentemente eccezionali, limitate nel tempo e in un
contesto
> >> di straordinarietà che è incompatibile con i principi costituzionali.
> >> (G. MOTZO, Regime giuridico delle basi militari NATO e di altri Stati
> >> nel territorio nazionale alla luce delle vigenti disposizioni
> >> costituzionali e degli accordi internazionali conclusi dall'Italia, in
> >> Le basi militari della NATO e di paesi esteri in Italia, Camera dei
> >> Deputati, Roma 1990, p. 37).
> >>
> >> LA DUPLICE DELEGA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E LE FUNZIONI DI
> >> AUTORITA’ NAZIONALE PER LA SICUREZZA.
> >>
> >> Alcuni accordi in ambito NATO ne hanno regolato (vertice del Servizio
> >> segreto militare) l’esercizio nei rapporti tra il Governo italiano e i
> >> Governi dei paesi alleati. Si è realizzato così un innesco. Gli accordi
> >> internazionali hanno definito un sistema di segretazione relativo a
> >> documenti ed informazioni, che nell’ordinamento italiano poteva essere
> >> ricondotto sia al Regio decreto legislativo del 1941 sia alle
previsioni
> >> del codice penale.
> >> L’ Autorità nazionale per la sicurezza è una figura che ha avuto una
> >> origine entro l’organizzazione NATO. Nell’ordinamento italiano essa è
> >> stata soltanto recepita da circolari riservate. Dopo il 1977, la
> >> situazione di fatto si è mantenuta identica, pur essendo mutato il
> >> regime legislativo.
> >>
> >> IL COMPITO DI SOVRAINTENDENTE.
> >>
> >> L’assenza di una distinzione tra le funzioni attinenti al segreto di
> >> Stato e quelle dei Servizi di informazione e di sicurezza è ereditata
> >> dalla prassi, dalle circolari riservate e dalla disciplina legislativa
> >> anteriore alla legge n. 801 del 1977.
> >>
> >> I Servizi di Informazione e Sicurezza
> >>
> >>
> >
<http://www.interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm>http://www
> > .interno.it/sezioni/attivita/sicurezza/s_000000119.htm
> >
> >> TRATTATO DEL NORD ATLANTICO
> >>
> >> Washington D.C., 4 aprile 1949
> >>
> >> Le Parti del presente Trattato, riaffermando la propria fede negli
scopi
> >> e nei principi della Carta delle Nazioni Unite, ed il desiderio di
> >> vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi, decisi a
> >> salvaguardare la libertà dei propri popoli, il proprio retaggio comune
e
> >> la propria civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle
libertà
> >> individuali e sul predominio del diritto, desiderosi di favorire nella
> >> regione dell'Atlantico settentrionale il benessere e la stabilità,
> >> decisi a riunire i loro sforzi per la loro difesa collettiva e per il
> >> mantenimento della pace e della sicurezza, hanno siglato d'intesa il
> >> presente Trattato del Nord Atlantico.
> >>
> >> L’assetto delle forze dell’Alleanza
> >> Da: NUOVO CONCETTO STRATEGICO DELL’ALLEANZA ATLANTICA.
> >> Consiglio del Nord Atlantico, Washington D.C., 23 e 24 aprile 1999
> >>
> >> Linee direttive per l’assetto delle forze dell’Alleanza.
> >>
> >> b. la distribuzione geografica delle forze in tempo di pace assicurerà
> >> una presenza militare sufficiente in ogni parte del territorio
> >> dell’Alleanza, compresa la possibilità di stazionamento e dispiegamento
> >> di forze fuori dai territori e dalle acque nazionali e in previsione di
> >> proiezioni di forze dove e quando necessaria.
> >> 60. L’interazione fra le forze dell’Alleanza e l’ambiente civile (sia
> >> governativo che non), in cui esse operano, è cruciale per il successo
> >> delle operazioni. La cooperazione civile-militare è interdipendente:
> >> mezzi militari sono richiesti sempre di più per assistere le autorità
> >> civili; allo stesso tempo il supporto civile alle operazioni militari è
> >> importante per la logistica, le comunicazioni, il supporto sanitario e
> >> le relazioni pubbliche.
> >> 62. La suprema garanzia della sicurezza degli Alleati è fornita dalle
> >> forze nucleari strategiche dell’Alleanza, in particolare da quelle
degli
> >> Stati Uniti; le forze nucleari indipendenti della Gran Bretagna e della
> >> Francia.
> >> 63. Un assetto delle forze nucleari dell’Alleanza che sia credibile e
la
> >> possibilità di dimostrare la solidarietà alleata e il comune impegno
> >> nella prevenzione della guerra continuano a richiedere, da parte degli
> >> Alleati europei interessati, una diffusa partecipazione ai compiti
> >> nucleari nella pianificazione collettiva della difesa, all’insediamento
> >> di armi nucleari sui propri territori in tempo di pace e al dispositivo
> >> di comando, di controllo e consultazione. L’Alleanza manterrà quindi
> >> adeguate forze nucleari in Europa.
> >> 64. Le forze nucleari della NATO non hanno più alcun paese come
> >> obiettivo. Ciò nonostante la NATO manterrà, al minimo livello
> >> consistente con il contesto di sicurezza predominante, adeguate forze
> >> sub-strategiche dislocate in Europa, che costituiranno un collegamento
> >> essenziale con le forze strategiche nucleari, rafforzando il rapporto
> >> transatlantico.
> >>
> >> ACCORDI riguardanti l’ITALIA/NATO/USA e utilizzo delle basi:
> >>
> >> NATO: 4 aprile 1949: Trattato ratificato con la legge del 1 agosto 1949
> >> n. 465. Prevede la creazione di una organizzazione militare di difesa
> >> fra tutti i paesi aderenti. Convenzione sullo Statuto delle forze
(SOFA)
> >> formata a Londra nel 1951 e ratificata dall’Italia nel 1955.
> >> BASI: Trattato Italia-USA (BIA) del 1954 (segreto). Disciplina l’uso
> >> delle armate statunitensi nelle infrastrutture concesse loro in uso.
> >> 2 febbraio1995 accordo Italia-USA che riguarda le basi USA sul
> >> territorio italiano. E’ lo SHELL-AGREEMENT: sancisce poteri precisi del
> >> comandante italiano della base, mentre il comando operativo spetta a
> >> quello americano. Considerazioni sullo spazio aereo, il controllo del
> >> traffico aereo si deve svolgere secondo le regole e modalità stabilite
> >> dalle autorità italiane. Le installazioni sono poste sotto il comando
> >> italiano anche se il comando USA esercita il controllo pieno sul
> >> personale, l’equipaggiamento e le operazioni statunitensi. Il vertice
> >> americano deve preventivamente informare il comando italiano in merito
a
> >> tutte le attività di rilievo, particolarmente alle attività operative e
> >> di addestramento nonché ad avvenimenti o inconvenienti che dovessero
> >> verificarsi. Alcune di questi aspetti sono stati approvati con vari
> >> Memorandum d’intesa, tecnici e locali per regolamentare l’uso delle
> >> singole basi. Per la base di Aviano sono stati stipulati il Memorandum
> >> d’uso nel 1956 e nel 1993 e 1994.
> >> 15 dicembre 1995. Memorandum d’intesa stipulato fra il Ministro della
> >> Difesa italiano e il Comando Supremo delle forze alleate in Europa
> >> (SHAPE). Riguarda la fornitura di supporto logistico alle Forze esterne
> >> in transito o temporaneamente stanziate sul territorio italiano in
> >> applicazione del piano “Joint Endeavour” di SACEUR. E’ stato usato per
> >> la copertura delle operazioni in Bosnia e in Kosovo, e hanno avuto come
> >> appendici tre sottoaccordi con le tre Forze armate.
> >>
> >> Nel marzo 1999 il governo D’Alema, a seguito della strage del Cermis,
> >> annunciò l’abolizione del segreto sul trattato bilaterale
> >> italo-americano del 1954 e su quello del 1995. L’accordo è rimasto
> >>
> > segreto.
> >
> >> 13 aprile 1999: rapporto della commissione bilaterale Tricarico –
> >> Pruher. Questo rapporto nasce dopo l’incidente del Cermis e contiene
> >> raccomandazioni inerenti le attività di volo di velivoli militari
> >> statunitensi.
> >>
> >> Sempre dopo questa vicenda, in un documento scritto da due comandanti
> >> militari e intitolato “Sovranità dello Stato: implicazioni negli
accordi
> >> internazionali”, si legge:
> >>
> >> La presenza di Forze alleate nel territorio dello Stato viene accettata
> >> e disciplinata da accordi/trattati internazionali bilaterali che non
> >> hanno il rango necessario e sufficiente per modificare la sovranità
> >> nazionale ma che sono lo strumento indispensabile per raggiungere
quegli
> >> scopi sopranazionali prioritari irraggiungibili da un singolo Stato.
> >> Sempre all’interno della sovranità nazionale trova il naturale alveo il
> >> modo paritetico e reciproco in cui avviene il conferimento delle
> >> attribuzioni tra diverse nazioni alleate che, peraltro, si realizza
> >> soltanto all’interno di una mera “concessione in uso” di alcune
> >> infrastrutture e/o nello svolgimento di mansioni ufficiali connesse
alle
> >> primarie attività dell’alleanza. In tale contesto è da evidenziare che
> >> la sovranità degli Stati è già riconosciuta dal NATO SOFA sin dal
> >> lontano 1951, anno della sua emanazione.
> >>
> >> I pochi no dell’Italia agli USA:
> >>
> >> 1985: Craxi risponde no alle richieste dei militari USA circa la
> >> consegna di esponenti dell’OLP atterrati all’aeroporto di Sigonella.
> >> L'Isola è suolo italiano e non americano e sempre Craxi (1986) a negare
> >> le basi militari ed il sorvolo dello spazio aereo a Reagan per
> >> bombardare la Libia.
> >> "Tante cose possono essere riviste o rinegoziate, senza dare adito a
> >> strumentalizzazioni, all’impressione che si rompa la solidarietà. Per
> >> Lampedusa, è in corso una trattativa con gli americani e forse, fin da
> >> subito, la base di orientamento marittimo può essere messa sotto
comando
> >> italiano".
> >>
> >> STATUS DEI QUARTIERI GENERALI MILITARI INTERNAZIONALI NEL TERRITORIO
> >> ITALIANO
> >>
> >> Decreto del Presidente della repubblica 18 settembre 1962, n. 2083
> >> Gazzetta Ufficiale, 9 luglio, n. 1985.
> >>
> >> Esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano ed il Comando supremo
> >> alleato in Europa degli Stati membri del Trattato dell'Atlantico del
> >> Nord sulle particolari condizioni di installazione e di funzionamento
> >> nel territorio italiano dei Quartieri generali militari internazionali
> >> che vi sono o che vi potranno essere installati, firmato a Parigi il 26
> >> luglio 1961.
> >>
> >> Articolo 1. Definizioni.
> >>
> >> Nel testo del presente Accordo:
> >> a) per "Convenzione", si intende la convenzione fra gli Stati
> >> partecipanti al Trattato dell'Atlantico del Nord sullo statuto delle
> >> loro Forze, firmata a Londra il 19 giugno 1951;
> >> b) per "Protocollo" si intende il protocollo sullo statuto dei
Quartieri
> >> generali militari internazionali istituiti in virtù del Trattato
> >> dell'Atlantico del Nord, firmato a Parigi il 28 agosto 1952;
> >> c) l'abbreviazione "SHAPE" significa "Supreme Headquarters Allied
Powers
> >> Europe" (Quartiere Generale Supremo Potenze Alleate in Europa);
> >> d) per "Quartiere Generale interalleato" si intende SHAPE ed ogni
> >> Quartier generale militare internazionale dipendente direttamente da
> >> SHAPE nonchè ogni altro Quartier generale militare internazionale
> >> dipendente da SHAPE, per il quale sia applicabile il "Protocollo" in
> >> seguito a decisione del Consiglio Nord Atlantico.
> >>
> >> Articolo 2. Dislocazione dei Quartieri Generali Interalleati.
> >>
> >> La dislocazione, nonchè gli eventuali spostamenti, in tempo di pace,
dei
> >> Quartieri Generali Interalleati in territorio italiano, verranno
> >> stabiliti in seguito ad accordi diretti tra il Governo italiano e
SHAPE.
> >>
> >> Articolo 4. Immunità.
> >>
> >> Agendo nello spirito del paragrafo 2 dell'art. XI del Protocollo e
> >> subordinatamente alle limitazioni ivi indicate, il Governo italiano
> >> riconoscerà che i beni immobili e mobili dei Quartieri Generali
> >> Interalleati saranno immuni da perquisizioni, requisizioni, confisca,
> >> sequestro, esproprio e da qualsiasi provvedimento cautelare.
> >>
> >> Articolo 5. Immunità e privilegi del personale di rango elevato.
> >>
> >> a) Gli ufficiali generali ed ammiragli di nazionalità non italiana, che
> >> svolgono funzioni di alta responsabilità presso i Quartieri Generali
> >> interalleati, godranno, per quanto concerne gli atti compiuti durante
il
> >> loro servizio nella loro qualità ufficiale entro i limiti della loro
> >> competenza (ivi compresi i loro scritti e le loro parole), del
> >> trattamento previsto in materia giurisdizionale dagli atti e dalle
> >> consuetudini internazionali applicabili in materia. Nell'ambito delle
> >> esenzioni e privilegi riconosciuti dalle consuetudini internazionali e
> >> dagli accordi in vigore, essi godranno fra l'altro:
> >> 1) della inviolabilità delle carte e documenti personali;
> >> 2) delle facilitazioni inerenti al cambio ed alla valuta, simili a
> >> quelle concesse ai funzionari del Corpo diplomatico;
> >> 3) le stesse facilitazioni godute dai funzionari del Corpo diplomatico,
> >> per quanto riguarda il bagaglio personale.
> >>
> >> b) il Governo italiano, di comune accordo con lo SHAPE, compilerà un
> >> elenco delle persone di cui alla lettera a).
> >>
> >> Articolo 9. Contratti per servizi.
> >>
> >> a) L'espletamento dei servizi interessanti l'attività dei Quartieri
> >> Generali Interalleati, quali la manutenzione, la pulizia e servizi
> >> similari, affidati a terzi, dovrà essere regolato sotto la forma
> >> dell'appalto. Con apposite clausole sarà vietato il sub-appalto e sarà
> >> sancito l'obbligo degli appaltatori di osservare nei confronti del
> >> personale, a pena di decadenza del contratto, le disposizioni di legge
> >> sulla tutela del lavoro ed i contratti collettivi vigenti per il
settore
> >> di attività più affine. Di tali appalti i Quartieri Generali
> >> Interalleati daranno comunicazione all'Ispettorato del lavoro
> >> territorialmente competente.
> >>
> >> b) I Quartieri Generali Interalleati faciliteranno, nei limiti del
> >> possibile e compatibilmente con le esigenze della sicurezza, il compito
> >> di vigilanza devoluto agli ispettori del lavoro.
> >>
> >> SECURITY WITHIN THE NORTH ATLANTIC TREATY ORGANISATION (NATO)
> >> http://www.statewatch.org/news/2006/sep/nato-sec-classifications.pdf
> >>
> >> L’Unione Europea e la NATO hanno siglato “l'accordo di sicurezza di
> >> EU/NATO”, requisito preliminare per il braccio militare dell'UE
(seconda
> >> colonna) e per avere accesso alla NATO.
> >> Accordo fra Unione Europea e la NATO sulla sicurezza delle
informazioni.
> >> Sicurezza e protezione delle informazioni classificate scambiate fra la
> >> NATO e UE.
> >> A testo integrale: EU/NATO
> >> http://www.statewatch.org/news/2003/jun/eunato15764.pdf
> >> http://www.statewatch.org/news/2003/jun/nato10006.en03.pdf
> >> http://www.statewatch.org/news/2001/mar/05775.pdf
> >>
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