Non difesero Srebrenica, olandesi decorati



Non difesero Srebrenica, olandesi decorati
Mentre l'Aja ancora attende di poter processare chi ordinò il massacro di Srebrenica, Amsterdam decora chi rinunciò a impedirlo. Cinquecento medaglie, che valgono come una riabilitazione, se non addirittura come un risarcimento, sono state conferite dal ministro della Difesa olandese, ad altrettanti soldati che fecero parte del "Battaglione di pace" impiegato in Bosnia durante i mesi atroci della pulizia etnica serba, nell'estate del 1995. "Battaglione di pace", che non impedì la strage di 8.000 musulmani <http://blogfriends.splinder.com/post/8649651/> da parte dei serbo-bosniaci. Degli 850 caschi blu olandesi, dispiegati nell'area sotto la bandiera dell'Onu, con regole d'ingaggio un pò troppo bonarie, 450 furono incaricati di proteggere l'enclave musulmana di Srebrenica dagli assalti dei militari serbo-bosniaci guidati dal generale Ratko Mladic, l'uomo che il procuratore Carla Del Ponte aspetta invano da 10 anni nell' aula del Tribunale penale internazionale, all'Aja. LA CERIMONIA - In una caserma locale, il 30 novembre scorso, il ministro della difesa olandese Kamp ha scoperto una lapide e ha riconosciuto «le circostanze difficili» in cui hanno operato i suoi compatrioti «per molto tempo presentati ingiustamente con un'immagine sfavorevole». Nel 2002 un'inchiesta aveva considerato che l'ultimo dei tre battaglioni olandesi impiegati nei Balcani, quello incaricato di proteggere Srebrenica, aveva ricevuto un compito per il quale non era sufficientemente armato né legittimato a un uso adeguato della forza. Senza il supporto dell'aviazione e in mancanza di un decisivo intervento della Nato, la forza di interposizione aveva mostrato tutta la sua debolezza. Non solo, dinanzi alle atrocita' dell'esercito serbo guidato dal generale Ratko Mladic, aveva aiutato questo a dividere gli uomini dalle donne, puntando le armi su chi faceva "resistenza". MANIFESTAZIONI - Proteste formali e spontanee hanno accompagnato questa nuova svolta, quasi una riabilitazione, nella coscienza olandese sull'accaduto: l'ambasciatore dei Paesi Bassi a Sarajevo, Karel Vosskuler, ha ricevuto una nota indignata dai tre componenti della presidenza della Bosnia Eerzegovina. Altri bosniaci hanno manifestato davanti al Parlamento, all'Aja. Ma anche da Srebrenica non sono mancate reazioni desolate: «I miei ricordi sono ancora tutti molto precisi - ha commentato Zumra Sehomerovic, che nel massacro ha perso il marito - ricordi di speranza e della grande fiducia che riponevamo nei soldati olandesi. Invece di un monumento alla vergogna, oggi vediamo premiati in Olanda i militari delle truppe Onu che avrebbero dovuto difenderci».