L'incubo atomico dei nuovi membri del Club



Il test nucleare condotto dalla Corea del Nord e la crisi iraniana riaccendono paure e incubi nucleari dei tempi della guerra fredda, facendo sorgere più di un interrogativo sulla consistenza degli arsenali atomici nel mondo e soprattutto sui rischi di una proliferazione nucleare, con una diffusione di testate e ordigni a livello di potenze regionali che mette in discussione il principio della mutua distruzione assicurata che nel mezzo secolo di confronto est-ovest ha retto il cosiddetto equilibrio del terrore.
Il club degli Stati atomici.

Ma quali sono le potenze nucleari? Oltre a Stati Uniti, Russia (che ha "ereditato" testate strategiche e tattiche ex Urss), Francia, Regno Unito e India, nel 1998 al club nucleare si è aggiunto il Pakistan, che nel maggio di quell’anno ha eseguito il test della prima atomica islamica. Si conta che Islamabad disponga di una ventina di armi atomiche con uno yield, ovvero la potenza esplosiva, compresa tra 9 e 40 kiloton. Il Pakistan non si è fermato però a realizzare inefficienti e pesanti testate all’uranio arricchito, la cui massa è tale da limitare la gittata dei missili balistici (i Ghauri, sviluppati da Islamabad) ma ha puntato anche all’uso del plutonio. Del resto questo materiale è quello usato di preferenza da Hiroshima in avanti visto che per una bomba atomica occorrono circa 15 kg di uranio 235 oppure da quattro a sei kg di plutonio.

Lo Smiling Buddha ai missili Ghauri.

Gli analisti ritengono che il Pakistan sia in possesso di oltre mezza tonnellata di plutonio e abbia iniziato a condurre ricerche per realizzare una bomba termonucleare: la bomba H, che, in base a quello che viene chiamato schema Teller Ulam, utilizza come innesco per la fusione nucleare una specie di spoletta, il cosiddetto primario, composto da una bomba atomica a fissione. Il Pakistan ha un ruolo chiave nella proliferazione nucleare: è stato la prima potenza regionale a entrare nel Nuke club, in risposta all’ingresso dell’India avvenuto nel 1974, quando fece detonare, nel deserto di Thar, lo Smiling Buddha, il Buddha sorridente, una bomba a implosione da meno di 10 kilotoni, al plutonio. L’India è una potenza nucleare superiore al Pakistan con il quale si fronteggia. Dispone di ordigni a fissione pura, al plutonio, con uno yield di 12 kt, armi fino a 20kt a fissione potenziata, realizzate con plutonio “per armi”, e persino testate termonucleari con una potenza di 200-300 kilotoni. Ma non solo. L’India dispone anche di micro-atomiche, ovvero armi tattiche di potenza compresa tra 0,1 e 1 kiloton: le armi perfette per il terrorismo nucleare, le stesse sulle quali il padre dell’atomica pakistana, il discusso e poi arrestato (per aver creato una rete per il trasferimento illecito di tecnologia nucleare a Libia, Iran e Corea del Nord) Abdul Qadeer Khan aveva scommesso, sia perché possono essere usate in una bomba H sia per il significato militare intrinseco. E queste bombe low yield sono l’arma perfetta per il terrorismo atomico. ll club nucleare ha visto la presenza del Sud Africa, che ha poi smantellato le sue testate all’uranio arricchito, ma soprattutto vede la presenza di Israele. Lo Stato ebraico, al pari di India e Pakistan, non ha firmato il trattato di non-proliferazione nucleare, ed è in possesso di un arsenale alquanto sofisticato che contempla differenti tipologie di armi nucleari.

Uranio naturale, plutonio e arricchimento

La tecnologia per costruire una bomba nucleare non è eccessivamente sofisticata ed è ora alla portata di molti Stati. Quello che è più difficile è, invece, entrare in possesso del materiale fissile (plutonio oppure uranio altamente arricchito) in quantità tale (massa critica) da realizzare un ordigno che sfrutta alti esplosivi per comprimere e mettere insieme le sub-masse critiche. Il materiale fissile, in grado di generare una reazione a catena, si ottiene con il processo di arricchimento ovvero la separazione di due diversi isotopi dell’uranio naturale: l’uranio 235 e l’uranio 238. L’uranio naturale è composto prevalentemente (99,3%) da U238 e il resto (0,7%) da uranio 235. I due isotopi si comportano in misura molto differente. Un nucleo di U235 se viene colpito da un neutrone si spezza (non sempre, ma quasi) in due e dà inizio alla reazione di fissione liberando enormi quantitativi di energia. Facendo assorbire un neutrone all’uranio 238, ovvero il cosiddetto uranio impoverito, si genera invece il plutonio, che non esiste in natura. L’arricchimento è quindi il processo che porta a generare, sulla base di uranio naturale, materiale utilizzabile per le centrali atomiche, reactor grade, (arricchimento al 2-3%) e per scopi bellici (weapon grade, fino al 90%) il processo può avvenire in vari modi: diffusione gassosa di esafloruro di uranio (UF6), centrifugazione, separazione aerodinamica e separazione elettromagnetica. Quest’ultimo metodo portò alla bomba di Hiroshima ed era il sistema prescelto dall’Iraq, che aveva installato speciali acceleratori di particelle (i colutroni) nel reattore di Osirak, distrutto dal raid israeliano «missione Opera» del 1981. Il materiale fissile inoltre può essere ricavato dal combustibile di un reattore atomico. Questo è il processo (ritrattamento) che dal combustibile esaurito porta a recuperare plutonio che può essere usato per scopi civili o militari.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Esteri/2006/10/mc_091006_nuke.shtml?uuid=36a0127e-576e-11db-9e54-00000e25108c&DocRulesView=Libero