Convegno CISL sugli arsenali di Brindisi e Taranto



tarantosera
27/01/2006 15.20.23
Taranto e Brindisi unite contro i tagli
di Giuseppe De Vitis
“Considerato che la storia dell’Arsenale di Taranto, così come quello di Brindisi, è storia anche e soprattutto di popolo; che in questi arsenali è stata scritta una storia sempre viva; visto che proprio nella complessa realtà di questi anni, la presenza degli arsenali di Taranto e Brindisi si è caratterizzata come fattore di equilibrio che investe la vita militare e civile, sarebbe oggi davvero inaccettabile che per ragioni diverse, legate anche alla sottovalutazione dell’attuale stato di crisi del sistema difesa, questi stabilimenti vengano ridimensionati ed abbandonati al loro destino, destinati a divenire simboli di un’archeologia industriale di un passato lontano”. E’ il passo conclusivo della relazione che il segretario regionale della Cisl Funzione pubblica, Enzo Lezzi, ha letto questa mattina, 27 gennaio, davanti ad un nutrita platea, presso il Circolo Ufficiali della Marina militare di piazza Roma, in occasione del convegno organizzato dalla Cisl Fps su “Arsenale e dintorni”. Ad ascoltarlo, tra gli altri, il sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, il presidente della Camera di Commercio brindisina Tomaselli, il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il presidente dell’Assindustria di Taranto, Luigi Sportelli, il direttore generale della Confapi, Clemente Soloperto, l’ammiraglio Francesco Ricci, comandante in capo di Maridipart ed il presidente del Consiglio regionale pugliese, Pietro Pepe. Per il Comune di Taranto, invece del sindaco Di Bello, era presente Mimmo Nevoli. Oltre naturalmente alle rappresentanze sindacali locali e regionali, a cominciare dal segretario regionale della Cisl, Mary Rina. Presente anche il segretario provinciale della Fim Cisl, Giuseppe Lazzaro, il quale ci ha parlato dell’iniziativa sindacale che vedrà partire quattro pullman, carico di lavoratori dell’Arsenale di Taranto, lunedì prossimo, per recarsi davanti a Montecitorio e per tentare l’impossibile, e cioè l’inserimento nel cosiddetto decreto “milleproroghe” di quegli emendamenti necessari ad evitare che la situazione precipiti. "Il problema - spiega Lazzaro - è quello di avere, da parte del governo e dell’am-ministrazione della Difesa, piani e politiche industriali seri, che passino dalla formazione, per consentire uno sviluppo endogeno delle professionalità e non solo legato all’indotto; l’adeguata certificazione delle imprese chiamate ad operare nelle strutture; la possibilità di specializzarsi sulle nuove tecnologie e sui nuovi sistemi di settore. Tutti problemi che purtroppo si scontrano con il contesto generale, che ci mostra giorno per giorno quanto si siano fin qui mostrate deficitarie le politiche portate avanti dal governo centrale".