l'asernale e gli americani



la  nuova sardegna cronaca  gallura   del  410\2005

«L’arsenale è un patrimonio dell’isola»
La Maddalena, il Consiglio in prima linea nella battaglia
Approvata una mozione che chiede il passaggio dell’intera area alla Regione
per favorirne la riconversione

DALL’INVIATO SILVIA SANNA

LA MADDALENA. Il consiglio comunale solleva la testa e dice no. Compatto,
deciso a portare avanti una battaglia iniziata molti anni fa: quella per la
riconversione dell’arsenale, fulcro intorno al quale costruire un nuovo
modello di sviluppo economico. Unica carta da giocare per uscire dalla
“monocoltura” militare e contemporaneamente creare sbocchi occupazionali
duraturi.
L’unità di intenti è stata manifestata durante la seduta straordinaria del
consiglio comunale che si è svolta ieri mattina. Un’unità che scavalca i
colori politici e le convinzioni personali e fa convergere tutti i
consiglieri intorno a un’idea chiarissima: l’arsenale deve essere restituito
alla comunità maddalenina, anzi all’intera isola. Propositi messi nero su
bianco in una mozione con la quale il consiglio dà pieno mandato al sindaco
Angelo Comiti e alla giunta per “l’attivazione di tutte le iniziative volte
al conseguimento dell’obiettivo”.
Un percorso a ostacoli, che si scontra con un muro difficile da superare: l’ostilità
del ministero della Difesa, che di lasciare l’arsenale pare proprio non
avere alcuna intenzione. Contemporaneamente, l’interessamento della marina
americana a ottenere in concessione l’area operativa di Marisardegna, con
annesse la caserme Faravelli e Sauro. Che fare allora?
«Il primo passo da compiere - ha detto il sindaco Comiti - è attivare un
tavolo di trattative al quale siedano l’amministrazione comunale,
provinciale, il governo regionale e le organizzazioni sindacali. Occorre
dare vita a una commissione stabile che si faccia portavoce presso il
ministero di un concetto fondamentale: l’arsenale è un patrimonio dell’isola,
e all’isola va restituito. Tutta l’area dell’arsenale, non solo una
porzione, da riqualificare dal punto di vista edilizio e urbanistico
trasformandola in un polo della nautica, perfettamente compatibile con il
piano del parco, atteso già da dieci anni». Un’inversione di rotta possibile
solo se, in base all’articolo 14 dello Statuto, i beni demaniali passassero
dallo Stato alla Regione e dalla Regione agli enti locali.
«La volontà del consiglio regionale c’è - ha spiegato l’esponente dei Ds
Renato Cugini - la dismissione delle aree demaniali è stata argomento della
seduta che si è svolta sabato mattina. Maggioranza e opposizione si sono
trovate perfettamente d’accordo intorno alla piattaforma, con la formazione
di un gruppo di delegati che andranno a trattare con il governo centrale».
Sintonia assoluta anche con la provincia Olbia-Tempio, come hanno confermato
il presidente del consiglio Piero Sotgiu e il capogruppo dei Ds Pierfranco
Zanchetta, primo firmatario di un documento sulla riconversione dell’arsenale
sottoscritto da tutti i consiglieri. Che hanno in questo modo approvato uno
dei punti chiave delle linee programmatiche illustrate dal presidente della
Provincia Pietrina Murrighile: trasformare l’area di 15 ettari intorno all’arsenale
nel regno della nautica di qualità: rimessaggio, manutenzione ordinaria e
straordinaria, alta tecnologia al servizio tutto l’anno. Intorno, un sistema
ricettivo che dice basta alle seconde case e punta «su differenti tipologie
di alberghi - ha spiegato l’architetto Enzo Satta, assessore comunale all’Urbanistica
- in grado di soddisfare le diverse esigenze. Solo in questo modo, l’arcipelago
potrà diventare un polo turistico di qualità». E, dettaglio fondamentale,
potrà garantire quegli sbocchi occupazionali indispensabili per non
costringere i giovani a scappare lontano in cerca di un lavoro. L’emergenza
disoccupazione è stata sottolineata dal consigliere di minoranza
Franceschino Bardanzellu. «Per capire come stanno le cose basta un dato: l’arsenale
ha perso oltre mille posti di lavoro in venti anni. È chiaro che la sua
riconversione non può più essere rimandata. Per questo - ha aggiunto
Bardanzellu - chiedo che nelle iniziative future vengano maggiormente
coinvolte le forze sindacali, in grado di fornire un quadro preciso della
situazione e suggerire le migliori strategie dal punto di vista economico».

dal  il nordsardegna del 4\10\2005
G a l l u ra


La Maddalena. Seduta aperta del Consiglio sull'affidamento della struttura
Provincia e Comune in coro
«Giù le mani dall'Arsenale»
Il diessino Cugini
si appella al Governo:
«Nuove trattative
o sarà battaglia vera»



Il consiglio comunale di ieri alla Maddalena
ALESSANDRA DELEUCHI
Alessandra Deleuchi
ga llura @ ins.sm
■ Suonano la stessa musica
Regione, Provincia gallurese e
comune della Maddalena sulla
riconversione dell’Arsenale militare,
ancora in mano all’Agenzia
Difesa del ministero. E
nel consiglio comunale aperto
di ieri mattina, tutti i consiglieri
hanno votato all’unanimità
la proposta di mozione
che prevede «la presenza del
Comune e degli altri enti locali
territoriali nel discorso riconversione
dell’Arsenale e sdemanializzazione
di tutti i beni
di contorno»: parole chiare che
hanno ottenuto il consenso di
tutti i partiti politici maddalenini.
ROBOANTE ANCHE SE gius tificata
l’assenza dei consiglieri
regionali e provinciali del centrodestra,
distratti da altri impegni
istituzionali. E mentre
Renato Soru ha ribadito, sabato
scorso, l’opposizione unanime
del consiglio regionale al
consolidamento della presenza
della Marina militare americana
a La Maddalena, il consiglio
comunale dell’isola ha
votato una proposta di mozione
sulla questione arsenalizia.
Mozione che ha avuto
un'improvvisa accelerazione
dopo la palesata intenzione
della Marina Usa di allungare
le mani sulla riconversione della
struttura arsenalizia. «Non
abbiamo avuto risposte a livello
nazionale - spiega il sindaco
Angelo Comiti - l’arsenale
rappresenta l’unica possibilità
seria per programmare il futuro
dell’isola. Ed ho un messaggio
per il governo: l’Arsenale
è patrimonio di tutta la
Sardegna». A dare manforte al
sindaco è intervenuto il consigliere
diessino Renato Cugini,
che ha consigliato «di aprire
con lo Stato un tavolo di
trattative per ridurre le servitù
militari e smantellare la base
americana. «La Regione - ha
proseguito Cugini - ha pensato
ad una piattaforma sulle dismissioni
e le servitù nella quale
abbiamo inserito anche l’Arsenale
della Maddalena. Gli
americani devono andare via
in pace. Se non ci dovessero
essere risposte in tal senso,
dovremmo attuare una protesta
generale». In nome della
Provincia si è espresso il consigliere
Pier Franco Zanchetta,
che ha ribadito la posizione
unanime del Consiglio aggiungendo
che «occorre coinvolgere
tutti per aprire con il governo
un tavolo di concertazione,
per trasformare la Maddalena
da presidio militare
straniero qual è ora, in un
territorio di assoluta eccellenza
sotto il profilo ambientale e
strategico anche per il turismo
». ■



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