Sommergibile Nato, pianificata l'affondamento simulato a Taranto



Il 26 giugno p.v., nella base di fronte alla città, saranno tenute da parte della marina italiana e americana esercitazioni di salvataggio da un sommergibile affondato . Il tutto in simulazione. Collegando questo fatto alla presenza di navi e sommergibili a propulsione nucleare e relative armi, anch’esse nucleari, la supposizione è che un incidente del genere potrebbe avere anche conseguenze di gran lunga peggiori della perdita di uomini e coinvolgere la città. Quello che allarma le organizzazioni più sensibili è il totale silenzio circa una preventiva preparazione o addestramento della popolazione ad una simile evenienza. Conoscendo l’atteggiamento delle forze politiche, anche se non tutte, di fronte a problemi di grave nocumento alla salute dei cittadini, c’è pessimismo circa questa volontà. Si costituisce così, a Taranto, per iniziativa di alcuni movimenti, un “comitato base navale” con preminente scopo quello di informare e soprattutto sensibilizzare la popolazione al problema. Dovrebbe essere una operazione massiccia cercando la grande partecipazione sul tema della Pace contro la guerra. Solo con la grande cura e difesa della Pace si può intanto ridurre l’uso di strumenti di guerra e pertanto anche il rischio di cosiddetti “effetti collaterali” . Sappiamo che l’esercito americano è piuttosto vago e superficiale in proposito, pertanto devono essere i cittadini stessi a pensare in tempo alla loro personale protezione . Si vorrebbero concreti contributi da parte di tutte le associazioni e partiti politici anche per indire convegni ai quali i promotori assicurerebbero la presenza di Ranucci. Si pensa inoltre di indire una contromanifestazione nel giorno della esercitazione con una simulazione di pericolo in cui spiegare alla gente cosa succede e come tutelarsi. Mimare in sostanza una situazione di emergenza. In effetti la situazione di emergenza esiste ed è strisciante proprio a causa di questa totale disinformazione. Serve quindi educare la cittadinanza ad una presa di coscienza su tutto il territorio ed indurla ad una autoregolazione. Si punta sulla partecipazione di tutti perché non si riduca il tutto alla presenza di poche centinaia di persone. Ricordate la bambina dello tsunami che, cosciente ed informata, salvò la vita a molte persone? Perché dovremmo dimenticare certe esperienze? Certo, anche altre realtà sociali hanno coscienza della necessità di difendere la Pace e sanno che non basta, che bisogna opporsi anche alla guerra. Ma se ognuno opera in compartimento stagno, l’impatto sulla opinione pubblica sarà minore rispetto alla evoluzione della coscienza dei fatti che si potrebbe manifestare se tutti, per l’occasione, concorressero “dentro” il “comitato base navale”. Dove, insieme, si potrebbero far nascere maggiori e migliori proposte. Insieme, dunque, contro la guerra ed i suoi strumenti in difesa della Pace e dei suoi benefici. Si pensa che Taranto si vada oltre quanto programmato inizialmente e si assegnino alla base navale ruoli di antiterrorismo e di guerra che esporrebbero la città a regole di sicurezza militare che trasformerebbero la sua fisionomia . Quindi il problema non è solo locale, territoriale. Si torna, quindi, a ritenere necessario che oltre ad una adeguata veritiera informazione ci sia anche il diritto della popolazione di dire la propria, di partecipare alle decisioni, in quanto non è diritto di alcun politico decidere della salute personale di ciascun cittadino. E’ necessaria una attiva partecipazione a tutte le attività che si organizzeranno. E’ necessario che l’azione venga condotta in funzione di un forte richiamo della attenzione dei massmedia e per questo invitare tutti a fare propria questa battaglia da condurre in modo aperto e più largo possibile. I fondatori del “comitato base navale” credono fermamente nella loro azione ed intendono confrontarsi con altri movimenti e partiti, come già detto. La base navale, strategica anche per l’Europa, costituisce , dunque un problema che richiede forte partecipazione anche al di fuori del territorio tarantino. Il problema è nazionale, vedansi le problematiche della base della Maddalena. Serve quella radicalità necessaria sempre quando il pericolo incombe. Tenendo presente che il Comitato vuole essere un organizzatore di una opposizione costituita non da idee ma da persone, tutte uguali davanti alla minaccia.
        Per questo serve una vasta  informazione e diffusione delle notizie.

Sono presenti  :
-     Giovanni Matichecchia
-       Salvatore De Rosa
-       Margherita Calderazzi
-       Comitati di Quartiere
-       Ubaldo Molinari