a chi dice che alla maddalena non c'è niebntre di pericoloso partono e arrivano navi appoggio



dalla nuova  cronaca  gallura 24\3\2005  a Emory S.Land rientra a Santo
Stefano 
Due mesi in Africa per la nave appoggio per sommergibili americani
 
 
 
 
 LA MADDALENA. La Uss Emory S.Land, la nave appoggio per i sommergibili
di stanza nell?isola di Santo Stefano, è ritornata nell?arcipelago della
Maddalena dopo due mesi di attività operative nell?Africa occidentale riguardanti
la cooperazione nella sicurezza tra gli Stati Unti e gli Stati che si affacciano
nel Golfo di Guinea. A questa operazione hanno partecipato 20 ufficiali
della Marina del Ghana, Gabon, Benin, Sao Tome oltre che della Francia,
Spagna, Portogallo e Inghilterra. Sono stati impegnati in attività addestrative
attinenti alla condotta della navigazione, ricerca e soccorso, antiterrorismo
e alla diffusione delle informazioni per la prevenzione dell?Hiv/Aids.
 Il Comandante della USS Emory S.Land, il capitano Michael Budney ha dichiarato:
«E? stata scelta la nostra unità perché è in grado di assolvere una vasta
serie di lavori di riparazione e possiede le capacità necessarie per contribuire
alle attività addestrative navali nel Golfo di Guinea. Abbiamo svolto tutte
le attività addestrative, fornito assistenza tecnica e raggiunto i risultati
previsti. Ne è derivato un arricchimento della nostra conoscenza di quella
area e il desiderio di conoscerla sempre di più».
 Il Colonnello Barry Cronin del Corpo dei Marines, Comandante del Task Group
60.5, è stato a bordo durante la missione: «Una migliore sicurezza porta
a una maggiore stabilità regionale - ha confermato -, che contribuisce alla
crescita economica, che a sua volta promuove idee democratiche per lo sviluppo
di una migliore qualità della vita». L?equipaggio ha svolto, fra l?altro
attività umanitarie, quali la ristrutturazione di aule scolastiche, a favore
della popolazione degli Stati africani occidentali.
 «E? stata la nostra sfida più grande - ha spiegato il capitano Budney -
perché la missione della nave è visitare porti e riparare unità; rimanere
in navigazione per 46 giorni è stata una grande prova per l?equipaggio che
si è comportato in maniera egregia. Abbiamo incontrato diverse difficoltà,
problematiche tecnico-logistiche e numerose manovre di ancoraggio che hanno
richiesto grande determinazione. Tutti hanno svolto il lavoro senza bisogno
di ordini».
Andrea Nieddu