La Maddalena, 3 studiosi spiegano i rischi della base Usa



                  La Nuova Sardegna 26-10-04, pag. 6, Olbia




      La Maddalena, tre studiosi spiegano i rischi della base Usa
      «Sommergibili nucleari insicuri»




        LA MADDALENA. La gente vuole sapere la verità. Si chiede se c'è
davvero inquinamento radioattivo nell'arcipelago. Quale occasione migliore,
per saperne di più, dell'incontro dibattito organizzato dal Cocis? Il
comitato spontaneo cittadino, per la terza volta, ha invitato esperti
nazionali e internazionali, proprio per discutere su «La Maddalena e il
nucleare. Dialogo per le scelte consapevoli». La risposta non è stata
definitiva. Ma ce n'è abbastanza per essere preoccupati.  Molta la gente
che ha assistito all'incontro del salone del consiglio comunale. Sono
arrivati anche da Santa Teresa, Palau, Arzachena e Tortolì, per sentire le
relazioni di tre studiosi illustri. Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare,
ha aperto la discussione parlando «dell'insicurezza intrinseca dei
sommergibili nucleari: una minaccia per l'ambiente». È un esperto: è
ordinario al Politecnico di Torino dove si occupa della sicurezza dei
reattori nucleari. Non ha peli sulla lingua: «La presenza dei sommergibili
nelle nostre acque è decisamente illegale - afferma -. Anche perché gli
stessi sottomarini nucleari esistenti al mondo, un centinaio, hanno avuto
durante i quarant'anni di funzionamento almeno una dozzina di emergenze che
hanno comportato l'esposizione alle radiazioni di popolazioni, lavoratori
militari. Si sono avute inoltre più di 100 emergenze radiologiche, cioé con
inquinamento». Zucchetti ha detto chiaramente che queste macchine non sono
per niente perfette. Anzi: «Se obbedissero alla legislazione civile, e non
a quella militare, non avrebbero diritto di cittadinanza, non avrebbero il
permesso di esercizio e neppure l'autorizzazione dalla commissione di
sicurezza nazionale».  Secondo Zucchetti quello che viene fatto dall'Us
Navy «a livello di esercizio di impianti nucleari sarebbe illegale, sotto
tutti i punti di vista, dai problemi di sicurezza, di funzionamento non
corretto, con problemi anche di mancanza di una serie di circuiti
all'interno di questi reattori».  Le sue riflessioni hanno avuto il
consenso della platea del salone consiliare che ha applaudito diverse
volte.  Fabrizio Aumento, geologo marino dell'università di Tuscia di
Civitavecchia, ha un approccio differente rispetto a Zucchetti. Si occupa
di quello che succede in fondo al mare, anche del movimento di materiale
radioattivo, usando una grande quantità di tecniche che si trovano in
diversi laboratori. «In una zona complicata come l'isola della Maddalena -
ha spiegato -, se si fa una riduzione con soli due campioni, non si risolve
il problema. Ecco perché abbisognano analisi più approfondite, ma
certamente più costose, che però permetterebbero di rilevare le pericolose
radiazioni prodotte dai raggi alfa. La tecnica che si deve usare per
cercare la spettrometria alfa (necessaria per guardare la composizione di
alcuni elementi transuranici e cioé artificiali) richiede un mese di lavoro
per ciascun campione. Ecco perché da febbraio ancora non sono pronti».
Aumento conferma che fra gli elementi transuranici è stato trovato il
plutonio, già individuato dall'istituto francese Criirad. «Bisogna capire -
ha concluso - che cosa avviene alla base, in particolare quando si eseguono
lavori sui sommergibili a Santo Stefano».  Il biologo Mauro Cristaldi ha
parlato infine del «Ruolo delle ricerche radio-ecologiche nello scacchiere
geopolitico». Le sue affermazioni non sono state certamente positive:
«Nell'isola - ha detto - ancora non si è analizzata la catena alimentare
marina da cui partono le sostenze radioattive che poi arrivano
all'organismo umano, colpendo gli organi sia dell'uomo che della donna».
Andrea Nieddu