La Container Security Initiative è diventata operativa nel porto di Napoli




dal detto inglese: chi controlla i mari, controlla il commercio, e chi controlla il commercio controlla il mondo.


La Container Security Initiative è diventata operativa nel porto di Napoli

Presto - ha confermato il direttore dell’Agenzia delle Dogane, Mario Andrea Guaiana - sarà estesa ai porti di Gioia Tauro e Livorno

Il programma Container Security Initiative (CSI) è diventato operativo nel porto di Napoli. Il CSI, predisposto dall’americana U.S. Customs and Border Protection, prevede che il controllo dei container imbarcati in porti esteri e diretti negli USA venga effettuato dagli addetti locali con la collaborazione del personale delle dogane statunitensi.

«L’efficace collaborazione che è in atto tra gli Stati Uniti e l’Italia nei porti di Genova e La Spezia e le positive competenze sviluppate nel corso dell’anno in cui è diventato operativo il CSI in Italia - ha dichiarato ieri il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane, Mario Andrea Guaiana - sono termini di riferimento per l’estensione a Napoli e, subito dopo, ai porti di Gioia Tauro e Livorno». «Recentemente le Dogane italiane e la Guardia di Finanzia - ha aggiunto - hanno stabilito un protocollo d’intesa operativo per realizzare insieme una migliore analisi preventiva nei porti italiani che fanno parte del CSI. L’accordo è mirato ad identificare le spedizioni ad alto rischio e, in ultima analisi, a combattere in maniera più efficace la minaccia del terrorismo internazionale
http://www.informare.it/news/gennews/2004/20041716.asp

l'Europa ci pensa:

http://www.europarl.eu.int/meetdocs/committees/cont/20031007_audition/com_com(2003)0125_it.pdf

John Kerry, candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti
John Kerry, candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, ha criticato il discorso con cui il ministro della Giustizia John Ashcroft ed il direttore dell’Fbi Robert Mueller hanno annunciato il 26 maggio u.s. che Al Qaeda sta preparando un grande attacco contro l’America e hanno diffuso le foto e i nomi di sette sospettati. Secondo Kerry l’annuncio sottintende il fallimento dell’amministrazione Bush nel rendere i treni e gli impianti chimici più sicuri da attentati e nell’ispezionare i container che giungono nei porti americani. Nel dicembre scorso aveva scritto nel suo sito Internet elettorale: «Controlliamo 4 milioni di scarpe al giorno nei nostri aeroporti, ma meno del 4 per cento dei 21mila grandi container navali che ogni giorno entrano nei porti americani». Secondo gli israeliani di Debkafile «si sa che numerose cellule in sonno si sono infiltrate negli Stati Uniti attraverso container navali nel corso del 2003 e all’inizio di quest’anno. Alcuni di questi container sono stati individuati in importanti porti americani, e recavano i segni di essere stati occupati da uomini armati e dotati di esplosivi che non sono mai stati rinvenuti. Può essersi trattato di diversivi per distrarre l’attenzione dagli approdi di grossi gruppi di terroristi armati sulle coste americane, che fonti dell’intelligence ritengono si siano poi diretti a rifugi sicuri nell’interno in attesa di ordini per entrare in azione». Le autorità americane hanno messo in opera, in collaborazione con le autorità di 20 porti stranieri, la Container Security Initiative, un programma per l’individuazione di container navali sospetti, che sono considerati il mezzo più adatto per introdurre armi di distruzione di massa come le atomiche sporche negli Usa. Attualmente solo l’1 per cento dei 230 milioni di container che entrano nei porti di tutto il mondo è sottoposto a ispezioni.