[la maddalena ] nonostante le minacce e le intimidazioni il wwf và avanti



  dalla nuova   della  Gallura  del14\5\2004


Il Wwf non cede alle minacce: subito i nuovi dati, e li daremo


 SANTA TERESA. "Controlleremo ogni riga scritta sulla questione nucleare.
Per trascinare davanti all'autorità giudiziaria chi gioca al massacro con la
nostra terra". Alla minaccia del sindaco della Maddalena, Andrea Quiliquini,
del WwF Gallura, che, assieme alla sua consorte Paoletta Buioni, sin dagli
albori una qualche riga l'ha pure spesa, d'ora in avanti dovrà stare ben
attento. «Certamente il sindaco della Maddalena, annunciando quelle
precauzioni, non aveva in mente né l'azione né i documenti del Wwf.
Semplicente perché la nostra correttezza è riconosciuta e perfino
apprezzata».
 - Tornerete, anche dopo l'ammonimento del sidaco maddalenino, a
pronunciarvi sulla questione?
 «Non ci potrà mai esservi dubbio. La nostra posizione risalterà sempre
chiara, precisa, autorevole e credibile, perché esente da pregiudizi e
sopratutto basata su dati scientifici».
 - Perché tanto clamore, e soprattutto in questi ultimi tempi, sulla
questione del nucleare?
 «Perché la sua rilevanza, con l'inquietitudine che desta, non può non
postularlo. Naturalmente occorre scindere fra scienza e politica. La nostra
azione segue i tempi, le regole e i dati della prima, mentre non è
interessata alla seconda. Né condizionata».
 - Com'è la situazione, alla luce dei dati pubblicati, sui dubbi nucleari?
 «La situazione non può che destare preoccupazione. Non entro nel merito dei
dati forniti e sulla presenza di elementi inquinanti. Constato solo che
sottomarini nucleari che vanno e che che vengono, ormai da trent'anni, non
possono non lasciare una qualche traccia. Prendiamo la questione del Torio:
la presenza c'è, più che altrove. E' un fatto naturale o indotto? La sua
presenza solamente nella nostra zona è quantomeno un fatto sospetto, che
induce al dubbio e chiama all'indagine approfondita. Ed è ai risultati di
quest'ultima che noi ci affidiamo. Ai risultati in particolare del francese
Criiad, l'istituto indipendente di ricerca al quale si è rivolto il comitato
altrettanto indipendente dei nostri amici còrsi, ottenendo dati che non
inducono certo alla spensieratezza. Quegli stessi dati, da queste parti più
o meno presi in considerazione, quando non contestati o addirittura
snobbati, che ora stanno passando al vaglio di un istituto belga di ricerca
scientifica, anch'esso indipendente e non legato né alla politica né alle
istituzioni regionali o statali. E che paghiamo con le nostre
sottoscrizioni. Quando i nuovi dati saranno disponibili, non avremo remore
né condizionamenti a pubblicarli. Né a denunciare la situazione che essi
determineranno».

Tonio Biosa