dagli altri poligoni sardi unione sarda ed nazionale del 14\3\2004



L'ex comandante dell'Esercito sardo Carta: a Teulada molti ordigni inesplosi

Nelle basi l'incubo del linfoma
«I militari ammalati avranno la causa di servizio»


Il linfoma di Hodgkin ha un'incidenza superiore alla media tra i militari in
servizio nelle basi sarde. Lo dicono le carte degli studi in mano all'
Esercito: «Ma non ci sono prove scientifiche di collegamenti con l'uranio»,
dice Giangabriele Carta, fino a un mese fa comandante della Regione militare
Sardegna: «È vera l'anomalia dei linfomi, ma è mistero sulle cause».
Vuol dire che l'uranio impoverito non c'entra nulla?
Secondo i nostri studi di cui siamo in possesso l'uranio impoverito non
dovrebbe provocare conseguenze di questo tipo.
Ma non è sicuro.
Tutto può succedere. Basti pensare all'eternit: sembrava innocuo del mondo
ma si è scoperto che è cancerogeno.
Allora i rischi esistono?
In Sardegna no.
Perché?
Perché non utilizziamo proiettili all'uranio ma solo al tungsteno.
Chi non li utilizza?
Le forze armate italiane.
E chi li utilizza?
Gli Stati Uniti, servono per colpire i carriarmati. L'uranio impoverito
esalta le qualità cinetiche dell'acciaio.
I cugini americani.
Prego?
Sono sempre di casa in Sardegna.
Non hanno mai utilizzato uranio impoverito nelle nostre basi.
Nelle basi sarde mancano gli osservatori ambientali.
Nel 2002 ho inviato una lettera all'assessore all'Ambiente Pani.
Motivo?
Per aprire i nostri poligoni a tutti i controlli.
Ma tutto tace.
Non è colpa nostra.
E di chi?
La Regione vorrebbe controllare a spese dell'Esercito. Non è possibile.
Un problema di soldi?
È solo un problema di ruoli, di competenze.
Nel frattempo tanti militari si ammalano. Magari perché toccavano i
proiettili a mani nude.
Non all'uranio.
Eppure si ammalano.
Non voglio far la parte del cinico ma i tumori sono nella media nazionale.
E i linfomi di Hodgkin?
Si sta cercando di capire a cosa sia legata tale incidenza.
Molti soldati cominciano a ottenere la causa di servizio.
Lo so. Ho seguito personalmente diversi casi. Per un maresciallo campidanese
la Corte dei Conti ha contraddetto l'Esercito. E questo farà giurisprudenza.
E significa tante cose.
Significa che almeno le famiglie dei militari malati non avranno problemi
economici.
La Sardegna è sempre più teatro di esercitazioni a fuoco.
Meno di quanto si pensi.
Più del resto d'Italia.
Più che basi ci sono il demanio e le servitù militari. Molti chilometri
quadrati.
Capo Teulada assomiglia a un campo di battaglia iracheno.
È il centro di addestramento più importante. La mancanza di abitazioni e il
mare circostante esaltano le sue potenzialità.
Ci sono ordigni inesplosi?
Nelle zone interdette è probabile.
A terra e in mare?
A terra e in mare.

Giulio Zasso

Gli scenari

«Nelle aree operative non esistono pericoli di radioattività dovuti alle
armi»


«Nei poligoni sardi non ci sono e non ci sono mai state tracce di uranio
impoverito: è stato dimostrato da indagini eseguite tempo fa da esperti, a
Quirra e Perdasdefogu. Se solo ci fosse un minimo dubbio sulla presenza di
uranio in queste zone sarei il primo a denunciarlo» A ribadirlo è il
sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu, che ieri nel corso di un
convegno sulla sicurezza pubblica, organizzato a Quartu dall'associazione
culturale il Mosaico, ha parlato del caso-uranio nei poligoni sardi e della
possibile correlazione con le malattie dei soldati.
«Sono stato proprio io a dare l'incarico a tre professori universitari di
indicarmi esattamente lo stato dei siti di Quirra e Perdasdefogu. Gli
studiosi, uno dei quali di Cagliari, mi hanno detto che non esistevano nella
maniera più assoluta tracce di uranio. E che i casi frequenti di tumori e
linfomi tra civili e soldati della zona potevano essere riconducibili ad un
alta concentrazione di arsenico nel luogo, dovuto alla lavorazione delle
miniere. In questi giorni leggiamo attacchi ingiusti e messaggi sbagliati: c
'è una grande confusione che non fa che ostacolare la ricerca della verità.
Se solo volessi strumentalizzare sulla questione potrei dire che io ricopro
questo incarico solo da due anni , adducendo la colpa a chi mi ha preceduto.
Ma non lo faccio e anzi sono stato io a fare eseguire controlli e verifiche
per fugare ogni dubbio legato all'uranio».
Niente uranio nei poligoni, quindi, stando al sottosegretario Cicu: restano
però le testimonianze degli ultimi giorni del militare ventisettenne
calabrese impegnato a Teulada e Perdasdefogu e di un maresciallo oristanese
che ora lottano con gravi forme di tumore e che hanno denunciato come nei
poligoni raccogliessero proiettili all'uranio impoverito a mani nude, senza
nessuna protezione. E restano i ventiquattro militari morti, in Sardegna e
dopo aver preso parte a missioni di pace nei Balcani, e i duecentosessanta
malati. Per non parlare dei tanti casi di civili di Escalaplano, Quirra,
Perdasdefogu affetti da varie forme di tumore e dei bambini nati con gravi
malformazioni.
Il sottosegretario si è soffermato anche sul caso della Maddalena e sulle
manifestazioni popolari contro le basi nell'isola, spiegando come «questa
nostra terra sta vivendo un periodo difficile come fosse una mina vagante.
Non si fa più distinzione tra un sottomarino che va a propulsione nucleare e
uno dotato di armamenti nucleari. Dall'altra parte poi si assiste al
proliferare di gruppi anarchico-insurrezionalisti che vedono male la
presenza del ministro dell'interno o di un sottosegretario delle servitù
militari. Sono contrario all'enfatizzazione di questi gesti ai quali lo
Stato sta reagendo bene grazie alle forze di polizia e dei carabinieri.
Credo fermamente che non si possa abbandonare l'alleanza con gli stati Uniti
laddove non c'è ancora un'Europa unita e un Onu da riformare».

Giorgia Daga