Re:Boato Maddalena, rinviata visita Commissione parlamentare; ad un passo dalla verità?



Paura e pesanti danni: 18 giorni di segreto, poi la notizia della rimozione del comandante della Maddalena
Incidente a Caprera per il sottomarino nucleare Usa più potente
A pochi chilometri dall’isola di Caprera si è rischiato un incidente nucleare. Un sottomarino americano della classe Los Angeles, tra le più potenti macchine da guerra del mondo, ha urtato con violenza sui fondali, incagliandosi. L’impatto è stato fortissimo: 7 mila tonnellate d’acciaio si sono scontrate con gli scogli della secca dei Monaci. Gravi i danni: il gigante degli abissi ora non è più in grado di affrontare l’Oceano. Ma tutta la vicenda è stata tenuta segreta per oltre due settimane: solo ieri la Sesta flotta ha annunciato la rimozione del comandante dell’unità e del capo della base della Maddalena. Puniti anche altri 6 membri dell’equipaggio.L’incidente è avvenuto in uno dei tratti di mare più belli e frequentati del Tirreno. Il comunicato ufficiale sostiene che l’Ssn 768 Hartford stava «uscendo dal canale orientale dell’isola di Caprera»: dovrebbe trattarsi degli «isolotti sperduti» dove l’11 settembre rischiò di affondare anche il traghetto Moby Magic. L’impatto risale alle 12.40 di sabato 25 ottobre. L’unità lunga quasi 110 metri ed armata con siluri, missili cruise e forse testate atomiche ha «spanciato» sui fondali rocciosi. In un attimo una missione di routine si è trasformata in emergenza. Per alcuni lunghissimi secondi si è temuto che ci fossero falle o danni al reattore nucleare. Poi si è passati a verificare le condizioni dei 119 uomini imbarcati. Infine il primo responso: «Nessuna lesione allo scafo, nessun ferito, nessun problema al propulsore». Nel giro di alcuni minuti il comandante, con i motori al minimo e le grandi eliche lesionate, è riuscito a riprendere il controllo e riportare il sottomarino alla base. Anche alla Maddalena è scattata la massima allerta. Le squadre di subacquei si sono immerse per controllare le condizioni del guscio e dei comandi. Hanno trovato danni estesi ai timoni, ai sonar e agli altri sistemi elettronici ospitati in bolle all’esterno dello scafo. Apparati delicatissimi, che permettono all’Hartford di combattere ¿L’incidente dell’Hartford è stato tenuto top secret fino a due giorni fa. Le prime indiscrezioni sono trapelate su un piccolo giornale di New London, la cittadina del Connecticut dove si trova il «porto di residenza» del sottomarino: la missione nel Mediterraneo doveva durare sei mesi, mentre invece è stato annunciato il ritorno a casa anticipato di tutto l’equipaggio. Probabilmente la redazione del Day è stata informata dai familiari dei marinai, insospettiti per il rimpatrio anticipato. Un giallo, chiarito ieri dal comunicato ufficiale che annunciava la rimozione dei comandanti. 
Proprio la serietà delle punizioni inflitte testimonia la gravità dell’incidente. Il capitano dell’Hartford, Christopher Van Metre - figlio di un eroe della guerra del Pacifico - e il commodoro della «squadriglia sottomarini 22» - ossia il numero uno della base della Maddalena - Greg Parker, sono stati rimossi e richiamati negli Usa: «Non c’è più fiducia - ha dichiarato il contrammiraglio Stephen Stanley - nella loro capacità di comando». Nei loro confronti potrebbero essere presi provvedimenti ancora più pesanti, ma già questa sanzione di fatto potrebbe segnare la fine della carriera. Altri sei militari - tra cui due ufficiali - hanno invece subìto un «captain mast», una sorta di giudizio sommario con una sanzione verbale. 
In Sardegna la notizia dell’incidente è stata accolta ieri con sorpresa. Da tempo la grande base dei sottomarini nucleari è oggetto di contestazioni. Anche se gli allarmi nel passato sono stati rari. Nel 1977 il «Ray» si era incagliato a largo di Capo Teulada, poi all’inizio degli anni Novanta una nave da rifornimento aveva rotto gli ormeggi, rischiando di scontrarsi con i due sommergibili che le erano vicini. Ma nulla di serio, almeno stando alle versioni ufficiali. Quello che preoccupa però è la cortina del silenzio: molti nell’arcipelago della Maddalena sospettano che numerosi episodi episodi siano stati coperti dal segreto. E citano il misterioso «bang» della notte del 20 ottobre, un boato alle 23.30 che ha svegliato molti degli abitanti. Senza che siano state fornite spiegazioni ufficiali. 
www.corriere.it


> Sassari, 11 nov 2003 - 19:54 - La Nuova Sardegna - web
> La visita della Commissione parlamentare nelle gallerie dell'isola di Santo 
> Stefano, a La Maddalena, struttura sotto il totale controllo della Marina 
> Militare Italiana,è stata rinviata al 24 novembre.
> 
> Il rinvio si deve alla certezza che a provocare il boato il 20 ottobre 
> scorso, alle 23:23, e il tremolio della terra avvertito in gran parte della 
> Gallura, è stato dovuto a un movimento tellurico sotterraneo avvenuto a 
> circa sette chilometri dell'abitato di Porto Vecchio in Corsica. La 
> conferma era giunta, pochi giorni dopo il fatto dai sismologi francesi del 
> Centro di controllo della Corsica e confermato dalla dottoressa Patrizia 
> Tosi dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia di Roma.(cor)
> 
> http://www.kataweb.it/news/detail.jsp?idCategory=731&idContent=529411
> 
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> 
> Su http://www.cronacheisolane.it/alt.not.633.htm si legge:
> 12-11
> "<alt.not.633.htm>Svelato l'incidente di S. Stefano: sommergibile sulle 
> <alt.not.633.htm>secche""
> e sarebbe dunque un sommergibile Usa a propulsione nucleare ad essersi 
> incagliato.
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