americani più pessimisti sulla missione in Iraq; nuove difficoltà



24 agosto 2003

Stati Uniti. Un sondaggio di Newsweek rivela: americani sempre più pessimisti sulla missione in Iraq


Gli americani sono sempre più pessimisti sulla missione in Iraq. Lo rivela un sondaggio pubblicato dal settimanale Newsweek. Il 69% degli intervistati dichiara di essere molto preoccupato perchè gli americani rischiano di rimanere in Iraq per molti anni, senza raggiungere gli scopi che si erano prefissi. Solo il 18% confida nel fatto che un governo stabile e democratico possa prendere forma in tempi brevi.
Il 47% degli americani poi teme che i costi del mantenimento delle truppe in Iraq possano causare un grosso deficit del bilancio e danneggiare l'economia statunitense. La maggioranza è ancora convinta che gli Stati Uniti abbiano fatto bene ad attaccare l'Iraq, ma non sa dire quanto sia stata efficace nel combattere il terrorismo e Al Qaeda.

La popolarità di Bush è in calo
Il declino di Bush è costante. Il presidente americano può contare ancora sul 53% degli americani, ma da Aprile ad oggi ha subito un calo nei sondaggi pari al 18%. E sono in molti (49%) a sostenere che non vorrebbero una sua rielezione. Bush può contare su uno zoccolo duro (44%) che lo vorrebbe presidente una seconda volta, ma in aprile era il 52%. Il suo ooperato viene messo in discussione in particolare sulla poltica interna. Sono in molti a sostenere che i Democratici abbiano un miglior approccio nel trattare economia, sanità, tasse, istruzione, sicurezza sociale, ambiente ed energia.

Fonte:
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=40414


24 agosto 2003
Iraq. Bremer: gli Usa incapaci di garantire i servizi minimi

L'amministratore civile dell'Iraq, lo statunitense Paul Bremer, ha riconosciuto che gli Stati Uniti sono per il momento incapaci a ripristinare i servizi minimi per la cittadinanza irachena. Lo riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo. 
 
"Speriamo di completare la rimessa in funzione della rete elettrica per la fine di settembre. Ma i continui atti di sabotaggio rischiano di rendere inutile il nostro lavoro", ha dichiarato Bremer. 
 
La frequente mancanza di elettricità, la mancanza di sicurezza e l'assenza dei servizi minimi sono le principali cause di malcontento degli iracheni. Quest'ultimi attribuiscono tutte le responsabilita' della situazione all'occupazione statunitense. 

Fonte:
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=40412



24 agosto 2003

Iraq. Un'organizzazione femminista denuncia: dalla caduta del regime oltre 400 le donne rapite

Dalla caduta del regime di Saddam Hussein, oltre 400 donne irachene sono state rapite, violentate o vendute. A denunciarlo è Yanar Mohammad, che dirige l' Organizzazione per la libertà delle donne in Iraq, nel corso di una manifestazione svoltasi questa mattina, in una piazza di Baghdad, alla quale hanno partecipato un centinaio di donne. E questa presenza esigua, ha spiegato è da mettere in relazione alla paura. 
Secondo Mohammad, dopo l' ingresso delle forze della coalizione nel Paese, l' Iraq "conosce un' ondata di violenza senza precedenti contro le donne, e oltre 400 di loro sono state rapite, violentate e talvolta vendute". 

Gli attacchi, secondo Yanar Mohammad, sono condotti "da bande professionali, che rapiscono e vendono le donne o esigono un riscatto, o da individui che le rapiscono per violentarle" e quando una donna cammina per strada "è immediatamente oggetto di umiliazioni, d' aggressioni sessuali o è minacciata di rapimento". 
L' Organizzazione per la libertà delle donne in Iraq ha accusato le forze americane di non fare nulla e di avere trasformato le strade in "una zona senza donne quando invece la coalizione aveva promesso una nuova era di libertà pur gli uomini e le donne in Iraq".

Fonte:
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=40417



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