Fwd: Uranio impoverito. Osservatorio militare: allarmi ancora inascoltati




----------  Forwarded Message  ----------

Uranio impoverito. Osservatorio militare: allarmi ancora inascoltati

rainews24.it

Roma, 23 giugno 2003
Nuovo appello dell'Osservatorio militare per rompere il muro di silenzio
sull'utilizzo dell'uranio impoverito, che è stato usato anche nella guerra
in Iraq.

Si continua - afferma l'Osservatorio militare - a non dare ascolto agli
innumerevoli allarmi lanciati in merito alla devastante ripercussione che
si potrà avere sia sulla popolazione civile, sia sui militari attualmente
impiegati in Iraq.

L'Osservatorio, la Royal Society di Londra, la CRHRAD di Parigi,
l'Institute of nuclear Sciences Vinca di Belgrado, l'Accademia degli
Scienziati Americani, e tanti altri, continuano a richiamare l'attenzione
sul problema dell'utilizzo di ordigni all'uranio impoverito.

E' frustrante - continua la nota - anche il silenzio che, con sapienza, è
stato creato intorno alla vicenda, nonostante i 257 malati di cui 20 già
deceduti, le percentuali di patologie linfatiche (oltre l'1%) tra i
militari impiegati, le fotografie dei metalli pesanti all'interno del corpo
dei militari deceduti o malati identiche a quelle denunciate dagli
americani già dal '78, i numerosi casi di figli malformati e l'inquietante
aumento di aborti tra famiglie dei militari impiegati, non si riesce,
almeno in Italia, ad affrontare il problema.

Migliaia di segnalazioni, anche di persone non direttamente coinvolte nella
vicenda, vengono quotidianamente ignorate dalla grande informazione di
massa che continua a stendere un velo di silenzio sulla vicenda. I contatti
con i colleghi coinvolti (francesi e inglesi) continuano ma, alla libertà
d'informazione che regna in altri Stati, si contrappone un muro di gomma
eretto da ex vertici militari, ora politicanti, e politici
ingiustificatamente succubi di una sudditanza al cospetto degli Stati Uniti
che, a differenza dell'Italia, rispettano, onorano e premiano i figli
caduti o ammalati.

Tra il personale - sostiene l'Osservatorio - aumentano i casi di chi,
rifiutandosi di partire, viene denunciato alla Procura Militare che, in
considerazione anche delle altissime percentuali di astensioni del rancio,
ha trovato forse un ruolo nuovo da comandante 'in seconda' quando il primo
non riesce più a farsi ascoltare.

Il presente comunicato stampa - conclude - rappresenta anche un appello a
tutti i politici di qualsiasi schieramento che vorranno aiutare
l'Osservatorio a rompere il muro del silenzio ed ottenere giustizia per
coloro che ancora soffrono. A un anno dalla morte del Caporale Antonio
Milano, la vedova non ha avuto né la pensione né il riconoscimento della
morte del marito per causa di servizio. Il bambino, che non ha mai
conosciuto il padre, oggi ha un anno e ancora non sa chi e perché lo abbia
ucciso prima che lui nascesse.


-------------------------------------------------------

-- 
francesco iannuzzelli    francesco at peacelink.org
associazione peacelink   http://www.peacelink.it