Re:18.42: Studio Aperto



Il problema è che Alì, questo è il nome del bambino mostrato nel servizio, ha perso tutta la sua famiglia nel bombardamento in cui lui è rimasto così gravemente ferito, quindi, per continuare secondo la tua logica, non ha nessuno (di parenti intendo) che lo possa vendicare.
Queste cose rafforzano in me il senso di inutilità della guerra e la mia decisione di una scelta di vita non violenta si rinnova ogni giorno perchè mai come oggi siamo di fronte all'inutilità della guerra.

Con amicizia.

Alessandro Serafini


> Sono le 18.42. Studio Aperto ha appena mostrato le immagini di un bimbo di
> otto anni con le braccia appena mutilate dalle bombe  o dalle mine. I medici
> cercano di rassicurarlo con parole dolci. Con quali parole si può far capire
> ad un bimbo che non toccherà più nulla, che non sfiorerà dolcemente il corpo
> di una persona, che non potrà fare tutte le cose che fanno i suoi coetanei?
> Sono papà di 2 gemelli di otto anni. Ho spento la TV, con una rabbia in
> corpo che non riesco ad esprimere, se non in modo animale. Non potrò
> biasimare i genitori, i parenti di quel bimbo se lo vorranno vendicare. Io
> lo farei.
> E ciò mi impone una riflessione sulla violenza, sulla non-violenza e sulla
> loro logica.
> Forse il problema è mio, ed è microscopico in confronto a questioni globali.
> La realtà è che un agnello può diventare carnefice, e di agnelli è pieno il
> mondo.
> Prima o poi diventeranno carnefici.
> 
> Con amarezza
> Andrea Meloni
> 
> 
> 
>