(Fwd) [noomc-it] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica



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From:           	"Red * Ghost" <red-ghost at libero.it>
Date sent:      	Wed, 12 Mar 2003 03:38:58 +0100
Subject:        	[noomc-it] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica!
Send reply to:  	"Red * Ghost" <red-ghost at libero.it>

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Fabbriche di armi; no alla produzione bellica!
(elaborazione a cura di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova,
sulla base di informazioni ricevute dalla rete.) 6 Marzo 2003.

Finalmente, di notte, potremo dormire sonni più tranquilli!
E di giorno, visto che i nostri angeli custodi ci hanno abbandonato 
in
massa per trasferirsi in Paradiso a gustare il caffè Lavazza, ci
penseranno altri angeli custodi, uccellacci supersonici, i 
"Predator".
Tranquilli tutti! Non si tratta di mostri sfuggiti da "Jurassic 
Park",
ma di costosissimi mostri tecnologici. Questi "Predator", che
dovrebbero tutelare dall'alto la nostra sicurezza, sono bellissimi
regali che ci sono stati fatti dai nostri politici affaristi del
centro-sinistra, che hanno fatto il consueto passamano con i loro
colleghi della Casa delle Libertà: si tratta di "Predator 
bipartisan"!
E giustamente i Predator garantiranno la nostra libertà. I "Predator"
sono aerei telecomandati con potenzialità anche da bombardiere
'leggero', oltre che per ricognizione aerea. Per tutto ciò, questi
sistemi d'arma assolutamente non possono essere spacciati come aerei
atti alla difesa del territorio nazionale!!

Ma dove si trova il nido dove si schiudono le uova di questi volatili
telecomandati? A Ronchi dei Legionari, vicino a Gorizia. A Ronchi
esiste la fabbrica bellica Meteor, che oggi fa parte del gruppo
Finmeccanica, è una società controllata da Galileo Avionica. Meteor 
si
è sempre occupata, fin dagli anni Sessanta,  della costruzione degli
UAV, Unmanned Air Vehicles, velivoli telecomandati, altrimenti detti
"Drones", aeroplani teleguidati; il modello della Meteor più noto e'
il "Mirach". La fabbrica produce anche altri sistemi d'arma.

Nel 1999, durante il governo di centro-sinistra, la Meteor ha vinto 
il
contratto per la fornitura di velivoli telecomandati "Predator" al
governo italiano, e si può trovare l'annuncio della firma del
contratto sul sito di General Atomics, che e' il produttore
Statunitense dei Predator.
 http://www.ga.com/news/pr_meteor.html
Quindi Meteor produrrà aerei UAV "Predator" su licenza USA, comprati
dal Governo Italiano come fornitura per l'Esercito, la Marina,
l'Aviazione Italiana. Meteor si occuperà dell'assemblaggio di 5 dei 6
"Predator"; inoltre fornirà lo specifico supporto tecnico e logistico
per questi velivoli.

Per la Meteor si tratta di un affare di circa 12 milioni di Euro di
guadagno. Il contratto fra l'Amministrazione della Difesa e la 
General
Atomics è stato firmato il 3 luglio 2002, e ora governa il
centro-destra, e prevede la consegna del primo velivolo entro il 2003
per un totale di 5 macchine con un costo pari a 54 milioni di Euro.

Risulta necessario sottolineare questo fatto: l'appalto di contratto
viene messo in attuazione nel 1999, durante il governo di
centro-sinistra, e il contratto sottoscritto dal governo Berlusconi. 
E
adesso tanti personaggi responsabili della politica guerrafondaia del
governo D'Alema, sicuramente spinti a questa politica da interessi e
da smanie di guadagno, vanno alle marce della pace, alle fiaccolate,
ai digiuni, facendo bella mostra di se stessi come campioni del
pacifismo. Sfruttano per la loro visibilità politica, per ricomporre
la loro fazione politica in vista dei prossimi impegni elettorali, la
tragicità della guerra e il sangue che i popoli versano. Squallidume
partitico! Dei futuri morti Iracheni e dei massacrati attuali
Palestinesi proprio non ne parlano: asetticamente sventolano la
bandiera arcobaleno, e così si lavano la coscienza, asserendo "Non si
può fare di più" ( a meno che non ci siano le televisioni presenti,
che allora il ceto politico, Disobbedienti movimentisti in testa,
dà.l'assalto al Palazzo d'Inverno!). Molti si dichiarano contro la
guerra "senza se e senza ma", ma se l'ONU avvallasse il macello
sentiremo dichiarazioni sulla necessità di abbattere con la bombe i
dittatori del mondo, ed intanto, fatto oggettivo, hanno mandato, a
spese del popolo Italiano, i nostri mercenari con la penna
sull'elmetto a combattere sulle lande deserte Afgane in supporto di
altri mercenari che dovranno andare a massacrare sulle lande deserte
Irachene. Paghiamo per l'invio indebito di truppe in tutto il mondo,
vengono spesi 54 milioni di Euro per questi 5 "Predator" e chiudono 
il
Geriatrico a Padova, e strutture sanitarie in tante città italiane, 
le
spese sanitarie familiari per degenze e cure mediche vanno alle
stelle, le scuole fanno pena, muoiono i bambini schiacciati da
strutture fatiscenti per una scossa di terremoto, pesante sì, ma non
catastrofica, i servizi pubblici e anche quelli privati sono
deficitari, le tariffe per la energia elettrica, per il gas, per lo
smaltimento dei rifiuti, sono insopportabili per molte famiglie, la
povertà comincia ad assumere aspetti preoccupanti, e vengono spesi
quattrini per appoggiare una guerra per la "Libertà Duratura". Ecco i
frutti del .pacifismo bipartisan, di destra e di una certa cosiddetta
sinistra! Ci dicono che i requisiti di questa società in evoluzione
sono la certezza delle basi materiali e una adeguata sicurezza, per
garantire la stabilità dell'attuale ordine politico. Si vogliono
controllare popoli e paesi mediante l'intimidazione delle armi e 
usare
il potere militare come strumento di pressione politica disgregante.
In tanti marciatori per la pace non è presente questo concetto, che 
la
guerra è originata per la conservazione dell'attuale sistema 
economico
di sfruttamento di risorse e di umanità; parlano di un altro mondo
possibile, ma solo frutto di mediazioni e compromessi, come i bilanci
partecipativi, lo sviluppo compatibile, la Tobin Tax, ma non parlano
mai della necessità di licenziare i padroni e di chiudere le 
fabbriche
di armi, di esautorare dal potere gli speculatori finanziari mondiali
e i consigli di amministrazione delle società trasversali multi
nazionali, e di consegnare il potere di autodecisione e di
autodeterminazione direttamente ai popoli.

Diamo allora qualche informazione tecnologica per far capire meglio 
la
questione Meteor, ed avere ulteriori strumenti di analisi. La Meteor
di Ronchi dei Legionari lavora sui programmi relativi agli UAV,
velivoli senza pilota, usati per acquisizione di informazioni, del
tipo aerei spia ( si ricordano gli U2 Statunitensi sui cieli
dell'Unione Sovietica?), e per la produzione di simulatori per
velivoli, elicotteri e sistemi radar. Il mercato degli UAV viene
stimato dai vertici della società giuliana, nel prossimo futuro, pari
a 4 miliardi di Euro, includendo gli UAV tattici, quelli civili e gli
aerobersagli. Il 40% di questo mercato sarà appannaggio USA, ma la
fetta Europea dovrebbe essere considerevole. Ma quanto pacifisti sono
gli Europei!!

Gli UAV compresi nei programmi di realizzazione e di ricerca di 
Meteor
possono essere divisi in tre categorie: "Predator", "Falco" e
"Nibbio".

· Del "Predator" abbiamo discusso in precedenza.

· Il "Falco" è un UAV di categoria MAE (Medium Altitude Endurance,
Volo di Durata ad Altezza Media) con apertura alare di 7,20 m, di cui
è prevista una versione navale. All'interno vi è il payload (una 
sorta
di centrale comando) che comprende i visori termici, telecamere a
colori e designatori laser.

· Il "Nibbio" ha superato il numero di 100 esemplari prodotti; nel
2004 sarà prodotta una versione sperimentale modificata in diverse
configurazioni che comprenderanno un data link, sistema informatico 
di
collegamento di dati, e sensori elettro-ottici.

Il settore simulatori di volo è quello che maggiormente ha fatto
incrementare il portafoglio ordini della Meteor per il 2001; in
particolare si parla del simulatore per la società EFA, di cui Meteor
ha una quota azionaria del 25%, con responsabilità di progettazione e
produzione della postazione istruttore, posizione
briefing/debriefing,( che impartisce istruzioni sul volo aereo o le
destruttura), generatore di lezioni e generatore di scenari e dei
programmi informatici del tipo "data base" per il Digital Radar Land
Mass System, per un valore di circa 130 milioni di euro. Sonoprevisti
18 Full Mission Simulators.

Anche per la società Agusta, METEOR dovrebbe fornire i database
terrestre e marittimo, oltre al simulatore del radar di bordo per il
prossimo simulatore di missione dell'EH-101.

Sempre in campo radaristico costruisce il Radar Environment 
Simulator,
proposto quale sistema di simulazione per i radar di difesa aerea RAT
31DL, che Alenia Marconi System sta vendendo in numerose nazioni 
NATO,
ultime la Turchia e la Grecia.

Su questa materia è in fase organizzativa un prossimo convegno che
avrà luogo a Udine, in occasione della concomitante fiera.

Localmente ha riservato la sua attenzione sull'argomento, qualche 
mese
fa, il quotidiano di Trieste "Il piccolo". Nel dicembre 2002, su 
tutta
questa vicenda dei "Predator" alla Meteor e' uscito un articolo sul
settimanale Panorama, nel dicembre 2002
http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016779


Decisamente è opportuno riportare il contenuto dell'intero articolo.

"L'aereo spia atterra in Italia. E non decolla"
di Michele Lella
13/12/ 2002

Il primo "Predator", destinato alle forze armate italiane, è
alloggiato nell'hangar della Meteor a Ronchi dei Legionari.
Silenziosi, sofisticati e senza pilota: gli Usa li impiegano nella
caccia ai terroristi. L'Italia li ha comprati, ma per usarli dovrà
cambiare la legge.

Un joystick nella mano destra e uno nella mano sinistra. E davanti,
tre, quattro monitor circondati da una miriade di spie e pulsanti
luminosi. Un colpetto con il polso destro e l'aereo s'inclina
dolcemente abbassando l'ala. Un po' di pressione con la mano sinistra
e su uno degli schermi compare l'immagine di un hangar, sempre più
grande. Fin qui tutto normale, la tecnologia ci ha abituati a 
velivoli
sempre più sofisticati. Ma il fatto insolito è che la cabina di
pilotaggio si trova a terra, magari a centinaia di miglia dal
velivolo; e l'aereo in questione è un "Predator", uno di quei 
velivoli
senza pilota che abbiamo imparato a conoscere nel conflitto in
Afganistan, ove si sono rivelati preziosi per l'esercito americano.

E ora il "Predator" parla anche italiano. Primo paese della Nato, 
dopo
gli Stati Uniti, l'Italia ne ha acquistati cinque esemplari che
saranno pronti a partire da marzo 2003, con consegne previste fino al
2004. Il primo, a dire il vero, è già arrivato e si trova a Ronchi 
dei
Legionari, negli stabilimenti della Meteor, una società del gruppo
Finmeccanica, che si occuperà di metterlo in pista, oltre che di
allestire la stazione di controllo terrestre. Non che l'Italia si
prepari a imponenti operazioni belliche, ma la scelta del "Predator" 
è
il risultato di una serie di valutazioni economiche e logistiche 
molto
sensate. L'obiettivo è infatti quello di impiegare gli Uav (Unmanned
aerial vehicle, velivoli senza pilota, ndr) in operazioni altrimenti
molto costose oppure rischiose per la vita dell'equipaggio. Qualche
esempio? Un efficace pattugliamento anti clandestini nel canale
d'Otranto, l'osservazione e il rilevamento di dati in zone colpite da
catastrofi naturali (basti pensare al terremoto in Molise o alle
eruzioni dell'Etna). Il "Predator", che consuma come un Piper, può
stare in volo fino a 24 ore senza doversi rifornire e invia video e
foto in tempo reale alla base terrestre, ha tutte le carte in regola
per assolvere a questi compiti.

Se non fosse che, almeno per il momento, non è autorizzato a volare.
Già, perché le leggi (internazionali, beninteso, non solo quelle
italiane) proibiscono lo spazio aereo civile ai velivoli
telecomandati, limitandone l'impiego ai poligoni militari o alle zone
di guerra. Insomma, i "Predator" dell'Aeronautica militare dovranno
aspettare che le norme cambino per poter entrare in azione. «La
situazione» spiega a Panorama Renzo Lunardi, presidente della Meteor,
«è simile per molti versi a quella che si venne a creare quando 
furono
costruiti i primi aeroplani ultraleggeri: non esistevano prima e
quindi non potevano volare perché non c'erano regole. Tuttavia, gli
Uav sono un fenomeno in rapida espansione e bisognerà tenerne conto:
entro 10 anni potrebbero essere impiegati in campo civile anche da
molte società di lavoro aereo». Per sbloccare la situazione, magari 
in
tempi rapidi onde non far rimanere i "Predator" italiani negli hangar
troppo a lungo, è già all'opera un gruppo di lavoro congiunto
(Aeronautica militare e autorità civili) che cercherà di sviluppare 
le
regole necessarie a far convivere in cielo aerei senza pilota e
aviogetti civili in tutta sicurezza. «Ma», chiarisce Lunardi, «per
arrivare a tanto ci vorrà del tempo, direi tra i tre e i cinque 
anni».

Nel frattempo, l'impiego dei nostri Uav, che saranno dislocati presso
la base di Amendola, in Puglia e verranno collaudati inizialmente
presso il poligono militare di Perdasdefogu, in Sardegna, sarà
esclusivamente militare. Al progetto, che ben si inquadra nell'ottica
interforze della Nato, non è interessata solo l'Aeronautica militare,
bensì l'intero sistema di difesa.

Perché il punto di forza del "Predator" rimane proprio l'economicità
di uso. Per pattugliare efficacemente l'intero canale d'Otranto ne
basterebbero tre e il risparmio, dicono alla Meteor, potrebbe essere
superiore al 40 per cento, rispetto all'impiego di velivoli
tradizionali come gli ormai anziani Breguet Atlantic in dotazione 
alle
nostre forze armate, o all'acquisto di aerei Awacs (quei bestioni
sormontati da una gigantesca antenna circolare schierati da alcuni
paesi della Nato) di ultima generazione. Dallo stato maggiore
dell'Aeronautica per ora non si sbilanciano sulla data di debutto dei
"Predator" tricolori:  «Sono stati sviluppati e saranno impiegati per
esigenze militari; ciò accadrà verosimilmente anche in ambito Nato»,
fanno sapere. Ma quando? «L'arrivo in Italia, presso il 32° stormo
dell'Aeronautica militare ad Amendola, del primo esemplare avverrà
entro l'estate del prossimo anno», chiariscono dall'Arma azzurra. «E
un eventuale impiego bellico al fianco delle altre forze del Patto
Atlantico è evidentemente subordinato al raggiungimento della 
capacità
operativa del sistema e degli equipaggi, che ne hanno il controllo a
distanza; ma ciò avverrà non prima del 2004». Insomma, se ci sarà una
nuova "Desert Storm" nei primi mesi del prossimo anno, non ci saranno
i nostri Uav in prima linea.

Il "Predator", che viene prodotto dal 1996 dalla californiana General
Atomics, e che in totale ha collezionato ormai più di 22 mila ore di
volo, costa relativamente poco: circa 4 milioni di dollari per il
velivolo «nudo», cioè senza tutti quei complessi dispositivi
tecnologici, come lo speciale radar ad apertura sintetica che gli
consente di vedere anche attraverso le nubi o il fumo. «Full
optional», invece, questo «uccello» dall'aspetto solo in apparenza
sgraziato, interamente costruito in materiali compositi e pesante
quasi una tonnellata, può decuplicare facilmente il suo prezzo. «Ma 
il
risparmio», insistono alla Meteor, «va calcolato sull'insieme delle
voci, a cominciare proprio dall'addestramento dei piloti e dei rischi
che essi dovrebbero affrontare».

Di sicuro, invece, i "Predator" italiani non saranno armati di 
missili
anticarro (i temibili Hellfire), come quelli che vengono impiegati di
recente dalla Cia per operazioni «coperte» contro i terroristi di Al
Qaeda. L'intelligence statunitense ne ha già in linea una dozzina e
ogni mese gliene vengono consegnati altri due, prontamente dislocati
nelle zone calde del pianeta, dallo Yemen alla Somalia,
dall'Afganistan all'Iraq, dove colpiscono in modo silenzioso e letale
presunti membri dell'organizzazione terroristica che fa capo a Osama
Bin Laden.

Ma che cosa consente di fare in concreto un aereo come il "Predator"?
La missione tipo è quella di pattugliamento: decollato da un 
qualsiasi
aeroporto, lo Uav sale fino a 7.500 metri e raggiunge il suo
obiettivo. A quel punto inizia a orbitare a bassa velocità, (la
massima è di appena 130 chilometri l'ora), mentre dalla postazione a
terra un operatore ne controlla la telecamera ad alta definizione
montata proprio sotto il muso. E poco importa se sia giorno o notte,
nuvoloso o sereno, perché gli accorgimenti non mancano davvero: 
esiste
infatti una seconda videocamera agli infrarossi per vedere nel buio
oltre al già citato radar ad apertura sintetica che può scattare foto
anche attraverso una fitta coltre di nebbia o fumo.

Quando i "Predator" italiani arriveranno ad Amendola (viaggiano in un
contenitore che gli americani chiamano «coffin», cassa da morto), di
certo impiegheranno una nutrita squadra di specialisti. Per far 
volare
un "Predator" 24/ 7, cioè 24 ore su 24, sette giorni su sette, 
occorre
infatti un team di 55 persone, tra piloti, sistemisti, operatori 
radar
e tecnici aeronautici, divisi su più turni di servizio.

Alla Meteor, nel frattempo, mordono il freno. Oltre a occuparsi dei
cinque "Predator" dell'Aeronautica militare (il valore totale della
commessa è pari a circa 50 milioni di euro, mentre la «fetta»
dell'azienda triestina è di circa il 25 per cento), a Ronchi dei
Legionari si studiano e si producono anche velivoli teleguidati tutti
italiani. È il caso del Falco, un «mini-predator», il cui primo volo
avverrà tra qualche mese e sul quale si punta molto, soprattutto per
venderlo anche a forze armate straniere. «Peserà circa 300
chilogrammi», racconta Lunardi, «e potrà portarne altri 70 come 
carico
pagante volando fino a 14 ore entro un raggio di 150 chilometri dalla
stazione base». I possibili impieghi del Falco? «Dal controllo e la
prevenzione degli incendi estivi alle missioni di soccorso e ricerca
in mare, fino alla raccolta di dati geografici e ambientali». Compiti
più militari, invece, per un altro ricognitore senza pilota che esce
dalle linee di produzione della Meteor, il Nibbio, una specie di
siluro con le ali, che può essere lanciato da terra, da una nave
appoggio o da un altro aereo e raggiungere in pochi secondi la quota
massima di 12.500 metri alla velocità di un aereo a reazione, per poi
tornare alla base e «atterrare» dolcemente appeso a un paracadute.

Da tutto questo articolo possiamo tutti insieme trarre delle
conclusioni oggettive, non fare solo ragionamenti basati su
supposizioni senza fondamenti comprovati.

A che servono questi "Predator"? Dicono per impieghi civili,
rilevamento di dati geologici dall'alto, pattugliamento del Canale
d'Otranto e delle coste italiane per impedire l'arrivo di clandestini
(su quanto queste operazioni contro i disperati del mondo siano di
natura "civile" ci sarebbe tanto da discutere); sinceramente non si
scorge il senso di un apparecchio assolutamente costoso per questo
genere di operazioni. Gli UAV sono nati per compiere operazioni
militari di tipo aeronautico, senza correre il rischio di perdere i
piloti (e qui si potrebbe fare tutto il discorso sulle strategie
inumane di guerra, sulla necessità di non perdere vite dei piloti
aggressori, naturalmente .sorvolando sui massacri causati sulle
popolazioni civili bombardate e aggredite dall'alto di cieli).

Inoltre, dopo le recenti guerre, sono diventati molto "di moda". Lo
stesso Pentagono ne aveva sottovalutato inizialmente l'uso: infatti i
"Predator" erano usati dalla Cia e non dall'Air Force. Ma ora è
proprio opportuno avere questo genere di aerei, armarli e lanciarli 
in
missioni militari senza correre il rischio di perdere i piloti. Lo
spazio aereo nemico può essere nudo di difese aeree del paese
aggredito, ma può sempre capitare che qualche missile terra-aria vada
ad. incocciare proprio giusto sul bersaglio di qualche aereo guidato
da spavaldi Rambo statunitensi o alleati ipersicuri della loro
immunità. Cocciolone insegna! Comunque, ad onor del vero, da 
ricordare
che un "aereo fantasma" Statunitense, con piloti a bordo, era stato
abbattuto dalla contraerea iugoslava!

L'Italia si e' prontamente allineata al gruppo degli alleati già da
qualche anno, in particolare dopo la "figuraccia" durante la guerra
nel Kosovo, dove USA, Regno Unito, Germania, Francia usarono i loro
"Drones", aerei telecomandati, e l'Italia non ha potuto farlo perché
le stazioni di base dei Mirach 26, sempre della società friulana
Meteor, non si interfacciavano con la rete C3I (Command Control
Communication Intelligence) della Nato.

Quindi il loro utilizzo principale sono le missioni militari, come
viene affermato fra l'altro dalla stessa aeronautica militare,
nell'articolo di Panorama.

Nonostante quel che dicono i produttori e i militari, non e' che
questi UAV siano poi cosi' affidabili; cascano spesso, si rompono,
sbagliano mira, vengono usati male, ecc., e si calcola che circa un
terzo dei "Drones" finora costruiti siano andati persi. Insomma è
lecito sfatare il mito delle armi "intelligenti" e "chirurgiche".

Risulta sicuro che la legislazione Italiana ne vieta l'uso 
nell'ambito
civile, e sappiamo che i tempi di promulgazione di una legge che ne
permetta l'uso saranno di necessità lunghi, anche se la lobby
dell'industria bellica ne favorirà una corsia preferenziale. Possiamo
allora trarne una chiara conseguenza che conferma come l'uso dei
"Predator" sia previsto non sul territorio nazionale, (dove 
potrebbero
avere un discutibile, improbabile, e dispendioso uso civile), ma in
missioni all'estero, per scopi militari di aggressione bellica, o di
spionaggio aereo, tutto questo vietato dalla Costituzione del nostro
Paese.

Viene presentata l'obiezione  che i "Predator" comprati dall'Italia
non sono armati. L'Italia ha acquistato la versione "A" che non può
essere armata, mentre i "Predator" che appartengono alla la versione
"B", sono armati con una decina di missili Hellfire , con alcune
caratteristiche tecnologiche ancora segrete, forse con l'apparato di
penetrazione costituito da lega ad Uranio impoverito, e in futuro
anche con bombe "intelligenti". Però non è detto che qualche governo
italiano guerrafondaio non voglia dotarsi dei "Predator", di tipo 
"B",
e quindi i cittadini sono invitati a controllare questa situazione, 
ma
lo stesso uso di ricognizione militare su obiettivi del nemico da
parte dei nostri attuali "Predator" è da condannare e da impedire.
Interverranno a questo proposito le forze politiche del pacifismo
iridato contro la guerra?


Alcuni siti di informazione sul "Predator":

http://www.fas.org/irp/program/collect/predator.htm
http://www.dissidentvoice.org/Articles/Herold_Predator.htm
http://www.cdi.org/terrorism/predator.cfm
http://www.strategypage.com/dls/articles/20021227.asp
http://www.airforce-technology.com/projects/predator/


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