RE: io, ufficiale in congedo, mi rendo indisponibile a collaborare con la guerra



Ciao Alessandro,
hai avuto una splendida idea, anche se non ho idea di che riscontro, che
numero di adesioni una tale iniziativa possa avere.
Credo comunque valga la pena di provare. Più sarete ad operare assieme maggiori
risultati (anche solo in termini di notorietà) questa iniziativa avrà.
Cate

> -- Messaggio originale --
> Date: Tue, 11 Feb 2003 02:33:11 +0100
> To: disarmo at peacelink.it, pace at peacelink.it, news at peacelink.it
> From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
> Subject: io, ufficiale in congedo, mi rendo indisponibile a collaborare
>   con la guerra
> Cc: evsavi at tin.it
> Reply-To: disarmo at peacelink.it
> 
> 
> Ciao a tutti,
> ho intenzione di inviare questa lettera al ministro Martino: che ne pensate?
> Sarebbe utile creare un movimento di militari in congedo che manifestino
> 
> "indisponilità alla guerra"?
> Cordiali saluti
> Alessandro
> 
> 
> Al Ministro della Difesa Antonio Martino
> 
> Oggetto: comunicazione ai sensi dell'articolo 25 del Regolamento di 
> Disciplina Militare
> 
> Io sottoscritto Alessandro Marescotti, nato a Taranto il 20/2/1958, già
in
> 
> servizio presso il Plotone di Sussistenza Acqui (L'Aquila) dell'Esercito
> 
> Italiano in qualità di sottotenente di complemento, ora in congedo per

> ultimato servizio di prima nomina e tale nella forza in congedo del 
> Distretto Militare
> 
> dichiaro quanto segue.
> 
> - sono entrato nelle Forze Armate italiane prestando in data 21/7/1981
il
> 
> seguente giuramento: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana,
di
> 
> osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed

> onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la 
> salvaguardia delle libere istituzioni";
> - mi ritengo pertanto obbligato (dal vincolo di fedeltà al giuramento)
a
> 
> prestare obbedienza primariamente - nello spirito e nella lettera - 
> all'articolo 11 della Costituzione che recita: "L'Italia ripudia la guerra
> 
> come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo
di
> 
> risoluzione delle controversie internazionali..."
> 
> Pertanto l'eventuale impiego delle Forze Armate Italiane nel conflitto
in
> 
> Irak mi pone problemi morali e civili tali da considerare illegittima
ogni
> 
> mia collaborazione con le Forze Armate "deviate" dai loro compiti 
> istituzionali che la legge 382/78 così delimita all'articolo 1: "Le Forze
> 
> armate sono al servizio della Repubblica; il loro ordinamento e la loro

> attività si informano ai principi costituzionali. Compito dell'Esercito,
> 
> della Marina e dell'Aeronautica è assicurare, in conformità al giuramento
> 
> prestato e in obbedienza agli ordini ricevuti, la difesa della Patria
e 
> concorrere alla salvaguardia delle libere istituzioni e al bene della

> collettività nazionale nei casi di pubbliche calamità".
> 
> Mi rivolgo a Lei con la consapevolezza di esprimermi non "contro" ma "per"
> 
> l'adempimento dei compiti istituzionali per cui prestai il giuramento
militare.
> 
> Non intendo compiere con questa mia comunicazione alcun atto contrario

> all'obbedienza che nel regolamento di disciplina militare (approvato con
> 
> DPR 18/7/86 n.545) e' cosi' definita all'art.5:
> 
> "1. L'obbedienza consiste nella esecuzione pronta, rispettosa e leale
degli
> 
> ordini attinenti al servizio e alla disciplina, in conformita' al 
> giuramento prestato.
> 
> 2. Il dovere dell'obbedienza e' assoluto, salvo i limiti posti dalla legge
> 
> e dal successivo art.25".
> 
> Questa mia comunicazione rientra nel comma 2 dell'art.25 del regolamento
> 
> che specifica: "Il militare al quale venga impartito un ordine che non

> ritenga conforme alle norme in vigore deve, con spirito di leale e fattiva
> 
> partecipazione, farlo presente a chi lo ha impartito dichiarandone le

> ragioni, ed e' tenuto ad eseguirlo se l'ordine e' confermato".
> 
> Tuttavia sempre l'articolo 25 del Regolamento (citato nell'art.5 dello

> stesso) e' esplicito nel limitare l'obbedienza assoluta e nell'indicare

> quale mio dovere quello di non eseguire in alcun caso, neppure se mi 
> venisse confermato, "un ordine manifestamente rivolto contro le istituzioni
> 
> di Stato o la cui esecuzione costituisce comunque manifestamente reato".
> 
> Pertanto la mia obbedienza, non potendo trasgredire la legge fondamentale
> 
> dello stato (la Costituzione al suo art.11) e della Comunita' 
> Internazionale (la Carta dell'Onu) non potra' essere assoluta.
> 
> Ritengo palesemente illegittime azioni di guerra la cui partecipazione

> costituisse reato ai sensi della Convenzione di Ginevra o violazione della
> 
> Costituzione Italiana a cui ho giurato di essere fedele.
> 
> In ogni caso faccio appello al rispetto della mia coscienza, delle mie

> convinzioni etiche, umanitarie e religiose, riconosciuto dalle norme 
> internazionali e nazionali che tutelano la persona di fronte a obblighi
non
> 
> accettabili per la coscienza, sulla base della "liberta di coscienza",

> valore primario dell'ordinamento democratico, come riconosciuto dalla
Corte
> 
> Costituzionale (sentenza 476/91).
> 
> Le scrivo pertanto per comunicarLe ufficialmente che - nel caso l'Italia
> 
> partecipasse o collaborasse alla "guerra preventiva" - mi renderò 
> INDISPONIBILE ad eseguire ordini, avvalendomi esplicitamente dell'articolo
> 
> 25 del Regolamento di Disciplina Militare.
> 
> Ne consegue che - nel caso Lei collaborasse alla realizzazione della 
> "guerra preventiva", ossia ad una palese violazione della Costituzione
-
> 
> non riconoscerò legittima alcuna autorità o forza coercitiva su di me
da
> 
> parte del Ministero della Difesa che Lei dirige.
> 
> Le invio fotocopia dello stato di servizio dell'Esercito Italiano su cui
> ho 
> stampigliato - pensando alle vittime innocenti della guerra che si 
> preannuncia - la scritta di don Lorenzo Milani: L'OBBEDIENZA NON E' PIU'
> 
> UNA VIRTU'.
> 
> In caso di guerra non conti su di me perché mi riterrò sciolto da ogni

> vincolo di dipendenza da un potere illegittimo e incostituzionale che

> attacca, bombarda, dilania e uccide; in nome del valore della pace e del
> 
> rispetto della vita umana sentirò mio dovere in tal caso invitare i 
> militari a disobbedire agli ordini che violassero l'articolo 11 della

> Costituzione Italiana.
> 
> Non so se Lei ha già fatto il servizio militare, ma comunque - se proprio
> 
> oggi lo ritiene un dovere da benedire - allora ci vada Lei in guerra e
la
> 
> rischi Lei la Sua vita.
> E comunque "non nel mio nome", signor Ministro.
> 
> Con osservanza
> 
> Alessandro Marescotti
> 
>