(Fwd) accordo Usa-Russia sulle armi nucleari



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Fonte: Corriere della Sera 25/5/02


I 5 PUNTI
del Trattato


ARTICOLO 1 La riduzione 
Ognuna delle parti dovrà ridurre e limitare le testate nucleari strategiche, così che entro il 13 
dicembre del 2012 il totale di queste testate non superi il numero di 1700-2200 per ognuna delle parti. 
ARTICOLO 2 
Il Trattato Start 
Le parti convengono che il Trattato Start resti in vigore nei termini contenuti. 
ARTICOLO 3 
La Commissione 
Al fine di applicare questo Trattato, le parti dovranno convocare incontri della Commissione bilaterale 
di attuazione almeno due volte l'anno. 
ARTICOLO 4 
La scadenza 
Questo Trattato sarà soggetto a ratifica in base alle procedure costituzionali di ogni parte. Questo 
trattato resterà in vigore fino al 31 dicembre del 2012 e potrà essere prorogato con un accordo delle 
parti o sostituito da altro accordo. Ognuna delle parti, nell'esercizio della propria sovranità nazionale, 
potrà ritirarsi da questo Trattato con preavviso scritto di tre mesi all'altra parte. 
ARTICOLO 5 
L’Onu 
Questo Trattato sarà registrato in conformità all'articolo 102 della Carta delle Nazioni Unite. 

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Restano cinquantamila testate
Con venti si oscurerebbe il sole

Gli scienziati avvertono che il potenziale distruttivo nel mondo è enorme E l’«orologio dell’apocalisse» 
segna sempre «sette minuti a mezzanotte»


Gli strateghi del «reciproco annientamento» restano tranquilli: anche nel 2012, quando il disarmo 
deciso ieri sarà completato, disporranno di missili sufficienti per cancellare l’avversario. «Armaggedon 
si leverà dal fondo dell’Oceano», profetizzano gli analisti militari parafrasando la Bibbia: il Pentagono 
è certo di poter sempre contare sugli ordigni scagliati dai sottomarini. Almeno 650 testate nucleari 
che resisteranno a qualsiasi attacco per devastare la Russia. L’Armata Rossa invece crede di 
poterne mettere a segno almeno trecento. Quanto basta a radere al suolo ogni città degli Stati Uniti e 
compromettere la sopravvivenza dell’umanità. 

L’OROLOGIO DELL’APOCALISSE - Per questo ieri le lancette dell’«Orologio dell’Apocalisse» non si 
sono mosse. Gli scienziati che dal 1947 scandiscono quanto sia vicino il pericolo dell’olocausto 
reputano il patto moscovita «ininfluente»: il conto alla rovescia è fermo a sette minuti dalla 
mezzanotte dello sterminio. Nel 1952 dopo il primo fungo all’idrogeno era arrivato a meno centoventi 
secondi; quarant’anni dopo, la fine del Patto di Varsavia aveva concesso al mondo 17 minuti di 
respiro. Ma negli ultimi mesi l’escalation del terrorismo e la denuncia unilaterale dei trattati Abm (Anti 
missili balistici) hanno di nuovo reso drammatico il quadrante. «E’ retorico parlare di liquidazione 
della guerra fredda - spiega Stephen Schwartz, responsabile dell’associazione che determina i tempi 
dell’Apocalisse -, al massimo la guerra fredda sarà messa in magazzino». «I trattati infatti non 
controllano il numero totale delle armi nucleari - aggiunge Anthony C

or


L’INVENTARIO - Nessuno ne parla, l’argomento sembra scomparso persino dall’attenzione dei 
pacifisti e degli ambientalisti ma oggi la contabilità nucleare resta impressionante: in tutto il mondo 
restano quasi 50 mila testate. Gli Stati Uniti ne hanno 18.750: 6.750 sono pronte a colpire, il resto è 
custodito nei depositi di riserva. Di queste ben 3.456 solcano le acque del Pianeta nelle stive dei 
sottomarini, circa 1.300 armano gli stormi dei bombardieri e duemila sono nei silos dei vecchi missili 
intercontinentali. Mostruosa la quantità di bombe affidata ai vetusti bunker dell’ex Urss: 21 mila 
ordigni nucleari, l’eredità radioattiva della superpotenza. Altre 5.426 testate sono distribuite ai reparti 
di punta: mille sui sottomarini, ottocento sugli aerei mentre la maggioranza si trova su missili 
semoventi. La santabarbara termonucleare dispersa nelle Repubbliche, spesso con manutenzione 
scadente e sorveglianza inaffidabile, angoscia tutte le cancellerie: potrebbe tras

fo


LE NUOVE REGOLE - La distensione tra Usa e Russia fa sperare che nel futuro lo spettro di un 
conflitto totale svanisca completamente, ma questa prospettiva paradossalmente aumenta il rischio 
che si ricorra all’atomica. Durante la guerra fredda e la filosofia della «mutua distruzione assicurata», 
far esplodere un singolo ordigno avrebbe comportato il rischio di scatenare una rappresaglia 
planetaria. Negli scorsi mesi invece Bush e Putin hanno modificato le dottrine delle loro armate, 
prevedendo l’uso del nucleare anche in situazioni limitate. In particolare gli americani dopo lo choc 
dell’11 settembre hanno ipotizzato l’impiego del deterrente atomico contro la minaccia degli «stati 
canaglia», gli ultimi avversari della superpotenza unica. «Oggi ci sono dodici Paesi che posseggono 
armamenti nucleari - ha dichiarato a gennaio il ministro statunitense Rumsfeld nel presentare la 
nuova direttiva -; ventotto dispongono di missili balistici; tredici di testate batteriologic

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POTENZE EMERGENTI - La Russia ha deciso persino di introdurre la possibilità del «primo colpo»: 
è previsto per difendere l’integrità territoriale della Federazione. Nei fatti, è una scelta che nasce dalla 
decadenza dell’Armata Rossa: oggi le divisioni e gli stormi russi potrebbero trovarsi in difficoltà anche 
durante un conflitto limitato. Ed ecco far pendere su un possibile invasore il peso dell’inesauribile 
arsenale atomico. Anche perchè sul confine asiatico si affacciano potenze emergenti. La Cina, per 
esempio, che schiera circa quattrocento armi nucleari. O il bilancio del terrore che corre lungo la 
frontiera indo-pachistana: sessanta bombe disponibili dalla parte di New Delhi, venticinque dall’altra. 
Proprio ieri Islamabad ha annunciato nuovi test missilistici, mentre nel Kashmir i due eserciti si 
prendono a cannonate: per uno spiraglio di pace che si apre, altri fronti si fanno minacciosi. 
 
Gianluca Di Feo  

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