(Fwd) Uranio: nuove indagini a Quirra



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Il Comitato scienziati contro la guerra indaga su Quirra  

Da Liberazione del 19 maggio 2002  

Uranio, l'inchiesta degli scienziati contro la guerra  Al via l'indagine sul poligono di Perdasdefogu  

Walter Falgio Cagliari - nostro servizio  

Anche il Comitato "Scienziati e scienziate contro la guerra" si occuperà del caso Quirra-Escalaplano. Il 
gruppo, nato nel '99 e composto da ricercatori e docenti universitari antimilitaristi di tutta Italia, ha deciso di 
portare avanti un'indagine indipendente nel territorio attorno al poligono interforze di Perdasdefogu, a cavallo tra 
le province di Cagliari e Nuoro. Una notevole incidenza di tumori e malformazioni sospette ha portato il sindaco 
di Villaputzu, Antonio Pili, uno dei paesi confinanti con la base militare, a lanciare l'allarme, chiedendo un 
monitoraggio avviato dal ministero della Difesa e Azienda sanitaria. Uranio impoverito? Arsenico? Qualunque 
sia l'origine dei mali, l'amministrazione comunale e i cittadini vogliono vederci chiaro. Le forze armate hanno 
sempre negato l'uso di proiettili radioattivi durante le esercitazioni, mentre la Asl cagliaritana, incaricata dalla 
Procura militare, ha riscontrato elevate concentrazioni di arsenico, guarda caso, nelle vicinanze di una miniera 
di arsenico ormai dismessa: Baccu Locci, sotto Monte Cardiga.  

I numeri della paura sono significativi: 6 militari morti dopo aver prestato servizio nella base, 11 casi di 
leucemie registrati in 10 anni sui 150 abitanti di Quirra, frazione di Villaputzu, 11 bambini nati malformati a 
Escalaplano negli anni Ottanta. E ancora, 14 casi di tumori alla tiroide sempre a Escalaplano, altri 5 militari 
ricoverati (l'ultimo caso, A. M., segnalato mercoledì dall'Associazione nazionale assistenza alle vittime delle 
forze armate, Anavafaf). Tutto questo in un'area limitata, compresa nel territorio di due comuni. Villaputzu e 
Escalaplano, circondati dall'immensa installazione militare del Salto di Quirra.  

Il poligono racchiude 11.600 ettari nell'entroterra e 1100 nella fascia costiera. Si pensi che l'intero territorio 
italiano sottoposto a vincoli militari corrisponde a 16 mila ettari. Gli scienziati contro la guerra hanno risposto 
all'invito del comitato sardo "Gettiamo le basi": «Siamo disponibili per cercare di chiarire le cause che stanno 
portando all'insorgenza dei gravi fatti epidemiologici nelle aree circostanti il poligono interforze di Quirra», si 
legge in una lettera dell'associazione nazionale. «Il nostro comitato ha da tempo rivolto il proprio interesse al 
problema dell'uso illecito dell'uranio impoverito per usi bellici e non», scrive a nome degli scienziati Mauro 
Cristaldi, associato di Anatomia comparata all'università romana "La Sapienza".  

Il pool di ricercatori ha demandato a una commissione aperta lo svolgimento degli approfondimenti e ha 
manifestato «preoccupato interesse» per le vicende sarde. Cristaldi spiega con linguaggio tecnico che «sulla 
base delle nostre esperienze specialistiche ed interdisciplinari consideriamo essenziale una ricerca di base 
sull'area che riconsideri la casistica epidemiologica, ricostruisca anche topograficamente le eziologie di tumori 
e malformazioni, individui le cause possibili e presunte degli eventi». Dovrebbero collaborare con il Comitato 
studiosi dell'Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, del Politecnico di Torino, dell'Enea e della 
Croce Rossa.  

Insomma, un team di alto livello che cercherà di portare un contributo alla ricerca della verità. Per la stessa 
ragione, ma per conto del ministero della Difesa, è impegnato il geochimico dell'università di Siena Francesco 
Riccobono. Il sottosegretario Salvatore Cicu lo ha incaricato di effettuare rilievi ambientali al poligono di Quirra. 
In base alle prime analisi, molto parziali, «i valori di radioattività sono risultati nelle norma». Si attendono i 
risultati definitivi. Ancora troppo poco per i cittadini di Escalaplano, che hanno deciso di costituire un comitato 
spontaneo composto anche dalle famiglie dei bambini nati malformati: «Dal 1980 ad oggi sono stati riscontrati 
14 casi», sostengono i cittadini, (3 in più dei dati ufficiali). Si parla di ermafroditismo e altre gravi 
malformazioni. Il comitato chiede alle istituzioni di cercare una spiegazione. La ragione di un dramma che per 
anni è stato tenuto celato e che solo adesso, complice una massiccia campagna stampa, sta venendo alla 
luce.  

Il caso Quirra ha violato anche un altro tabù. «Per la prima volta si indaga sulle attività dei poligoni militari, sino 
ad oggi considerati una sorta di "zona franca"», dice Mariella Cao di Gettiamo le basi. «Il nostro sospetto è 
che anche a Quirra si faccia uso di armamenti all'uranio impoverito. Dopotutto si tratta di munizioni 
regolarmente utilizzate dagli eserciti Nato e che da qualche parte dovranno pur essere sperimentate. Sul 
poligono, oltre al segreto militare, grava anche il segreto industriale», continua Cao: «Le grosse imprese 
produttrici di avanzati sistemi d'arma che prendono in affitto gli impianti militari per la sperimentazione, 
innalzano una cortina impenetrabile sulle loro attività».  

Ma non finisce qui. Per Gettiamo le basi i sospetti si allargano anche alle onde elettromagnetiche «emanate 
dagli impianti radar e antimissile» e alle armi tossiche e biologiche. Altro spettro che si aggirerebbe dietro il 
filo spinato del poligono.  


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