J. Pilger - Le verità che non ci dicono mai (Fwd)




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Date sent: Sat, 15 Dec 2001 15:13:06 +0100
Subject: [no-ogm-ra] Le verità che non ci dicono mai
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New Statesman

26 Novembre 2001


Le verità che non ci dicono mai

Dietro espressioni come 'stati falliti' e 'interventi umanitari' giacciono migliaia di morti

John Pilger


Guerrafondai della società perbenista potrebbero non dover
aspettare a lungo per un secondo round. Il vice presidente
statunitense, Dick Cheney, ci ha avvertito la scorsa settimana che
l'America potrebbe intraprendere azioni contro 40-50 paesi. La
Somalia, presumibilmente un 'rifugio' per Al Qaida, si aggiunge
all'Iraq in cima alla lista dei potenziali bersagli. Rincuorato
dall'aver sostituito i terroristi cattivi dell'Afghanistan con i
terroristi buoni americani, il segretario della difesa statunitense,
Donald Rumsfeld, ha chiesto al Pentagono di 'pensare
l'impensabile', avendo rifiutato le sue 'opzioni
post-Afghanistan', perché 'non abbastanza radicali'.


Un attacco americano alla Somalia, scrive l'addetto all'Ufficio
Esteri del Guardian, 'offrirebbe l'opportunità di appianare un
vecchio debito: 18 soldati USA furono la brutalmente uccisi nel
1993 ...'. Ha trascurato di menzionare che la Marina USA uccise
tra 7000 e 10000 somali, secondo la CIA. Diciotto vite americane
sono degne di un regolamento di conti; al contrario di migliaia di
vite somale.

La Somalia fornirà una prova d'allenamento ideale per la
distruzione finale dell'Iraq. Comunque, come rende noto il Wall
Street Journal, l'Iraq si prospetta come un 'dilemma', visto che
'rimangono pochi bersagli'. 'Siamo arrivati alle ultime baracche',
ha detto un ufficiale statunitense riferendosi ai quasi quotidiani
bombardamenti dell'Iraq, che non sono una novità. Essendo
sopravvissuto alla guerra del Golfo del 1991, il controllo di
Saddam Hussein sull'Iraq è stato da allora rafforzato da uno degli
assedi più spietati dei tempi attuali, presidiato dalle sue
'ex-tresche' fornitori di armi di Washington e Londra. Al sicuro
nei suoi bunker di fabbricazione inglese, Saddam sopravviverà ad
una nuova incursione - al contrario del popolo iracheno, tenuto in
ostaggio dalla condiscendenza del suo dittatore alle sempre
mutevoli richieste americane.

In questo paese, la propaganda nascosta giocherà al solito un
ruolo di primo piano. Visto che la maggior parte dei media
angloamericani è nelle mani di svariati custodi di verità
ufficiali, il destino dei popoli afgani e somali sarà reso noto e
discusso partendo rigorosamente dalle premesse che i governi
USA e inglese sono contro il terrorismo. Come per l'attacco
all'Afghanistan , la questione sarà come 'noi' possiamo affrontare
nel modo migliore il problema delle società 'non-civilizzate'.

Le verità più importanti rimarranno dei tabù. E' per questo che la
longevità dell'America sia come stato terrorista sia come rifugio
di terroristi supera quella di tutti gli altri. Che gli Stati
Uniti siano il solo stato per cui sia documentato che siano stati
condannati dalla Corte di giustizia mondiale per terrorismo
internazionale e che abbiano posto il veto su una risoluzione del
consiglio di sicurezza dell'ONU che richiamava i governi ad
osservare le leggi internazionali, è un fatto non menzionabile.
Recentemente, Denis Halliday, ex assistente del segretario
generale delle Nazioni Unite, che diede le dimissioni piuttosto
che amministrare quella che ha chiamato 'politica di sanzioni
genocide' sull'Iraq, ha suscitato l'indignazione di Michael Buerk,
della BBC. 'Non potete assolutamente tracciare un'equivalenza
morale tra Saddam Hussein e George Bush Senior, come
potete?' ha detto Buerk. Halliday stava prendendo parte ad una
delle trasmissioni di stampo moralista presentate da Buerk, e ha
riferito dell'inutile massacro di decine di migliaia di iracheni,
in gran parte civili, da parte degli americani durante la guerra
del golfo. Fece notare che molti erano stati seppelliti vivi, che
l'uranio impoverito era stato ampiamente usato, ed era stato
quasi certamente causa di una grossa diffusione del cancro nel
sud dell'Iraq.

Il fatto che la recente storia dei veri crimini occidentali fanno
di Saddam Hussein una 'tresca', come ha affermato Halliday, è
una cosa che non si può dire. E poiché non esiste un modo per
confutare razionalmente questa verità, quelli che la dicono sono
tacciati di anti-americanismo. Richard Falk, professore di
politica internazionale a Princeton, lo ha così spiegato. La
politica estera occidentale, dice, viene divulgata dai media
'attraverso uno schermo autogiustificatorio, a senso unico
morale/legale, fatto di immagini positive di valori occidentali e
di un'innocenza ritratta come minacciata, avvalorando così una
campagna di violenza politica illimitata'.

L'autorità di Rumsfeld e del suo vice, Paul Wolfowitz, e degli
associati Richard Perle e Elliot Abrams sta a significare che la
maggior parte del mondo è ora minacciata apertamente da un
fascismo geopolitico, che si sta sviluppando dal 1945, e che
dall'11 settembre sta accelerando.

L'attuale 'gang' di Washington è composta da autentici
fondamentalisti americani. Sono gli eredi di John Foster Dulles e
di Alan Dulles, i fanatici battisti che negli anni '50 hanno
gestito, rispettivamente, il Dipartimento di Stato e la CIA,
distruggendo governi che si stavano ricostruendo paese dopo paese
- Iran, Iraq, Guatemala - strappando accordi internazionali, come
gli accordi di Ginevra del 1954 sull'Indocina, il cui sabotaggio
da parte di John Foster Dulles portò direttamente alla guerra del
Vietnam e a cinque milioni di morti. Schedari da cui è stato tolto
il segreto di stato ci dicono ora che gli Stati Uniti per due
volte sono stati sul punto di utilizzare armi nucleari.

Qui il parallelo è con la minaccia di Cheney a '40-50' paesi, e
con la 'guerra che potrebbe non finire nel tempo delle nostre
vite'. La terminologia per la giustificazione di questo
militarismo è stata a lungo fornita da entrambe le parti
dell'Atlantico da quell'officina di 'intellettuali' che hanno
tolto l'umanità dallo studio dei popoli e l'hanno congelata in un
gergo al servizio del potere dominante. I paesi poveri sono 'stati
falliti'. Quelli che si oppongono all'America sono 'stati
canaglia'. Un attacco dall'occidente è un intervento umanitario.
(Uno dei guerrafondai più entusiasti, Michael Ignatieff, è ora
'professore in diritti umani' a Harvard). E come ai tempi di
Dulles, le Nazioni Unite sono ridotte al ruolo di ripulire dai
rottami dei bombardamenti e di fornire 'protettorati' coloniali.

L'attacco alle torri gemelle ha fornito alla Washington di Bush
sia il via libera, sia una straordinaria coincidenza. L'ex
ministro degli esteri pakistano, Niaz Naik, ha rivelato che gli
era stato comunicato da alti ufficiali americani a metà luglio,
che l'azione militare contro l'Afghanistan sarebbe partita a metà
Ottobre. Il segretario di stato statunitense, Colin Powell, stava
allora viaggiando in Asia centrale, e stava già raccogliendo
sostegni per una coalizione di guerra anti-Afghanistan. Per
Washington il vero problema con i Talibani non sono mai stati i
diritti umani; questi erano irrilevanti. Semplicemente il regime
dei Talibani non aveva il controllo totale dell'Afghanistan: un
fatto che agiva come deterrente per i finanzieri ad investire in
oleodotti e gasdotti nella zona del mar Caspio, in posizione
strategica relativamente a Russia e Cina, i cui carburanti fossili
ampiamente non ancora sfruttati sono di cruciale interesse per gli
Americani. Nel 1998 Dick Cheney disse ai dirigenti delle industrie
petrolifere: 'Non mi viene in mente un altro periodo in cui
abbiamo avuto una regione emergere così rapidamente e diventare
strategicamente importante come la regione del Caspio.

In realtà, quando i Talibani assunsero il potere nel 1996, non
solo furono i benvenuti da parte di Washington, ma i loro leader
furono portati in Texas, e lì controllati da George W. Bush e
intrattenuti da dirigenti della compagnia petrolifera Unocal. Gli
fu offerta una fetta dei profitti provenienti dagli oleodotti; si
è parlò del 15%. Un ufficiale USA osservò che con lo scorrere del
petrolio e del gas nella zona del mar Caspio, l'Afghanistan
sarebbe diventata 'come l'Arabia saudita', una colonia petrolifera
senza democrazia e con una persecuzione legale delle donne. 'Non
possiamo convivere con ciò', disse. L'affare fallì quando furono
bombardate due ambasciate americane nell'Africa orientale e Al
Qaida ne fu ritenuta responsabile.

I Talibani sono allora puntualmente balzati in cima alla
classifica dei cattivi dei media, dove si applicano le normali
esenzioni dai normali canoni di giudizio. Sono esenti, ad esempio,
il regime di Vladimir Putin a Mosca, e gli assassini di almeno
20000 persone in Cecenia. La scorsa settimana Putin è stato ospite
del suo nuovo 'intimo amico', George W. Bush, al ranch dei Bush in
Texas.

Bush e Blair sono perennemente esenti - anche se muoiono più
bambini iracheni ogni mese, in gran parte come risultato
dell'embargo angloamericano, rispetto al numero totale di vittime
delle torri gemelle, una verità a cui non è permesso di entrare a
far parte della coscienza pubblica. L'assassinio di bambini
iracheni, così come l'assassinio di Ceceni, come l'assassinio di
civili Afgani è considerato meno moralmente aberrante rispetto
all'assassinio di americani.

Come persona che ha assistito a numerosi bombardamenti, sono stato
colpito dalla capacità di coloro che pur chiamando loro stessi
ostinatamente 'liberali' e 'progressisti', tollerano la sofferenza
di innocenti in Afghanistan. Che cosa hanno da dire questi
cronisti autocompiacenti, che di fatto non vedono nulla degli
stenti del mondo esterno, alle famiglie di rifugiati bombardati a
morte l'altro giorno nella polverosa città di Gardez, molto tempo
dopo che è caduta alle forze anti-talibane? Che cosa dicono ai
genitori dei bambini morti i cui corpi giacevano sulle strade di
Kunduz domenica scorsa? 'Quaranta persone sono state uccise',
ha detto Zumeray, un profugo. 'Alcuni di loro sono stati bruciati
dalle bombe, gli altri sono stati schiacciati dai muri e dai tetti
delle loro case che sono crollate con l'esplosione'. Cosa gli dirà
Polly Toynbee del Guardian: 'Non vedi che i bombardamenti
funzionano?' Lo chiamerà anti-antimericano? Che cosa diranno
gli 'interventisti umanitari' alla gente che morirà o che verrà
mutilata dalle 70000 bombe a grappolo rimaste inesplose?

Per molte settimane, l'Observer, un giornale liberale, ha
pubblicato resoconti infondati che hanno visto l'Iraq associato
all'11 settembre e al terrore antrace. 'Fonti governative' o
'fonti dei servizi segreti' sono i principali narratori della
storia. 'L'evidenza sta aumentando...' diceva uno dei pezzi. Il
totale dell'evidenza è zero, appena sufficiente per tipi come
Wolfowitz e Perle e probabilmente Blair da cui ci si può aspettare
che parta l'attacco. Nel suo saggio 'The Banality of Evil' il
grande dissidente americano Edward Herman descrive la divisione
del lavoro tra coloro che progettano e producono armi come bombe a
grappolo e 'taglia-margherite' [bombe di tipo tradizionale, di
dimensioni molto grandi - N.d.T.], coloro che prendono le
decisioni politiche per utilizzarle, e coloro che creano gli
inganni che giustificano il loro uso. 'E' compito degli esperti,
dei mezzi di comunicazione di massa' scrive 'normalizzare
l'impensabile per il grande pubblico'. E' tempo che i giornalisti
riflettano su ciò e si assumano la responsabilità di dire la
verità su una minaccia priva di scrupoli nei confronti di gran
parte dell'umanità, che non viene da luoghi lontani, ma che è
vicina a casa.



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