20.000 spie sotto i mari



Spiare si sa e' sempre stata una passione, soprattutto per la 
National Security Agency (NSA) statunitense, l'agenzia che si 
occupa di Signal Intelligence, ovvero tutto quello che ha a che 
vedere con la codifica, l'intercettazione e la decodifica delle 
trasmissioni di interesse militare e non.
Oggigiorno gran parte dell'informazione viaggia in formato digitale 
attraverso satelliti e cavi ottici, ma mentre i primi possono essere 
facilmente intercettati, visto che il segnale circola piu' o meno 
liberamente nello spazio, per i cavi ottici la questione e' un pochino 
piu' complicata, soprattutto se questi cavi si trovano negli abissi 
marini.
I principali cavi sono infatti adagiati sui fondali degli oceani, messi 
in opera da multinazionali che poi ne rivendono l'uso a caro prezzo 
alle compagnie che si occupano di gestire le comunicazioni 
internazionali.
Sono cavi in fibra ottica, tecnologia che assicura la trasmissione a 
lunghe distanze di una quantita' di dati enorme, e attraverso essi 
passano gran parte delle telefonate e delle trasmissioni di dati 
richieste per il funzionamento di internet.

Intercettare questo tipo di trasmissioni e' di una difficolta', appunto, 
abissale, per vari motivi.
Innanzitutto occorre non farsi vedere, perche' viene effettuata una 
costante attivita' di monitoraggio di questi cavi da parte dei loro 
gestori, per i quali e' un compito primario assicurare la sicurezza 
dei dati trasmessi.
E' quindi necessario svolgere questa operazione in fondo al mare, 
al riparo da occhi indiscreti (i pesci, e' noto, sono muti).

Dopodiche' occorre estrarre il cavo dalla sua protezione e inserire 
un qualche apparato in grado di intercettare il segnale. E' ben 
difficile fare questo senza creare una anche minima interruzione 
nella tramissione, che verrebbe subito individuata e desterebbe 
l'allarme. Pare pero' secondo voci "indiscrete" che la NSA abbia 
messo a punto una tecnologia in grado di fare questo senza 
provocare discontinuita' nella trasmissione del segnale.

Ed ecco quindi il progetto: allestire un sottomarino di tutto quello 
che serve per effettuare queste operazioni di intercettazione e poi 
mandarlo in giro per gli oceani a installare questi apparati nei 
principali cavi ottici intercontinentali.
E poi ascoltare, decifrare, e raccogliere le informazioni di interesse 
politico, militare e, perche' no, anche commerciale.
Il sottomarino e' il SSN 23 Jimmy Carter, naturalmente a 
propulsione nucleare, e il progetto e' stato presentato nel 1997 e 
approvato con notevoli difficolta' nel 1998; le difficolta' erano dovute 
soprattutto allo scetticismo di molti parlamentari statunitensi sulla  
fattibilita' di questa operazione. Ma alla fine il cospicuo 
finanziamento (circa 5.400 miliardi di lire) e' arrivato e si prevede 
che il sottomarino diventera' operativo nel 2004.

In molti sollevano ancora dubbi sulla fattibilita' del progetto e 
naturalmente i dettagli tecnici sono segretissimi. Restano aperte le 
questioni su come fara' il Jimmy Carter a lavorare a quelle 
profondita' e ad assicurare anche la continuita' del segnale. Se 
pero', come pare, il progetto sta andando avanti, un modo lo 
avranno pure trovato, anche se si stima che cio' richieda 
finanziamenti pari a circa altri 5.000 miliardi di lire l'anno.

Quello di cui pero' forse la stessa NSA non ha tenuto conto fino in 
fondo e' il fatto di potersi trovare di fronte a un mole di dati di tale 
portata da essere praticamente impossibile da analizzare.
Lo sviluppo delle trasmissioni attraverso i cavi sottomarini e' stato 
enorme, ben oltre le previsioni, ed e' prevedibile che prosegua 
ulteriormente; le stesse compagnie che stendono i cavi hanno 
previsto la messa in opera di cavi di portata ben superiore nei 
prossimi anni.
In pratica, anche ammesso che la NSA riesca a mettersi "in 
ascolto", i dati dai quali verrebbe sommersa sarebbero troppi, al 
punto da rendere impossibile elaborarli e estrarre dell'informazione 
in tempo utile.
E' prevedibile infatti che queste informazioni riservate, di interesse 
strategico o commerciale, abbiano un senso solo se vengono 
acquisite in tempi relativamente brevi, ma per far questo la 
capacita' di calcolo richiesta sarebbe ben superiore a quella 
disponibile all'intelligence statunitense.
E anche se aumentaranno i finanziamenti e la potenza di 
elaborazione dei megacomputer in possesso alla NSA, la crescita 
del flusso di informazioni sara' molto probabilmente ben superiore.

C'e' quindi la discreta possibilita' che questa volta la NSA col suo 
sottomarino spia fara' solo un gran bel buco nell'acqua.
I pesci, anche se muti, sicuramente se la rideranno. 
Un po' meno soddisfatti saranno forse i cittadini degli U.S.A., che 
pagheranno tutto questo in termini di tagli ai servizi sociali, e i 
cittadini di altri stati del mondo, abituati a subire i malumori della 
Casa Bianca sotto forma di embarghi, bombardamenti e altre 
amenita' del genere.

ciao
francesco


Fonte: Wall Street Journal
L'articolo e' disponibile solo per gli utenti registrati, pero' e' 
possibile leggerne una copia su ZDnet
http://www.zdnet.com/zdnn/stories/news/0,4586,2764372,00.html




francesco iannuzzelli   francesco at href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
----------------------------------
Chi salta e cade nel fuoco
deve fare un altro salto
(proverbio wolof)