Uranio impoverito - Rapporto della Royal Society



E' stato pubblicato ieri il rapporto della Royal Society sulla 
pericolosita' delle munizioni all'uranio impoverito, con particolare 
riferimento ai soldati britannici che hanno svolto servizio durante le 
guerre nel Golfo e nei Balcani
Il rapporto, dal titolo "The health hazards of depleted uranium 
munitions: Part I " e' disponibile online a questo indirizzo
http://www.royalsoc.ac.uk/policy/du.htm

Varie le interpretazioni del rapprto, anche perche' gli scienziati 
inglesi da un lato affermano la scarsa pericolosita' del DU dall'altro 
dichiarano che i dati a riguardo sono ancora insufficienti.
Qui sotto riporto un articolo dal Manifesto di oggi.

Nel frattempo anche in Olanda una commissione governativa ha 
pubblicato un rapporto, "Health Risks from exposure to depleted 
uranium", purtroppo solo in olandese.
L'executive summary in inglese e' pero' disponibile online
http://www.gr.nl/OVERIG/EXECUTIVE%20SUMMARIES/EXE200113.HTM

ciao
francesco


-------Il Manifesto----23/05/2001---------

"L'uranio impoverito è pericoloso"
Da Londra gli scienziati della Royal society chiedono nuove 
indagini sui militari in Iraq e nei Balcani 
Angelo. Mastrandrea

No, non è vero che l'uranio impoverito non è poi così pericoloso, e 
che comunque non c'è alcun nesso certo tra le malattie contratte 
dai veterani delle guerre nel Golfo e nei Balcani e l'esposizione alle 
radiazioni a bassa intensità effetto dei bombardamenti con missili e 
proiettili al Du. Anzi. L'uranio impoverito è pericoloso, anche se 
solo un numero ridotto di soldati (inglesi) è stato contaminato, e 
per quei pochi il rischio di contrarre un tumore ai polmoni è doppio 
rispetto al normale. E' la conclusione a cui sono giunti un gruppo di 
scienziati indipendenti della prestigiosa Accademia britannica delle 
scienze.
Gli esperti, incaricati di indagare sugli effetti delle armi all'uranio, 
chiedono ai governi nuove ricerche, perché i dati sulle radiazioni 
nelle zone colpite sono ancora insufficienti, così come la quantità 
di radiazioni assorbite dai militari. "I governi che decidono di usare 
armi all'uranio impoverito hanno il dovere di capire i possibili rischi 
per la salute dei loro soldati", ha detto il portavoce della Royal 
society, il professor Brian Spratt.
Numerosi veterani inglesi della Guerra del Golfo si sono ammalati, 
e se fosse accertato il nesso tra le malattie e l'esposizione alle 
radiazioni si aprirebbe la strada a risarcimenti milionari. Ma, 
paradossalmente, la "causa di servizio" potrebbe essere 
riconosciuta ai militari anche in caso contrario. Una commissione 
parlamentare francese incaricata della questione dei risarcimenti 
ha infatti già affermato che va rimborsato qualsiasi militare 
ammalato, anche se non è accertabile il nesso con l'uranio 
impoverito. E questo potrebbe costituire un precedente importante 
anche nel resto dei paesi Nato. La stessa cosa potrebbe accadere 
in Italia, dove la commissione istituita dal ministero della Difesa e 
guidata dall'ematologo Franco Mandelli ha già escluso il nesso tra 
le malattie e l'uranio, e affermato che non c'è una particolare 
significatività statistica delle malattie.
Secondo gli esperti della Royal academy, invece, le probabilità di 
ammalarsi di leucemia o di altre forme di cancro sono più basse. 
Comunque, secondo il rapporto pubblicato ieri i militari andrebbero 
tenuti sotto controllo per anni, perché gli effetti delle radiazioni 
potrebbero manifestarsi anche dopo molto tempo.
Entro la fine dell'anno, inoltre, dovrebbe essere pubblicato, dagli 
stessi esperti, un altro dossier sulla tossicità chimica dell'uranio 
impoverito e sul suo impatto ambientale nel lungo periodo. 

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francesco iannuzzelli   francesco at href.org
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