Assemblea CONTRO LA NATO - la posizione di PeaceLink




Vi inviamo nuovamente l'invito per l'assemblea contro la Nato che si terrà il 22 aprile a Roma. Saremmo felici se poteste partecipare e in tal caso se ce lo comunicherete, in modo da avere un'idea delle partecipazioni. In particolare sono invitati comitati, gruppi pacifisti ecc. per discutere delle iniziative possibili.


Un abbraccio, Piero Maestri


Purtroppo non potremo essere presenti all'iniziativa del 22 aprile.

Dopo una consultazione democratica dentro PeaceLink e dopo aver sentito i vari pareri abbiamo tuttavia deciso di fornire ugualmente la nostra adesione alla iniziativa.

E' pero' un'adesione condizionata ad alcune discriminanti che riassumiamo cosi' come sono emerse nel nostro dibattito interno: - la nostra scelta e' nonviolenta e chiediamo esplicitamente che chi si schiera contro la guerra adotti un coerente comportamento che escluda la violenza in ogni propria manifestazione; - la nostra critica alla Nato non nasce da un essere "contro" la Nato ma dall'essere "per" il rispetto della Costituzione Italiana e della Carta dell'Onu (assi fondanti dello statuto di PeaceLink); - la nostra azione e' contro guerre come quella del Kossovo in quanto apertamente illegali sia per il diritto nazionale sia per il diritto internazionale.

In altri termini esprimiamo la nostra critica alla Nato in nome della cultura della legalita' e della pace.
Siamo fortemente impegnati "per" costruire una societa' di pace.
Il nostro essere pacifisti si esprime principalmente attraverso opzioni "per" e secondariamente attraverso opzioni "contro". Diamo la precedenza a cio' che di positivo puo' unire gli uomini.

Sappiamo che questi concetti sono condivisi da una larga parte delle persone di buona volonta', di buon senso e dotate di onesta' intellettuale. Pertanto riteniamo che tale impostazione possa essere efficace ad aggregare un consenso piu' ampio, tale da "disarmare" le critiche di chi ci vorrebbe arroccati in un pacifismo minoritario e pregiudizialmente "antiamericano".

Ovviamente non rinunciamo a esprimere critiche e riteniamo che la Nato stia diventando un dogma, una fede militare a cui inchinarsi senza discutere. Pena l'esclusione dal governo e da ogni posto che conta.

Che fare?

L'azione che come PeaceLink abbiamo condotto sui porti nucleari, con il dossier sugli armamenti e sull'uranio impoverito, rilancia l'idea di una rete orizzontale di soggetti che lavori coordinata su due o tre questioni pratiche per mettere in discussione aspetti chiave del dominio Nato, ossia di una presenza che in alcuni casi espropria con assoluta evidenza i cittadini del potere di controllo democratico e dalla stessa tutela della vita, della salute e della sicurezza collettiva. Un incidente nucleare "per errore" in un porto cosa sarebbe se non questo?

Per rendere efficace l'azione occorre pero' affinare le competenze e agire con una "professionalita'" non inferiore a quella dei vertici militari Nato. Parliamo di una professionalita' nonviolenta basata sull'informazione e sulla realizzazione di efficaci campagne che conquistino la maggioranza o comunque una fetta considerevole dell'opinione pubblica, come e' avvenuto per la campagna antimine, che ha spaccato a meta' la Nato e ha messo in minoranza il Pentagono.

Ad esempio la nostra campagna per conoscere i piani di emergenza nucleare e' stata condivisa e appoggiata nel Consiglio Comunale di Taranto da tutti i partiti. Ovviamente non occorre cadere in ingenuita' e sappiamo bene che dietro la facciata c'e' altro. Ma intanto si e' ottenuto il risultato di mettere su Internet - ricorrendo ad una procedura assolutamente legale (l'applicazione del decreto legislativo 230/95) - un piano di emergenza nucleare che era considerato non divulgabile dalla Nato e dalla Marina Militare.

Infine come Peacelink poniamo il problema delle nuove norme sull'editoria che rischiano - applicate ad uno strumento libero come Internet e non assimilabile alla stampa - di colpire la rete dell'interscambio alternativo delle informazioni, risorsa indispensabile per la mobilitazione contro la guerra e la sua cultura nefasta. Non sembri una nota stonata, ma prepariamoci a parare colpi bassi: il controllo di Internet e' una questione vitale in quella "guerra delle informazioni" che la Nato non vuole perdere, neppure in rete.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink