gli elicotteri turchi - aggiornamento



E' prevista per i prossimi giorni la decisione del governo turco sulla 
commessa di 145 elicotteri da combattimento.
Si tratta di un affare da 4,5 miliardi di dollari, che vede in corsa la 
statunitense Bell, l'italiana Augusta e la russa Kamov, e che sta 
scatenando molteplici interessi per l'importanza economica e 
politica della faccenda.

E' noto come la Turchia sia uno dei paesi dove vengono violati piu' 
drammaticamente i diritti umani, soprattutto verso la minoranza 
curda. Come non pensare che anche questi elicotteri verranno 
usati soprattutto per bombardare i villaggi del Kurdistan, 
nonostante il governo turco affermi che il loro acquisto si rende 
necessario per "difendersi militarmente dai pericolosi stati vicini".
La legge degli Stati Uniti prevede che il congresso possa bocciare 
una vendita di armi ad uno stato estero se questo stato non 
soddisfa dei requisiti di rispetto dei diritti umani; in realta' questa 
legge serve per proteggere il know-how delle industrie belliche 
americane ed evitare che venga ceduto a paesi che non sono degli 
alleati sicuri. Infatti, nonostante in passato la Turchia abbia gia' 
acquistato 9 elicotteri della Bell, proprio nel 1995 fu bloccata la 
vendita di altri 10 elicotteri americani.

Ecco quindi che l'italiana Augusta vede incrementare le sue 
possibilita', nonostante i rapporti tra Italia e Turchia non siano dei 
migliori e nonostante l'Italia stessa dovrebbe rispettare vincoli 
legislativi in merito alla vendita di armi. Ma in Italia non e' previsto 
un voto parlamentare in merito, e comunque la legge lascia piu' 
buchi che vincoli. L'Augusta in realta' rischia di perdere la 
commessa piu' per il fatto che alcuni componenti del suo elicottero 
A-129 sono importati dagli Stati Uniti, e quindi soggetti agli stessi 
vincoli della Bell, anche se e' palese che per il congresso 
americano sarebbe meno scandaloso acconsentire all'esportazione 
di alcuni componenti riutilizzati da un costruttore italiano, piuttosto 
che dare il consenso ad una vendita diretta alla Turchia.

L'ultimo concorrente, la russa Kamov, considerata con pochissime 
possibilita' perche' un eventuale commessa verrebbe vista come un 
pugno in un occhio dalla Nato di cui la Turchia fa parte, ha 
recentemente guadagnato maggiori possibilita' per 
l'intermediazione di Israele, accompagnata da forti pressioni 
politiche da parte di Putin stesso.

La decisione, come dicevamo, verra' presa nei prossimi giorni, 
occhi aperti perche' in ogni caso, ma soprattutto nel caso che sia 
l'italiana Augusta ad aggiudicarsi l'appalto, occorrera' informare e 
mobilitarsi contro questo ennesimo sporco affare di commercio di 
armi.

ciao
francesco






francesco iannuzzelli   francesco at dialogo.org
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(A. de Saint-Exupery)