(Fwd) Le armi genetiche



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Date sent:      	Sat, 27 May 2000 15:11:16 +0200
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LE ARMI GENETICHE
La minaccia rivolta all'ambiente del rilascio di 
organismi trattati geneticamente sembra essere 
accentrata, in modo forse drammatico,dall'uso 
delle nuove tecniche genetiche nella 
progettazione di agenti di una guerra 
batteriologica. Le conquiste ottenute nelle 
tecnologie di ingegneria genetica hanno 
rinnovato l'interesse militare per le armi 
biologiche ed hanno generato una grande 
preoccupazione riguardo l'accidentale o 
volontaria liberazione di pericolosi virus, 
batteri e funghi manipolati geneticamente che 
potrebbero diffondere un inquinamento genetico 
in tutto il mondo, creando una mortale pandemia 
che potrebbe distruggere su vasta scala le 
piante, gli animali e la vita umana. L'attuale 
ricerca in biotecnologia va di pari passo con le 
prime ricerche in campo nucleare degli anni '40 
e '50. La banca dati che si e' sviluppata nella 
tecnologia nucleare era applicabile sia per 
scopi militari sia per scopi industriali. Allo 
stesso modo, la banca data che si e' sviluppata 
per l'ingegneria genetica commerciale nel campo 
dell'agricoltura, dell'allevamento degli animali 
e della medicina e' potenzialmente convertibile 
nelle sviluppo di una vasta serie di nuovi 
agenti patogeni che possono attaccare le piante, 
gli animali e le popolazioni umane. La guerra 
biologica implica l'uso di organismi viventi per 
scopi militari. Le armi biologiche possono 
essere virali, batteriche, basate sui funghi, e 
sui protozoi. Gli agenti biologiche possono 
mutarsi, riprodursi, moltiplicarsi e diffondersi 
su una vasta zona geografica attraverso il vento 
e l'acqua grazie a trasmissione da parte degli 
animali, dell'uomo e degli insetti. Una volta 
rilasciati, molti degli agenti patogeni 
biologici sono in grado di sviluppare nicchie 
vitali e di mantenersi indefinitamente 
nell'ambiente. Gli agenti biologici 
convenzionali comprendono (la peste) Yersina 
pestis, tularemia, febbre della Rift Villey (la 
febbre Q) Coxiella burnetii, encefalite equina, 
carbonchio e varicella. Le armi biologiche non 
sono mai state usate su larga scala, a causa dei 
costi e dei pericoli che implicano il 
trattamento e lo stoccaggio di processare grandi 
volumi di materiali tossici e a causa della 
difficolta' di indirizzare la disseminazione 
degli agenti biologici. Tuttavia, passi avanti 
compiuti nel campo delle tecniche di ingegneria 
genetica durante gli ultimi diecianni, hanno per 
la prima volta reso possibile la guerra 
biologica. In un rapporto datato maggio '86, 
presentato alla Committee on Appropriation della 
Camera dei deputati degli Stati Uniti, il 
Dipartimento americano della difesa (Dod) 
sottolineo' che il DNA ricombinante e le altre 
tecniche di ingegneria genetica stanno 
definitivamente rendendo la guerra biologica una 
reale alternativa militare. Gli ingegneri 
genetici stanno clonando quantita' finora 
impensabili di agenti patogeni "tradizionali". 
Questa tecnologia puo' inoltre essere usata per 
creare nuovi patogeni mai visti prima d'ora. 
Secondo quanto affermato nelrapporto:

... le conquiste fatte nel campo della 
biotecnologia permettono l'elaborazione di una 
estesa varieta' di "nuovi" materiali che possono 
essere usati in una guerra biologica... I nuovi 
agenti rappresentano la capacita' appena 
scoperta di modificare, migliorare o produrre 
grandi quantita' di materiali naturali o di 
organismi che in passato erano considerati di 
nessuna importanza militare a causa di problemi 
quali la disponibilita', la stabilita', il 
potere infettivo e la riproducibilita'. Il 
rapporto prosegue cosi': Potenti tossine che 
fino a ora erano disponibili solo in piccole 
quantita', e solo grazie all'estrazione delle 
stesse da immense quantita' di materiali 
biologici, adesso possono essere preparate in 
quantita' industriali dopo un periodo di 
sviluppo relativamente breve. Questo processo 
consiste nell'identificazione dei geni che 
codificano per la molecola desiderata e nel 
trasferimento della sequenza in un microrganismo 
ricevente, e che in tal modo acquista la 
capacita' di produrre la sostanza. L'organismo 
ricombinante potrebbe quindi essere coltivato e 
fatto crescere in qualsiasi scala desiderata... 
Composti che precedentemente erano disponibili 
solo in quantita' minime in questo modo 
diventano disponibili in grandi quantita' e a 
costi notevolmente bassi.

Con la tecnologia del DNA ricombinante, e' ora 
possibile sviluppare <<una varieta' pressoche' 
infinita di cio' che potrebbe essere definito 
come "agente modellante">>. Il rapporto del Dod 
conclude con l'affermazione che i nuovi sviluppi 
nelle tecnologie dell'ingegneria genetica 
permettono "il rapido sfruttamento delle risorse 
della natura per scopi di guerra biologica in 
modi che non erano immaginabili 10 o 15 anni 
fa". Nell'agosto del 1986, Douglas J. Feith, 
allora segretario delegato della Difesa, 
sottolineo' che era praticamente impossibile 
difendersi da questa nuova abilita' di 
manipolare geneticamente gli agenti della guerra 
biologica.

Adesso e' possibile sintetizzare agenti per la 
guerra biologica confezionati apposta per scopi 
militari. La tecnologia che rende possibile il 
cosiddetto "design dei farmaci", rende inoltre 
possibile modellare i tali agenti... 

[Sta per diventare] piuttosto semplice produrre 
nuovi agenti, ma resta un problema di trovare 
degli antidoti. I nuovi agenti possono essere 
prodotti in poche ore; gli antidoti possono 
richiedere anni. Per misurare la grandezza del 
problema degli antidoti, bisogna tenere conto 
dei molti anni e dei milioni di dollari che sono 
stati investiti, finora senza successo, nel 
tentativo di sviluppare dei mezzi per opporsi ad 
un singolo agente biologico al di fuori del 
campo della guerra biologica, il virus del Aids. 
Un investimento cosi' ingente sorpassa 
largamente le risorse disponibili per la 
predisposizione di misura di difesa nei 
confronti della guerra biologica.

Le armi "modellanti" al Dna ricombinante possono 
essere create in molti modi. Le nuove tecnologie 
possono essere usate per programmare geni in 
microrganismi infettivi allo scopo di aumentarne 
la residenza agli antibiotici, la violenza e la 
stabilita' ambientale. E' possibile inserire 
geni letali in microrganismi innocui, ottenendo 
come risultato degli agenti biologici che non 
vengono riconosciuti come pericolosi dal corpo 
umano che, di conseguenza non sviluppa alcuna 
risposta. E' inoltre possibile inserire geni in 
organismi che colpiscono le funzioni che 
controllano l'umore, il comportamento, lo stato 
mentale e la temperatura corporea. Gli 
scienziati affermano di essere in grado di 
clonare specifiche tossine per eliminare gruppi 
etnici o razze specifiche il cui costrutto 
genotipico predispone a certe malattie. 
L'ingegneria genetica puo' anche essere usata 
per distruggere specie o ceppi specifici di 
piante coltivate o di animali domestici, se lo 
scopo e' quello di paralizzare l'economia di un 
Paese. Le nuove tecnologie dell'ingegneria 
genetica contemplano una versatile forma di 
armamenti che possono essere usati per un'ampia 
varieta' di scopi militari, dal terrorismo alle 
operazioni controinsurrezionali fino a guerre su 
larga scala per distruggere intere popolazioni. 
A differenza delle tecnologie nucleari, 
l'ingegneria genetica puo' essere prodotta e 
sviluppata a buon mercato, richiede una minore 
abilita' scientifica e puo' essere 
effettivamente impiegata in molti e diversi 
settori. Molti governi sostengono che il loro 
lavoro incentrato sulla guerra biologica ha uno 
scopo solamente difensivo. Tuttavia e' 
largamente risaputo che e' di fatto impossibile 
distinguere tra ricerca di difesa e ricerca di 
attacco. Scrivendo sull'edizione del novembre 
'93 del "Bulletin of the Atomic Scientists" 
Robert L.Sinsheimer, un rinomato biofisico di 
Universita' della California a Santa Cruz, 
osservo' che, a causa della natura di questa 
particolare categoria di sperimentazioni, non 
esiste una via adeguata per distinguere 
propriamente gli usi pacifici dagli usi militari 
delle tossine letali. Uno studio molto 
approfondito del International Peace Research 
Institut di Stoccolma concorda con la stima di 
Sinsheimer sulle guerre chimiche e biologiche, 
concludendo che "alcune comuni forme di 
produzione di vaccini sono tecnicamente molto 
vicine alla produzione di agenti delle armi 
biologiche, offrendo cosi' facili opportunita' 
di conversione". R. Gold Stein, gia' professore 
di microbiologia alla facolta' di Medicina di 
Hardvard, riassume la natura degli 
esperimentiche vengono attualmente condotti dal 
dipartimento della Difesa. Sotto il vessillo 
degli scopi difensivi, il Dod:

Puo' giustificare il fatto di lavorare con gli 
agenti piu' patogeni al mondo, producendo ceppi 
alterati e molto piu' virulenti, producendo 
vaccini per proteggere le proprie truppe contro 
tali agenti... e allo stesso tempo sviluppando 
sistemi di diffusione fino a quando non si sia 
in grado di difendersi contro qualsiasi forma di 
diffusione come questa. Cosi', quello che il Dod 
si ritrova, alla fine, e' un nuovo sistema 
diarmi biologiche, un organismo virulento, un 
vaccino contro di esso ed il suo sistema di 
diffusione. Come e' facile intuire, esiste una 
linea molto sottile, fra un tale sistema di 
difesa (permesso dalle convenzioni) e un vero e 
proprio sistema (proibito) di attacco.

L'amministrazione Reagan mostro' un crescente 
interesse per gli agenti virali manipolati della 
guerra biologica e per quello che veniva 
percepito come un "gap genetico". Nell'autunno 
del '94 il segretario alla Difesa C.Weinberger 
disse ai membri del Congresso di avere "nuove 
prove che l'Unione Sovietica aveva mantenuto i 
propri programmi di guerra biologica di attacco 
e che stava esplorando l'ingegneria genetica al 
fine di espandere il suo programma". Weinberger 
prosegui' avvertendo il Congresso che "era 
essenziale e urgente sviluppare e rilanciare 
un'adeguata protezione biologica alle tossine". 
Convinto del fatto che i russi stessero violando 
la convenzione delle armi biologiche e 
allargando di fatto "il gap genetico" fra 
l'allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti 
(attraverso il varo di una ricerca e di un 
programma di sviluppo negli armamenti genetici) 
il Dod annuncio' l'intenzione di rispondere con 
un ambizioso programma "difensivo". Sotto la 
voce "ricerca a scopo di difesa" negli anni '80 
il Dipartimento Americano della Difesa varo' un 
importante programma di ricerca e sviluppo. Nel 
'81, il bilancio del Pentagono per la ricerca 
sulla guerra biologica "difensiva" era di soli 
15,1 milioni di dollari. Dal '86, il bilancio 
del Dod crebbe fino a 90 milioni di dollari. 
Vari settori delle forze armate lavorano con i 
maggiori agenti patogeni al mondo, dalle 
malattie esotiche virali, come febbri 
emorragiche, ai virus appena scoperti, come 
l'Aids. Il Dipartimento della Difesa afferma che 
la maggior parte del lavoro non e' "riservato" e 
si prefigge di fornire le forze militari di 
appropriate protezioni di difesa sotto forma di 
vaccini e di antidoti. Molti osservatori 
militari non sono ottimisti circa la prospettiva 
di tenere la rivoluzione genetica lontano dalle 
mani dei "signori della guerra". Come arma di 
distruzione di massa, essa compete con gli 
armamenti nucleari e puo' essere sviluppata ad 
un costo minore. Questi due fattori, da soli, 
rendono la tecnologia genetica l'arma ideale del 
futuro. La recente rivelazione che l'Irak aveva 
raccolto enormi quantita' di agenti 
batteriologici e si stava preparando ad usarli 
nella guerra del Golfo Persico, ha rinnovato gli 
interessi del Pentagono nella ricerca volta alla 
difesa, al fine di opporsi alla prospettiva di 
una sempre piu' vertiginosa corsa alle armi 
biologiche. Nel caso dell'Irak, il governo di 
Saddam Hussein aveva preparato quello che viene 
definito il "grande livellatore", un arsenale di 
25 testate di missili contenenti piu' di 5.000 
kg di agenti biologici, inclusi la letale 
tossina botulinica e i germi del carbonchio. Un 
ulteriore quantita' di 15.000 kg di agenti 
batterici fu collocata in bombe che sarebbero 
state lanciate dagli aerei militari. Se gli 
agenti della guerra batteriologica fossero stati 
dispiegati, i risultati sarebbero stati 
catastrofici come quelli di Nagasaki e Hiroshima 
con il lancio della bomba atomica nel '45. Per 
comprendere il senso dei potenziali danni che 
sarebbero stati inflitti, l'arsenale irakeno 
puo' essere valutato grazie allo studio condotto 
nel '93 dal Office of Tecnology Assessment, che 
stabili' che la liberazione di 100kg di spore di 
carbonchio da un aeroplano sulla citta' di 
Washington, avrebbe potuto uccidere piu' di 3000 
persone. I missili Scud irakeni  erano stati 
riempiti con il doppio della quantita' del 
letale carbonchio. Venne riportato, piu' tardi, 
che S.Hussein non scateno' gli agenti della 
guerra batteriologica a causa dell'avvertimento, 
che il segretario di Stato J. Baker gli fece 
pervenire, che ogni tentativo di quel tipo 
sarebbe stato trattato con "misure estreme", il 
che significava il lancio di armi nucleari su 
Baghdad. L'Irak non e' il solo Paese a 
manifestare interesse nello sviluppo di una 
nuova generazione di armi biologiche. In uno 
studio condotto nel '95 la CIA riporto' che 17 
Paesi erano sospettati di ricercare e accumulare 
agenti batteriologici. Le nazioni erano Irak, 
Iran, Libia, Siria, Corea del Nord, Taiwan, 
Israele, Egitto, Vietnam, Laos, Cuba, Bulgaria, 
India, Corea del Sud, Sud Africa, Cina, Russia 
(e, aggiungiamo, noi Usa n.d.r.). Dato che le 
conoscenze sulla manipolazione genetica 
diventano piu' sofisticate e accessibili, e' 
probabile che le future generazioni dovranno 
fare i conti con una nuova corsa mortale alle 
armi biologiche. L'aumento delle sperimentazioni 
sulle armi genetiche condotte nei laboratori di 
tutto il mondo, sia per scopo di attacco sia per 
difesa, aumenta la probabilita' di rilasci 
accidentali. Nessun laboratorio, per quanto 
protetto, e' veramente sicuro. I disastri 
naturali, quali incendi e alluvioni, e le 
violazioni della sicurezza sono sempre possibili 
e, purtroppo, altrettanto inevitabili. Spesso 
anche per colpa di coloro che si mettono a 
lavorare alle nuove armi genetiche allo scopo di 
diffondere paura e caos nella societa' con la 
speranza di vedere esaudite le proprie 
richieste. In questo secolo, la scienza moderna 
ha raggiunto il suo apice con la scissione 
dell'atomo, subito seguita dalla scoperta della 
doppia elica del Dna. La prima scoperta ha 
portato immediatamente allo sviluppo della bomba 
atomica, lasciando l'umanita' riflettere, per la 
prima volta nella storia, sulle prospettive di 
una fine del mondo. Adesso, un sempre maggior 
numero di osservatori militari si sta chiedendo 
se le altre scoperte scientifiche del nostro 
tempo saranno usate in modo simile, portando una 
analoga minaccia alla nostra esistenza come 
specie.

(capitolo tratto da "Il secolo biotech" di J. Rifkin)


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