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05 Ottobre 1999     


GUERRE NUCLEARI
Lo squilibrio del terrore
ANGELO BARACCA (del dipartimento di fisica dell'universita` di Firenze.
Membro dell'Unione scienziati per il disarmo)

E' stato Chernomyrdin a denunciare sul Washington Post il rischio di un
conflitto nucleare. E gli avvenimenti degli ultimi giorni (con i test
missilistici statunitensi e russi) non fanno altro che confermare
quest'ipotesi. Questo rischio diventera` nel futuro piu` concreto che nel
mezzo secolo passato. Il processo di disarmo avviato nei primi anni novanta
si era arenato e non era comunque stato accompagnato da una revisione delle
dottrine nucleari. Stati uniti, Francia e Gran Bretagna contemplano ancora
il "primo uso" e il "lancio su allarme": gli Usa prevedono una risposta
nucleare anche alla minaccia di armi chimiche e biologiche. Delle nuove
minacce nucleari si e` parlato anche nell'VIII convegno internazionale sulla
diffusione delle armi di distruzione di massa, che si e` svolto a
Castiglioncello (Li) dal 23 al 26 settembre.

Il "Nuovo concetto strategico" adottato al vertice Nato del 26 aprile ha
lasciato in sostanza inalterata questa dottrina: le armi nucleari
strategiche rimangono "le supreme garanti della sicurezza", anche se il loro
uso e` visto ora come "estremamente remoto", anziche' "piuttosto remoto".

La guerra nei Balcani ha riportato il rischio nucleare alla ribalta.
L'occidente ha sottovalutato i sentimenti che si sono diffusi in Russia. Con
l'allargamento della Nato, che e` stato la premessa di questo intervento, la
Russia si e` sentita umiliata, assediata, aggredita: "il prossimo obiettivo
saremo noi", hanno pensato a Mosca, e qualcuno ha aggiunto "meglio
affrontare la Nato ora che dopo". Vi e` stato un susseguirsi di
dichiarazioni sull'intenzione, o la necessita`, per la Russia, di rivedere
la propria dottrina strategica e di ripristinare un arsenale nucleare
offensivo ed efficiente.

Il 9 aprile il portavoce della Duma aveva riferito l'ordine di Eltsin di
puntare le testate nucleari sui paesi aggressori della Jugoslavia: la
notizia non fu confermata, ma si accumularono altri indizi preoccupanti.
Dopo il vertice Nato, il ministro della Difesa Igor Sergeyev affermo` che la
Russia avrebbe rivisto la propria dottrina militare, in risposta al "Nuovo
concetto strategico", e che l'eventuale allargamento della Nato ai paesi
baltici avrebbe portato "una seria minaccia, anche militare, alla Russia".

Il 29 aprile il Consiglio di sicurezza russo aveva discusso del mantenimento
delle forze nucleari strategiche al massimo livello, esprimendo l'esigenza
di mantenere e ammodernare l'arsenale nucleare, malgrado le difficolta`
economiche del paese. La scorsa primavera la Russia ha condotto cinque test
nucleari sub-critici (che non violavano quindi i trattati), destinati
all'ammodernamento delle vecchie testate. E' ormai chiaro che la Russia non
ratifichera` il trattato Salt II. Autorevoli esponenti hanno affermato che
la Russia dovrebbe ammettere "il diritto di lanciare un primo colpo
nucleare, o un attacco preventivo".

Il Washington Post (30 aprile) ha poi riportato il progetto di ridispiegare
migliaia di testate tattiche o a corto raggio, che erano state rimosse
unilateralmente nei primi anni '90: W. Potter, direttore del Center for
nonproliferation studies, le ha valutate in 7740. Nel frattempo gli Stati
uniti hanno aumentato gli investimenti, sostituito le vecchie testate con
tipi piu` efficienti e sperimentato in Serbia i piu` moderni bombardieri
strategici e i missili da crociera atti a lanciare testate nucleari.

E la Cia ha lanciato un allarme: "molti paesi potranno disporre di missili
balistici entro l'anno 2015" (Jane's Defence Weekly, 5 maggio).

La Cina potrebbe rivedere le proprie scelte militari, anche alla luce del
riarmo statunitense e russo. Sudafrica, Algeria e Mongolia hanno condannato
la nuova strategia della Nato; l'Egitto ha criticato la forza nucleare
europea, basata sulla "deterrenza concertata", che fornisce a paesi non
nucleari testate e addestramento dagli Stati uniti: la Nato ha risposto che
il controllo effettivo delle testate verrebbe trasferito solo in caso di
guerra, quando il "Trattato di non proliferazione" cesserebbe di valere. Ma
questo tipo di "guerra umanitaria" non e` dichiarato.

Due paesi in possesso di armi nucleari, l'India e il Pakistan, sono in
conflitto (in Kashmir si e` combattuta, la scorsa primavera, una guerra non
dichiarata che ha rischiato di degenerare in conflitto aperto): l'India
aveva gia` confermato l'intenzione di sviluppare una deterrenza nucleare
strategica, mentre il Pakistan ha annunciato l'intenzione di munire la sua
flotta di capacita` nucleare, e ha dichiarato di non escludere l'uso di
nessun tipo di arma. Nel futuro il ricorso all'arma nucleare verra`
considerata un'opportunita` reale.

Quanto ai rischi di lancio per errore, nel 1995 la Russia fermo` negli
ultimi istanti il lancio delle sue testate strategiche. Ma incombe un
rischio concreto, dovuto al "millennium bug" o "Y2K problem" (Year 2000):
vale a dire il fatto che il sistema di datazione con le sole ultime due
cifre dell'anno potra` far confondere il primo gennaio del 2000 con l'anno
1900, rischiando di mandare in tilt i sistemi informatici. Purtroppo la
correzione e` assai complessa e problematica, perche' questo inconveniente
e` celato nei piu` reconditi e inaspettati anfratti sia del software che
dell'hardware, e molte ditte costruttrici sono addirittura scomparse. Il
problema esiste anche per la Russia, e cio` non puo` che aumentare le
preoccupazioni. La cosa piu` saggia sarebbe che Stati uniti e Russia
concordassero di disattivare i rispettivi sistemi di allarme: ma, vista
l'aria che tira, e` molto difficile che cio` possa accadere.


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