Worldwatch Institute, ventesimo secolo record di guerre



Fonte: Notizie Verdi

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Worldwatch Institute, ventesimo secolo record di guerre

Con un bilancio complessivo di 110 milioni di morti, il ventesimo secolo
raggiunge un record: quello del secolo piu' colpito dalle guerre nella
storia dell'uomo. A questo tragico bilancio, si vanno a sommare i danni
all'economia globale dovuti alle spese militari: dal 1960 al 1996 il
commercio mondiale di armi e' stato pari a circa 1.500 miliardi di dollari,
mentre il conto pagare per il nucleare ha raggiunto circa 8mila miliardi di
dollari. A queste spese si vanno a sommare quelle per la ricerca nel settore
militare (124 miliardi nell'88) e quelle per lo smantellamento delle
testate, e per la decontaminazione ambientale. A lanciare l'allarme sulla
drammaticita' dell'impatto a livello globale della guerra sul nostro pianeta
e' un rapporto del ricercatore del Worldwatch Institute, Michael Rennen,
''State of the war''. ''Le armi attuali - avverte Rennen - sono ancora molto
superiori a quanto necessario per distruggere l'intero pianeta''. A fare le
spese della folle corsa agli armamenti sono soprattutto i paesi in via di
sviluppo: ''solo nel periodo compreso tra il 1984 e il 1995 - scrive Rennen
- il mondo in via di sviluppo ha ricevuto circa 15mila carri armati; 34mila
pezzi di artiglieria; 27mila veicoli blindati da trasporto; quasi 1.000 tra
navi da guerra e sommergibili; 4.200 aerei da combattimento; piu' di 3mila
elicotteri; circa 48mila missili e probabilmente milioni di armi di piccolo
calibro''. Lo stock delle armi da guerra leggere in circolazione si
aggirerebbe intorno ai 500 milioni, mentre il numero di stati in grado di
produrle e' aumentato del 25% negli ultimi dieci anni. E, nonostante
politiche per la pace e la sicurezza, nel 1998 il numero complessivo dei
conflitti armati e' salito a 31 (erano 28 nel '96 e 25 nel '97). ''Le armi -
scrive il ministro dell'ambiente Edo Ronchi, nella prefazione al rapporto -
uccidono anche quando non sono impiegate, assorbendo risorse finanziarie,
umane, tecnologiche e scientifiche e sottraendole ad altri impieghi,
contribuendo quindi ad aggravare sottosviluppo e miseria in varie zone del
pianeta''. Secondo Ronchi il saggio di Rennen rappresenta un richiamo a
valutare l'impatto globale che i conflitti armati esercitano sull'economia,
sul territorio e quindi anche sull'ambiente: ''forse una delle carenze piu'
gravi della stessa strategia della Conferenza Mondiale di Rio sullo sviluppo
sostenibile - scrive - e' stata proprio la sottovalutazione dell'incidenza
dei conflitti armati sulla sostenibilita' dello sviluppo''.