ESERCITO DI PROFESSIONISTI



				PAX CHRISTI ITALIA

COMUNICATO STAMPA

657GB

Mentre ci riserviamo di intervenire in maniera organica, progettuale e più
ampia sul tema della leva, del servizio civile e dell’esercito di
professionisti, non possiamo mancare di offrire un contributo al dibattito
suscitato dall’annuncio dell’approvazione del Disegno di Legge con cui il
nostro Governo propone di abolire la leva obbligatoria nel nostro paese.

Esprimiamo forte preoccupazione per la maniera in cui va delineandosi il
dibattito ove spesso non si tengono in alcun conto le finalità con cui
verrebbe impiegato l’esercito di professionisti. In assenza di indicazioni
contrarie e di smentite siamo purtroppo inclini a pensare che lo strumento
dell’esercito professionale costituisca il tassello mancante per la
realizzazione completa del Nuovo Modello di Difesa in cui i compiti del
patrio esercito vengono spostati dalla difesa del territorio a quella degli
interessi collettivi (soprattutto economici) del nostro Pese in qualunque
zona del mondo essi siano posti in crisi. In questo modo i professionisti
di cui si dibatte rischierebbero di trasformarsi in "Rambo" di cui il mondo
che cerca la pace non ha assolutamente bisogno!



Al contrario ci piacerebbe pensare ad un esercito di volontari
opportunamente addestrati ed abilitati ad un ruolo di Polizia
Internazionale, ad un esercito che il nostro Governo abbia il coraggio di
"proporre" al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite perché sotto la
sua egida possa essere adibito a compiti di reale prevenzione, mantenimento
e costruzione della pace nelle zone di crisi del pianeta così come la
stessa Carta delle Nazioni Unite prevede.



Nel contempo non andrebbe abolita la leva obbligatoria ma, in sintonia con
i dettami della Costituzione Italiana e con i pronunciamenti della Corte
Costituzionale, potrebbe essere reso obbligatorio il Servizio Civile come
vera e propria "palestra di solidarietà" per i giovani di ambo i sessi che
potrebbero vivere alcuni mesi dell’anno (otto - dieci?) come insostituibile
opportunità formativa verso i valori del rispetto e della promozione dei
diritti umani che costituiscono il patrimonio universale dell’umanità.



Un progetto di questo tipo renderebbe l’Italia paese leader delle nuove
politiche della difesa che punta al conseguimento della pace in ogni parte
del mondo rinunciando fattivamente a qualunque altra scelta che prepari
altre e più drammatiche esperienze di guerra, cioè di lutto.

							


5 settembre 1999
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