Caso Ocalan, La diplomazia dei mercanti d'armi



fonte: Avvenimenti, 25/07/99
----------------------------

Caso Ocalan, La diplomazia dei mercanti d'armi
Dino Frisullo


La terza grande crisi italo-turca è stata evitata per un pelo. Le premesse
c'erano: a Montecitorio una mozione contro l'esecuzione di Ocalan e per
l'apertura di un fascicolo kurdo all'Onu, da Ankara nuove minacce di
boicottaggio. Secondo la stampa turca, a mediare sarebbero stati gli
esportatori italiani di merci un po' particolari: armi.
Così la mozione ha glissato sulle eventuali sanzioni, sull'asilo a Ocalan e
sul tasto più dolente: l'applicazione immediata della legge che "vieta" di
vendere armi a Paesi che violino la pace o i diritti umani. Dall'altra parte
i Lupi grigi si son limitati a ululare, rinfoderando le velleità di guerra
commerciale e diplomatica.
Un respiro di sollievo nella redazione dell'ufficiale Rivista italiana della
Difesa, che fa da servizio clienti per una bella iniziativa: Idef Turchia
'99, quarta fiera internazionale delle armi, organizzata dalle Forze armate
turche ad Ankara a fine settembre. Proprio quando, nella stessa città, la
Corte d'appello deciderà sulla forca per il leader kurdo. Gli aeroporti
chiusi agli avvocati italiani si apriranno a piazzisti di elicotteri e
carrarmati, per i quali la Turchia in guerra permanente è l'Eldorado.
Quanti sono centocinquantamiliardi di dollari? Tanti. Più dell'intero
commercio mondiale annuo di armi, più del PIL di molti Paesi. È quanto la
Turchia spenderà in nuove armi entro il 2020. E che armi ! 813 elicotteri,
48.564 blindati: le tipiche armi della repressione. Su 947 aerei, ben 120
"addestratori": gli aerei leggeri che mitragliano i villaggi. Tradotti in
italiano, i tre sistemi d'arma si chiamano Àgusta, Oto-Breda e Fiat, Siai
Marchetti. Quest'ultima ha ormai ceduto alla Turchia, con gli ultimi
quaranta velivoli, le tecnologie per farseli da sé. Quanto agli elicotteri e
al blindati, le prime gare si decidono quest'anno: 145 elicotteri d'assalto
e duecento per trasporto truppe (in corsa il Mangusta e l'NH-90 dell'Agusta)
; tremila carrarmati e mille blindati, che fanno gola a Oto-Breda e Fiat.
Piatto ricco. E non è che l'antipasto.
Come denuncia Nicoletta Dentico di "Sdebitarsi", quei soldi pesano sui
cittadini turchi (86 miliardi di dollari di spese d guerra in quindici anni,
quasi pari al debito estero), e sui cittadini d'Europa: la guerra sporca si
finanzia con il traffico sporco di eroina, che passa per 180% per la
Turchia, e deposita ogni anno nelle banche turche e turco-cipriote ben
sessanta miliardi di dollari.
Questo flusso finanziario attribuisce alla Turchia, come costata preoccupato
lo stesso Dipartimento di Stato Usa, il primato mondiale nell'acquisizione
di nuovi sistemi d'arma. Gli ultimi: diecimila missili Eryx e otto
elicotteri Coughar dalla Francia, quattro sottomarini Type 209 e duecento
blindati Fuchs dalla Germania, sette aerei cisterna, undici fregate e
cinquanta elicotteri SH-701 dagli Usa, oltre alla produzione su licenza di
altri trentadue F-16. E dopo le cariche di polizia contro Greenpeace turca,
è sceso il silenzio sull'acquisto degli stessi reattori canadesi Candu che
hanno fornito plutonio militare a India e Pakistan.
Ai giovani italiani e kurdi che presidiavano l'Agusta di Varese, i delegati
hanno rivelato che cinque elicotteri sono pronti a essere trasferiti in
Turchia, camuffati da innocui guardacoste (ma con gli attacchi per missili e
mitragliere). La pacifica occupazione dell'Agusta di Benevento e del
ministero del Commercio estero hanno portato le associazioni al tavolo del
sottosegretario Cabras. 11 quale ha preso atto che gran parte dell'export
sfugge a ogni controllo: proiettili e armi leggere vendute "per diporto",
triangolazioni via Nato o paesi terzi, veicoli "dual use" civili/militari...
E tecnologie: la Turchia ha posseduto la Piaggio di Genova giusto il tempo
di portarsi via il meglio della motoristica.
Ottimo partner l'Italia, sulla strada dell'autonomia tecnologica del sistema
militar-industriale turco. Intanto, anche se Patrizia Toia in parlamento
nega, Human Rights Watch insiste: armi italiane sono state usate contro i
civili.