[Diritti] Di Battista a 'Di martedì' ha fatto 5 affermazioni vere su 5



http://www.agi.it/fact-checking/2017/03/15/news/di_battista_di_martedi_floris_equitalia_bankitalia_fornero-1587868/



Alessandro Di Battista del M5S è stato ospite della trasmissione DiMartedì su La7 peruna lunga intervista. Ha risposto a diverse domande del conduttore Giovanni Floris e dei giornalisti Massimo Giannini e Gianluigi Nuzzi. Abbiamo selezionato alcune tra le sue dichiarazioni più interessanti.

1. E' vero che anche Meloni ha votato per la legge Fornero


"L’unica cosa che hanno toccato sono state le pensioni con quell’infame legge che è la legge Fornero. E quella legge è passata grazie ai voti del PD, grazie ai voti di Forza Italia… La Meloni, che oggi va in giro nelle televisioni a dire “occorre abolire la legge Fornero”, l’ha votata lei".


La prima parte dell’intervista ha riguardato l’operato del governo di Mario Monti, che era l’ospite precedente in studio. A proposito della cosiddetta “legge Fornero”, Di Battista ha ricordato che molti degli attuali oppositori la votarono in Parlamento.

La riforma delle pensioni Fornero è in realtà una parte (l’art. 24del decreto-legge“Salva Italia” del governo Monti, che conteneva parecchie misure diverse. Venne approvato e convertito definitivamente in legge nel dicembre 2011, quando il governo Monti si era insediato da poche settimane.

Alla Camera il 16 dicembre 2011, la conversione in legge del decreto fu votata da 402 deputati: a favore tutti i 199 del PD e quasi tutti quelli del PdL, che solo due anni dopo si sarebbe sciolto per far rinascere Forza Italia. Entrambi i partiti sostenevano il governo Monti. Allora ne faceva parte anche Giorgia Meloni, che votò a favore.

2. E' vero che Berlusconi ha creato Equitalia


"Berlusconi va a dire oggi “bisogna abolire Equitalia”: l’hanno creata loro", ha aggiunto Di Battista subito dopo.


In effetti, il leader di Forza Italia sostiene da parecchio tempo la necessità di abolire Equitalia, che sarà soppressa a partire dal 1° luglio 2017. È vero che l’agenzia di riscossione venne istituita durante il periodo di governo di Berlusconi: precisamente con un decreto-legge della fine del 2005 (DL 30 settembre 2005, n. 203) che stabiliva la creazione di una nuova agenzia denominata “Riscossione S.p.a.”.

Questa nuova agenzia pubblica riformò il sistema precedente, basato su una miriade di enti di riscossione locali, di solito di emanazione bancaria. Cambiò nome nel marzo 2007, durante il governo Prodi, diventando appunto “Equitalia”. Ad ogni modo, Berlusconi non ha mai negato di aver creato l’agenzia di riscossione, ma ha detto di volerla eliminare "dopo aver constatato come si comporta".

3. Sulla corruzione fa bene a non dare numeri precisi

Nella seconda parte dell’intervista, Di Battista è stato incalzato da Massimo Giannini sulle coperture di un’ipotetica manovra finanziaria del Movimento 5 Stelle.


"Noi sappiamo che la corruzione costa moltissimi miliardi in questo paese…", ha detto Di Battista nel corso della sua risposta.


Non ha aggiunto, fortunatamente, che la corruzione costa 60 miliardi l’anno, come ha fatto più volte in passato: si tratta di una stima di nessuna affidabilità che circola dal 2009 ma è molto dura a morire.

Non è vero che il M5S è al 40 per cento, ma non lo dice lui

Durante l’intervista con Di Battista è intervenuto anche Maurizio Costanzo.


Ha detto a Di Battista che "voi siete sempre oltre o intorno il 40 per cento di voti", ma il celebre conduttore ha esagerato parecchio.


sondaggi più recenti danno infatti il Movimento 5 Stelle tra il 27 e il 30 per cento nelle intenzioni di voto nazionali, davanti al PD che sarebbe intorno al 23-28 per cento. Lo stesso Di Battista ha riconosciuto che la cifra di Costanzo era troppo generosa, aggiungendo però che "in Sicilia questi sono i sondaggi".

Nella regione meridionale si voterà quest’anno per le regionali. I sondaggi che circolano sono ancora pochi, ma in effetti ha avuto un certo risalto quello che poneva il M5S al 38 per cento, prima forza davanti ad un eventuale centrodestra unito.

4. Preciso anche sui dividendi di Bankitalia


Di Battista ha citato diverse volte anche la situazione della nostra banca centrale, e in particolare "i dividendi che ogni anno Banca d’Italia elargisce alle banche private che detengono il pacchetto azionario" della banca stessa. 

Se essi venissero eliminati, ha detto l’esponente del M5S, si risparmierebbero "ogni anno 300 o 400 milioni di euro", che invece vengono dati alle banche private da quando venne approvato "quel decreto della ghigliottina".


La questione della proprietà privata della Banca d’Italia è un tema ricorrente nelle dichiarazioni di Alessandro Di Battista. La Banca d’Italia, dal punto di vista giuridico, è un istituto di diritto pubblico, come scritto nel primo articolo del suo statuto e ribaditoanche dalla Cassazione. È però vero che il suo capitale è detenuto per lo più da banche e altri istituti privati, per ragioni storiche. Non è un caso unico al mondo e questo non assicura comunque un “controllo” delle banche private sull’operato di Bankitalia.

La Banca d’Italia ha un bilancio che registra anche guadagni e una piccola parte di essi viene effettivamente girati agli istituti privati che ne detengono le quote. Fino al 2014 l’ammontare era di poche decine di milioni di euro. Con la conversione in legge del “decreto della ghigliottina” che cita Di Battista, alla fine di gennaio del 2014, il valore delle quote è stato rivalutato e anche il massimo teorico che le banche possono ricevere è salito. Nel bilancio del 2015, tale cifra è stata di 340 milioni di euro, mentre lo Stato ha avuto 2,1 miliardi circa.

5. Vero, 120 mila persone se ne vanno (ma non tutti giovani)


Sul finire dell’intervista, Di Battista ha citato poi un altro fenomeno molto conosciuto: l’emigrazione giovanile all’estero. A questo proposito, ha detto che "ogni anno se ne vanno via 120 mila giovani, come gli abitanti di Siracusa e Vicenza".


Nel 2016, ci sono state 115 mila cancellazioni dalle anagrafi di cittadini italiani per trasferimento all’estero, un numero in forte aumento: erano appena 40 mila nel 2010. Ma è ragionevole pensare che non si tratti solo di giovani: secondo i dati elaborati dalRapporto Italiani nel Mondo 2016 della Fondazione Migrantes, tra quanti si sono trasferiti all’estero nel 2015 poco più di un terzo (il 36,7 per cento) era nella fascia d’età 18-34 anni. Non c’è ragione di pensare che le percentuali siano state molto diverse anche nell’anno appena concluso.

Il paragone con Siracusa e Vicenza è comunque fondato, se guardiamo al totale delle emigrazioni: al 1° gennaio 2016 le due città avevano rispettivamente 122.291 e 112.953 abitanti.