[Diritti] Primo Maggio a Torino e Milano. Espropriamo i padroni!



Primo Maggio a Torino e Milano. Espropriamo i padroni!

Il primo maggio spezzone anarchico al corteo da piazza Vittorio.
Appuntamento alle 8.
Dopo la manifestazione torinese saremo a Milano per il Primo Maggio No Expo.
Partenza in auto da corso Palermo 46.

Di seguito il comunicato della Federazione Anarchica Milanese.
1 maggio 2015
“Expropriamo Expo”
Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Milanese invitano le
realtà anarchiche, anarcosindacaliste e libertarie a dare vita, in modo
caratterizzato, comunicativo e ben visibile con bandiere e fazzoletti
anarchici, ad uno spezzone rosso-nero all’interno del corteo “MayDay – No
Expo”.
Per tutt* il concentramento per il corteo è a partire dalle ore 13 in via
Torricelli 19 (sedi del gruppo anarchico “Bruzzi-Malatesta” e della
sezione USI-AIT “Ticinese”) per poi da qui raggiungere la partenza della
MayDay – No Expo” prevista per le ore 14 in piazza XXIV Maggio (900 mt).
Lo spezzone rosso-nero sarà aperto dallo striscione “Expropriamo Expo” con
A cerchiata.

Questo il volantino che verrà distribuito domani in piazza a Torino

Espropriamo i padroni!
Ci raccontano che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo
e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le
favole e pretendono che ci crediamo. Intanto piovono pietre.
Nelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo
e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci
sono migliaia di appartamenti vuoti.

Il governo dice che non ci sono soldi. Mente.
I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano
sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per
ospedali, trasporti locali, scuole.
Non vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono
investire in telecamere e polizia.

Le leggi condannano gli anziani ad una vecchiaia senza dignità, i giovani
alla precarietà a vita. Con il contratto a tutele crescenti Renzi racconta
che i nuovi assunti avranno contratti a tempo indeterminato. Una bella
favola. I padroni per tre anni non pagano contributi e possono licenziarti
a piacere. Se il licenziamento è illegittimo ti danno due soldi e via. La
precarietà cambia solo nome, mentre le ultime tutele – articolo 18 – sono
andate in fumo.

La riforma del lavoro consente ai padroni di licenziare come e quando
vorranno. Alzi la testa, lotti per il salario, la sicurezza sul lavoro,
contro il dispotismo di capi e caporali? Di te non c’è più bisogno, vai
via!
Il lavoro è una roulette russa: i lavori precari, malpagati, pericolosi,
in nero sono diventati la regola.
Si torna indietro e ci dicono che stiamo andando avanti.
La crisi è il pretesto con cui governo e padroni ci ricattano. O fai come
ti dico o affondi. Con queste ricette i padroni si sono arricchiti, i
poveri sono diventati più poveri.

Ci vogliono divisi per poterci meglio comandare e sfruttare.
Soffiano sul fuoco della guerra tra poveri, per mettere i lavoratori
italiani contro quelli immigrati, più ricattabili e quindi più disponibili
ad accettare salari e ritmi e condizioni di lavoro peggiori.
La solidarietà di classe tra stranieri e italiani, la lotta comune contro
le leggi razziste che trasformano in schiavi gli immigrati, mette in
difficoltà i padroni, che quando si tratta di guadagnare, non badano al
colore della pelle ma a quello dei soldi.

A Milano l'Expo mette in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri
miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro
gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate
di cemento.
Un mostro che affama il pianeta, lo desertifica, lo trasforma in una
discarica.
Il suo modello è Eataly, il supermercato MangiaItalia, dove precarietà e
sfruttamento sono la regola.

Chi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi
governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa
barca e elargisce continui regali ai padroni.
I padroni si sentono forti e sono passati all’incasso.
Renzi vuole la fine delle lotta di classe, la resa senza condizioni dei
lavoratori. Non gli serve più la complicità dei sindacati di Stato, cui ha
tagliato distacchi e prebende. I sindacati di base, i più combattivi, sono
stati tagliati fuori dalla rappresentanza, perché non firmano senza
discutere accordi scritti dai padroni e benedetti da Cgil, Cisl e Uil.

C’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole
riprendersi il futuro.
Contro chi lotta si scatenano la polizia e la magistratura. Non si contano
più i procedimenti giudiziari, cariche e pestaggi di polizia.
Sono i No Tav, che resistono all’occupazione militare, allo sperpero di
risorse pubbliche, alla devastazione dell’ambiente. Sono i prigionieri dei
CIE che bruciano le celle  e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non
si rassegnano alla strada ed occupano le case vuote. Sono i lavoratori
vogliono riprendersi un po’ della loro vita.

Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi
politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione,
costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano
efficaci gli scioperi.
Il Primo Maggio non è una festa. E’ giorno di sciopero generale. Come nel
1886 a Chicago, quando la polizia, nel terzo giorno di sciopero, scontri e
picchetti, sparò a chi lottava per le otto ore. Una bomba esplosa il
giorno dopo uccise un poliziotto. Cinque anarchici, scelti tra i più
attivi, vennero condannati a morte. Questa è la radice anarchica e di
classe del Primo Maggio.
Facciamola finita con la schiavitù salariata!
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo
di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.

Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21