[Diritti] ADL 140514- Non credo



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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu

Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894

Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo

Direttore: Andrea Ermano

 

Settimanale in posta elettronica – Zurigo, 14 maggio 2014

   

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IPSE DIXIT

 

Non credo. - «Bisognerebbe a questo punto riscrivere la Costituzione e trovare nuovi equilibri, sapendo che non si può certo farlo utilizzando l'articolo 138 della Costituzione, ma convocando una nuova Assemblea costituente. È questo che avete in mente? Non credo. Voi avete in mente di far mangiare la minestra o far saltare dalla finestra chi non la mangia. Ma questo può concepirlo un Berlusconi o un Grillo, non il Partito democratico. Perciò pensate bene a quel che farete; la fretta è sempre cattiva consigliera.» – Eugenio Scalfari

   

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

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EDITORIALE

Per un’altra Europa

 

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Non date retta ai populisti !

 

Non sarà un referendum pro o contro l’Ue, ma un voto per un’altra Europa. I populisti scodellano sempre la stessa ricetta, che è un capro espiatorio spacciato come l’origine di tutti i mali. Questo non darà mai la soluzione del problema, ma è la miniera dei consensi all’impostazione demagogica che noi socialisti e democratici di tutta Europa dobbiamo sconfiggere.

 

di  Martin Schulz

candidato Socialista e Democratico alla

Presidenza della Commissione Europea

 

Quel che accade nel mare intorno a Lampedusa è terribile! E le istituzioni europee di sicuro si sono mosse in ritardo sull’emergenza immigrazione, e non sempre in modo coordinato.

    Non possiamo più nascondere la testa nella sabbia!

    Ma per evitare altre catastrofi nel Mediterraneo abbiamo bisogno di una vera ed unica politica europea dell’immigrazione, dato che il problema non è solo italiano, ma riguarda tutti. L’obbligo di proteggere chi è perseguitato politicamente va onorato per senso di civiltà.

    D'altro canto, per l'immigrazione bisogna pensare ad un sistema di ingressi programmati, e anche contingentati. Occorre togliere il terreno ai trafficanti di essere umani.

    Il Mediterraneo non può essere trasformato in un cimitero!

    Al di qua del mare dobbiamo operare con politiche all’altezza di un problema di portata storica. Quindi le riforme sono necessarie, indispensabili. E devono affrontare il nodo nel suo insieme è in tutti i suoi aspetti.

    Lasciatemi ricordare che le riforme fatte alcune anni fa dai socialdemocratici tedeschi hanno fatto della Repubblica Federale un paese dotato di una forte rete sociale e un sistema produttivo molto competitivo in Europa (persino troppo in rapporto ad altri stati dell’Unione).

    Mai ci siamo piegati, noi socialisti e democratici, ad "idolatrare" lo spirito neoliberista. Durante la crisi del 2008 abbiamo salvato il welfare in Germania e rinnovato la produzione industriale. Anche l’Italia può ottenere questi risultati.

    Il rifiuto dell’euro è una follia!

    Oggi la gente abbocca alle fandonie populiste sull’euro, ma non si considera che cosa sarebbe nella grande crisi invece successo senza l'euro. Ricordiamolo, in Europa non abbiamo mai avuto un’inflazione tanto bassa. E l’inflazione è la vera tassa che falcidia i redditi da stipendio e pensione.

    Non è l’euro la causa della crisi, ma la mancanza di una guida politica dell'euro e di una vera ed efficace governance economica europea.

    Dobbiamo smuovere perciò un sistema bancario restio ad investire nell’economia reale.

    Abbiamo bisogno di una nuova e diversa Europa, che investa di più nella lotta contro la disoccupazione giovanile. E per farlo occorre cercare – e trovare – risorse per fare crescita e sviluppo.

    Dunque, dobbiamo rafforzare la dimensione sociale e il welfare!

    Ecco la vera posta in gioco alle elezioni europee.

  

            

Assemblea pubblica

 

Sabato 17 maggio alle ore 10:00

incontro sul tema

 

IDEE E PROPOSTE PER

COMBATTERE LE MAFIE

ANCHE AL NORD

 

presso l’Urban Center

in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.


Introduzione: sen. Franco Mirabelli 

(Capogruppo PD in Commissione Antimafia)

 

Partecipano:

Pietro Bussolati (Segretario metropolitano PD Milano),

Marco Granelli (Assessore alla Sicurezza e alla Coesione Sociale del Comune di Milano), 

Nando Dalla Chiesa (Direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano).

 

Conclusioni: 

on. Rosy Bindi (Presidente Commissione Parlamentare Antimafia)

 

Coordina la giornalista 

Ester Castano.

 

Incontro organizzato dal Partito Democratico

Area Metropolitana Milanese

   

 

SPIGOLATURE 

 

Di ritorno dopo

una lunga assenza

 

Chi arriva adesso a Milano potrebbe avere l'impressione di

essere tornato indietro nel tempo, all'epoca di Mani pulite.

 

di Renzo Balmelli 

 

STELLONE. Sui giornali, come se non fossero passati tanti anni, vedrebbe riproposta l'eterna Tangentopoli che non muore mai. Oggi come ieri vi sono coinvolti se non proprio i medesimi attori, comunque i loro cloni, tutti tessitori di un sistema di corruzione, concussione, finanziamenti illeciti e turbativa criminosa degli appalti che mette in ginocchio la società civile. Protezioni altolocate, fughe all'estero di personaggi eccellenti, infiltrazioni mafiose, miliardi sperperati ripropongono la stessa, tragica tela di fondo che nel 1992 suscitò l'indignazione dell'opinione pubblica e ora rischia, nella nuova/vecchia versione, di nuocere gravemente non soltanto alla riuscita di EXPO 2015, ma anche al buon nome del Paese organizzatore, già uscito frastornato da un ventennio nefasto. Nello sconforto, la cosa migliore è affidarsi allo stellone d'Italia, con la speranza che funzioni anche stavolta.

 

ALLARME. A destra non stanno più nella pelle, come i bambini che aspettano Natale. Se il 25 maggio i sondaggi trovassero conferma nelle urne, a Strasburgo si assisterà a una vera e propria invasione dei partiti populisti, dati addirittura al 30%. Secondo un attendibile rapporto inglese, un raggruppamento che comprende formazioni politiche diverse tra loro, ma tenuto insieme dal viscerale collante anti-europeista (Le Pen in Francia, Wilders in Olanda, Farage in Gran Bretagna, Grillo in Italia) si prepara a occupare oltre 200 seggi. Con ogni evidenza, il ribaltamento degli equilibri sarebbe sensibile senza tuttavia pregiudicare la maggioranza a favore dell'integrazione. Tanto meglio. E' però un campanello d'allarme da prendere sul serio in quanto segnala il rafforzamento pure dell'anti-politica, spia evidente di un riflusso preoccupante del peggior nazionalismo, già fonte di tanti guai.

 

FORTINO. Come Berlusconi, il tribuno elvetico Christoph Blocher è campione delle rinascite. Dato più volte per politicamente morto è sempre riuscito a risorgere. Con lui il mito dell'Araba fenice non verrà mai sfatato. Anche il suo ennesimo predellino " made in Switzerland" è stato un colpo di scena mediatico che ha spiazzato il Paese. Il leader nazionalista senza avvertire nemmeno i suoi da un giorno all'altro si è infatti dimesso dal Parlamento, ma lo ha fatto non per togliere il disturbo, come altri auspicavano, bensì per guidare, libero da intralci ed a suon di milioni, la sua personale crociata contro l'odiata Europa. Già promotore di altre iniziative di dubbio gusto, l'ex ministro del governo federale, determinato a dettare l'agenda politica di Berna, vive come un fardello intollerabile quella che considera la " strisciante" adesione della Svizzera all'UE. Nessuno in verità minaccia l'indipendenza della Confederazione, ma il sogno di Blocher è di rinchiuderla in un fortino isolazionista, però senza vie d'uscita.

 

IPOCRISIA. Inutile negarlo: che la prostituzione sia il più vecchio mestiere del mondo è un fatto risaputo tanto da non costituire nemmeno più motivo di scandalo, se non a parole e solo qualche rara volta. Al netto dei falsi moralismi, sarebbe però interessante sapere in quale categoria rientreranno le frontaliere del sesso quando, in ossequio al recente referendum, verranno fissati i contingenti ammessi sul territorio elvetico. A quanto pare la prostituzione trans nazionale è un commercio sempre più fiorente che senza troppe difficoltà attraversa le maglie aperte nella rete di confine, come durante il contrabbando di sigarette. Che poi siano le stesse testate dimostratesi più implacabili nell'avversare la libera circolazione a pubblicare pagine pubblicitarie di offerte a luci rosse di importazione, non fa che evidenziare a che punto arrivi l'ipocrisia di certe forze politiche per raccogliere voti a buon mercato.

 

BARBA. Detto fuor di metafora, fa un po' sorridere il fenomeno Conchita, dal nome della barbuta drag queen austriaca che ha trionfato al concorso Eurovisione della canzone a Copenaghen, sollevando un polverone a non finire. Per carità, in mezzo a tante sciagure ci sta anche questo divertente siparietto, senza farne tuttavia un motivo di psicologia spicciola su libertà, diritti civili e tolleranza. E' stata un'ottima trovata che ha spezzato la rituale monotonia dello spettacolo e nulla più. D'altronde già nei circhi di una volta le donne barbute, vere o finte che fossero, erano motivo di curiosità senza scatenare furori moralistici. Furori che l'artista stesso ha disinnescato sul nascere scegliendo quale pseudonimo la parola "Wurst", che in tedesco significa "non me ne importa niente". Come gli imbonitori di una volta, anche lui, nell'immaginare la sua gag festivaliera, avrà pensato, ma sì, che importa, "venghino signori, venghino che più gente entra, più bestie di vedono".

 

FUGA. Passato attraverso le peggiori infamie, Primo Levi capirà e non ci terrà rancore se prendiamo in prestito le sue parole, divenute patrimonio universale della letteratura, per commentare l'ennesima strage di migranti nel viaggio della speranza verso l'Italia. Con la sua forza evocativa, "Se questo è un uomo" costringe noi e "Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case" a riflettere sulla sorte di chi affronta peripezie indicibili; la sorte di chi "non conosce pace" ed è rimasto disperatamente solo, abbandonato, senza più energia nel corpo e nell'anima per vivere e sognare. La nuova tragedia è l'ennesima dimostrazione che in assenza di una strategia comune e condivisa dall'UE, mettere fine alla morte in mare senza intervenire e risalire alle cause della fuga equivale a una sconfitta per l'intera umanità. Per quanti anni ancora continueremo a chiederci "Considerate se questo è un uomo", se questa è una donna, se questo è un bimbo. Già sono troppi quelli trascorsi. E allora scolpiamole nel cuore, queste parole, come Levi esortava a fare.

 

DILEMMA. Sta per aprirsi la conferenza economica di San Pietroburgo, evento al quale Putin intende dare il massimo risalto, mentre in Ucraina, tra secessioni discutibili e tensioni alle stelle, stiamo assistendo a un giro di carte truccate che non lascia presagire nulla di buono per la tenuta della distensione internazionale. Ma quando a ballare sono i quattrini e la prospettiva di contratti milionari, non ci sono scrupoli che tengano. All'opposto della Casa Bianca, che ha convinto i colossi americani a disertare l'appuntamento, i big dell'economia tedesca, fiutato l'affare, saranno in prima fila alla "Davos russa", ritenuta la risposta del Cremlino al Forum nella località svizzera. Preso tra due fuochi nell'escalation del confronto tra Occidente e Mosca, il governo di Angela Merkel ha scelto di mantenere la neutralità, ma tra gli alleati di Berlino il pragmatismo degli investitori germanici rischia di essere all'origine di un profondo dilemma diplomatico che fa ovviamente il gioco della Russia.

    

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

   

 

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

Erdogan sulla strage in miniera:

Gli incidenti sono fatto normale

 

Mentre prosegue la conta delle vittime dell'esplosione nella miniera di Soma, ormai oltre 230, fanno discutere le parole del premier turco, che già in passato aveva minimizzato episodi simili. Proteste e manifestazioni anche nella capitale

 

Mentre il conto delle vittime del drammatico incidente nella miniera di Soma, in Turchia occidentale, continua ad avanzare (al momento i morti sono 238), nel paese fanno molto discutere le parole pronunciate dal premier turco Recep Tayyip Erdogan, che commentando la tragedia ha affermato che gli incidenti sul lavoro sono un fatto “normale”. “C'è qualcosa in letteratura che si chiama incidente sul lavoro – ha detto il premier in una conferenza stampa sul luogo dell'incidente, come riporta il sito del quotidiano Hurriyet – E' qualcosa che può accadere. Ma le dimensioni di questo incidente ci hanno profondamente colpito”.

    Il premier turco, d'altronde, non è nuovo a simili affermazioni. Nel 2010, come ricorda Hurriyet, Erdogan aveva scatenando una valanga di critiche per aver affermato, dopo un incidente in una miniera, che i minatori erano “morti beatamente” e che la morte è “il destino” di chi fa quel mestiere. Ricordando quelle dichiarazioni, oggi un gruppo di manifestanti ha protestato a Istanbul di fronte alla sede della società che gestisce la miniera di Soma, esibendo cartelli con la scritta “Non sono morti beatamente, questo è un omicidio, non è il destino”.

    Proteste anche a Soma, sul luogo del disastro. Una piccola folla se l'è presa con l'auto del capo del governo, colpita a calci da alcuni manifestanti, precisa l'agenzia Dogan, mentre volavano bottigliette di plastica, accompagnate da grida di "dimissioni". Anche in diverse città del paese oggi ci sono state manifestazioni di protesta.

    Sdegno per la tragedia è stato espresso anche dall'ex presidente del sindacato dei minatori turchi, Maden-is, Cetin Uygur, che ha denunciato insufficienti misure di sicurezza e accusato di 'negligenza' il governo di Ankara e le compagnie minerarie. “L'incidente che abbiamo visto in questa miniera privata è un omicidio sul lavoro del più alto grado. E' il più grave incidente sul lavoro della storia del Paese”, ha aggiunto.

    "Sono profondamente addolorato per la morte di tanti minatori in Turchia. Da parte dell’Ilo, desidero estendere le mie condoglianze alle famiglie colpite da questa tragedia. Siamo con loro in questo momento di dolore". Così in una nota Guy Ryder, il direttore generale dell’agenzia Onu per il lavoro.

    "Il nostro pensiero – aggiunge – va anche ai feriti che, ci auguriamo, riceveranno tutta l’assistenza necessaria. Estendiamo il nostro sostegno a tutte le persone coinvolte nelle operazioni di soccorso. Questa tragedia ci ricorda che la salute e la sicurezza nel lavoro del settore minerario è una questione della massima importanza. L’Ilo è pronta a dare il proprio contributo per assicurare la sicurezza dei lavoratori in linea con le norme internazionali del lavoro per prevenire futuri incidenti".

   

    

Economia

 

Stimoli monetari

o riforme di sistema?

 

Senza presunzione riteniamo che la Bce di Draghi dovrebbe considerare con grande attenzione quanto segue anziché limitarsi a imitare le politiche monetarie della Fed.

 

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

 

“Sono passati più di 5 anni dall’esplosione della crisi finanziaria globale, ma l’economia globale sta ancora lottando per superare la debolezza cronica del dopo crisi”. Una debolezza che si manifesta in tanti modi: trend deludenti della produzione e della produttività; disoccupazione oltre ai livelli pre-crisi; rischi di deflazione; crescita del 30% del debito privato dei settori non finanziari rispetto al Pil; un settore finanziario ancora in riassestamento; i mercati finanziari in crescita e sempre più dipendenti dalle banche centrali; deficit di bilancio crescenti mentre scendono gli introiti fiscali; una politica monetaria che ha raggiunto i suoi limiti.

    Forse è sorprendente, ma tale disanima è di Jaime Caruana, il direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, e non di qualche economista o politico “pessimista” in cerca di sensazioni forti. Questa analisi è condivisa da molti esperti e da istituti economici internazionali che dibattono sull’efficacia della politica monetaria a sostegno della ripresa economica finora applicata in Occidente.

    Di fatto si stanno scontrando due diagnosi contrapposte. Una si basa sulla caduta della domanda (shortfall of demand), l’altra invece sulla recessione provocata dalla crisi dei bilanci (balance sheet recession) dei vari attori economici.

    Nel primo caso, caratterizzato da choc provocati da una domanda negativa, a sua volta alimentata dai meccanismi interni di riduzione del debito e dal credit crunch, la risposta dovrebbe concentrarsi in azioni di stimolo soprattutto monetario all’economia. In tal caso le politiche monetarie accomodanti sarebbero essenziali, anche se potrebbero diventare contro produttive, se protratte nel tempo.

    Nel secondo caso invece si privilegiano le riforme strutturali e la ristrutturazione dei bilanci dissetatati dall’incontrollato boom finanziario favorito dal laissez faire pre-crisi. Si sostiene che la crisi non sarebbe un effetto esogeno bensì l’inevitabile collasso di una bolla finanziaria e speculativa insostenibile. Perciò si dovrebbe anzitutto ripulire i bilanci dai debiti e dai titoli inesigibili. I settori finanziari e anche le borse dovrebbero perciò essere sgonfiati perché l’economia possa riprendere a crescere.

    Tutto ciò è necessario affinché il credito già anemico non venga assorbito dai cicli meramente finanziari invece di arrivare a quelli produttivi. In simili situazioni di recessione, più che l’ammontare del credito, è decisamente più importante la sua destinazione.

    Il secondo approccio conferma con dati alla mano che le crisi bancarie sistemiche si accompagnano con cadute permanenti delle produzioni. Per cui i rimedi presuppongono la riduzione delle posizioni debitorie e la realizzazione delle riforme strutturali del sistema per far si che gli stimoli economici siano mirati al sostegno di nuovi investimenti e di posti di lavoro.

    Recentemente lo stesso FMI ha dovuto prendere atto che le misure di stimolo del quantitative easing non hanno generato un aumento degli investimenti produttivi. Al contrario, dal 2008 al 2013 nei Paesi cosiddetti avanzati vi è stata una riduzione del 2,5% del rapporto tra investimenti e Pil. Il Fondo teme che in molti di questi Paesi un ritorno ai livelli pre-crisi non si vedrà per almeno un quinquennio, tanto che parla addirittura di “stagnazione secolare” soprattutto se “nuovi choc dovessero colpire queste economie o se le politiche non dovessero affrontare come dovuto le cause della crisi”.

    Persino nel Federal Reserve System americano crescono i dubbi sull’efficacia delle politiche finora attuate. Uno studio della Fed di Saint Louis, per esempio, è arrivato addirittura a confrontare le politiche dei Paesi occidentali con quelle realizzate dalla Cina. Le conclusioni sono davvero sorprendenti: lo stimolo monetario delle economie avanzate avrebbe fallito l’obiettivo mentre la politica cinese, basata su misure fiscali e sul credito per lo sviluppo, ha prodotto dei risultati positivi.    

       

 

FONDAZIONE NENNI

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

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Parliamo di socialismo

 

Socialisti di tutti i club, unitevi!

 

Nnuova Tangentopoli con personaggi tutti nuovi, tranne uno o due assai emblematici: Greganti e Frigerio. Il leader più gradito nei sondaggi, dopo Renzi, è Grillo, rivendica la purezza dell’epuratore, ma non può entrare in Parlamento perché interdetto in conseguenza di una grave sanzione penale. La CGIL attacca Renzi, come ai tempi del referendum contro Craxi. Il governo del PD è sostenuto in buona misura da Berlusconi, pluricondannato che si definisce “padre della Patria”. E i? I socialisti se ne stanno divisi e chiusi nei loro circoli “senza porte e finestre”…

 

di Giuseppe Tamburrano

 

L’Italia in coda nella ripresina. 42 per cento di disoccupati giovani. Ottanta euro a chi ha una busta paga . Niente a chi non ha niente.

    Renzi ce l’ha con il Senato “mala bestia”: gli è contro metà del suo gruppo parlamentare alla Camera, ma ha l’appoggio di Berlusconi e può riuscire nell’intento. Secondo il Corriere della Sera i sostenitori del PD sono prevalentemente non ex comunisti ma cattolici praticanti.

    Persona degna di fede mi ha detto che allo stadio Olimpico di Roma in quel funesto sabato più della metà degli spettatori ha fischiato l’Inno nazionale.

    Il nostro Besostri ha sollevato la questione di costituzionalità della legge elettorale europea per la soglia di accesso e il Tribunale di Venezia l’ha giudicata ammissibile. Che cosa succederà se e quando  la Corte Costituzionale accoglierà il ricorso?

    Sono questi dei flash dell’Italia di oggi che formano una immagine.

    Le cose cambieranno in meglio? Me lo auguro, ma non vedo in Renzi – ultima spes – un progetto, un disegno, l’idea di una Italia rispettabile e di italiani, se non orgogliosi, almeno paghi, laboriosi e fiduciosi nell’avvenire morale ed economico del Paese.

    Ma perché chi non ne può più non si incontra e non si unisce?

    Ci sono nel Paese tanti delusi, tanti che vorrebbero le “cose giuste”. Sono isolati nel loro astensionismo, o uniti in associazioni, club che sono monadi senza porte e finestre. Penso ai circoli socialisti gelosi della loro autonomia fino all’incomunicabilità.

    Sono sicuro che se si incontrassero, discutessero, ne verrebbe fuori un movimento che potrebbe dar vita ad un partito del rinnovamento: sono tanti tra gli astensionisti. Manca tra loro, non un rottamatore, ma un ricostruttore, un rifondatore… Turati dove sei?!

 

 

Esilio della ragione (1926): Turati

con Carlo Rosselli, Pertini e Parri.

   

    

La situazione politica

  

Anche la legge elettorale per le Europee

è ora rinviata alla Corte Costituzionale

 

"Una prima parziale vittoria dei nostri ricorsi", ha commentato a caldo l'avvocato Felice Besostri, esponente socialista al quale va anche il merito d'avere trascinato a giudizio il "porcellum" di fronte alla Consulta, nonostante il complice silenzio dell'establishment nazionale.

 

I mass media non hanno dato il rilievo dovuto alla sentenza pronunciata giovedì scorso dal Tribunale di Venezia, che ha rimesso alla Corte Costituzionale la legge con cui in Italia eleggiamo i parlamentari europei.

    In discussione è la legittimità della clausola di sbarramento al 4% soprattutto in quanto gli eletti a Strasburgo non devono garantire alcuna "governabilità", ma l’invio alla Consulta non intacca l'attuale tornata elettorale, afferma Arturo Toppan, Presidente del Tribunale di Venezia, che aveva ricevuto il ricorso un paio di mesi fa. L'atto è stato poi valutato dal giudice della 3/a sezione civile, Maurizio Gianfrida.

    La scelta del rinvio alla Consulta, anziché alla Corte di Giustizia europea, è stato fatto – ha osservato Toppan – anche sulla scorta di un'analoga vicenda avvenuta in Germania. "Una prima parziale vittoria dei nostri ricorsi", ha commentato a caldo l'avvocato Felice Besostri, esponente socialista al quale va anche il merito d'avere trascinato a giudizio il "porcellum" di fronte alla Consulta, nonostante il complice silenzio dell'establishment nazionale.

    Dopo la sentenza veneziana è chiaro che due architravi del nostro sistema elettorale sono l’uno manifestamente incostituzionale ("porcellum") e l’altro di dubbia costituzionalità ("europorcellum"). Il danno per la democrazia italiana non è da poco e il principale responsabile di ciò si chiama Silvio Berlusconi, il quale proprio in queste ore grida invece al "golpe", non per quel che ha combinato lui, ma perché un paio d'anni fa dovette lasciare Palazzo Chigi.

    Golpe? L'ex Cavaliere non può farci dimenticare questo semplice dato storico: che gli investitori del pianeta Terra avevano serie difficoltà nel 2011 ad acquistare Titoli di stato di uno Stato governato al ritmo di bunga bunga e deriso perciò nei cinque continenti. Laddove si sa che un paese come l'Italia deve rifinanziare il proprio debito pubblico, pena l’insolvenza.

    Ma torniamo all'oggi. Anche la legge elettorale europea è ora sub judice. È probabile che verrà abrogata. "Solo un problema di tempi" – ragiona Besostri, rilevando che se il quesito venisse sottoposto alla Corte di Giustizia UE, si parlerebbe di tempi brevi, ma l'esito appare scontato comunque.

    Le norme costituzionali sul diritto di voto sono infatti le stesse nella Costituzione tedesca (art. 38 GG) come in quella italiana (art. 48 Cost.). Perciò le sentenze di Karlsruhe rappresentano un precedente di riferimento anche per la Consulta italiana, che già ne ha fatto uso nella sentenza sul "Porcellum" con gli esiti a tutti noti.

    Tra un po’, dunque, gli italiani saranno più liberi di votare per le liste di loro gradimento, senza dover temere la dispersione del voto, come avverrà invece tra due settimane a causa dello sbarramento del 4%.

    Ma non è tutto. Perché quella assunta dal Tribunale di Venezia è la prima decisione sui ricorsi presentati da Felice Besostri contro l'europorcellum. Oltre che Venezia, sono state interpellate Roma, Napoli, Milano, Cagliari e Trieste. A breve si attende la decisione del Tribunale di Cagliari, chiamato a pronunciarsi sul problema delle minoranze linguistiche, del riequilibrio di genere e della deroga alla raccolta di firme limitata ad alcune le liste "più privilegiate". (AE)

 

 

1924-2014: ATTUALITA’

DI GIACOMO MATTEOTTI

   

MATTEOTTI

A MILANO

 

Sala del Grechetto – Biblioteca Sormani,

Via Francesco Sforza, 7 – Milano

 

dal 5 al 28 giugno 2014

 

In collaborazione con la Biblioteca Sormani – Comune di Milano

Con il  contributo di Fondazione Cariplo

 

La Fondazione Anna Kuliscioff,  in occasione del 90° anniversario del sequestro  e dell’uccisione di Giacomo Matteotti, intende ricordare l’attualità della figura di un uomo che è stato non solo esponente politico di primo piano nella lotta antifascista, ma anche protagonista delle battaglie sociali e della formazione culturale e professionale di un nuovo gruppo dirigente che guidava la progressiva emancipazione del mondo del lavoro.

 

Giovedì 5 giugno 2014 – ore 11

Inaugurazione e Conferenza Stampa

Presentazione del volume: “Giacomo Matteotti – Raccolta di articoli”

Presentazione della raccolta : “Scalarini per Matteotti”

 

Lunedì 9 giugno 2014 -   ore 18

Tavola rotonda: “I Fratelli Rosselli e Matteotti: vittime di un regime”

In collaborazione con Circolo Rosselli e Federazione Italiana Associazioni Partigiane

 

Giovedì 19 Giugno 2014 -ore 17.00

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Tavola rotonda : “1924-2014 : ATTUALITA’ DI GIACOMO MATTEOTTI”

 

Introduzione  :       Walter Galbusera - Presidente Fondazione Kuliscioff

Interventi  :            Prof. Stefano Caretti – Università di Siena

                               Prof. Mauro Canali – Università di Camerino

                               Prof. Ivano Granata – Università di Milano

                               Prof. Maurizio Punzo – Università di Milano

Coordina:               Carlo Tognoli – Fondazione Anna Kuliscioff

 

In tale occasione il Dott. Carlo Nordio – Procuratore Aggiunto della Repubblica a Venezia – presenterà il volume “I processi Matteotti”, pubblicato dalla Fondazione Kuliscioff, di cui ha curato l’introduzione.

 

FONDAZIONE ANNA KULISCIOFF - Fondatore Giulio Polotti - Presidente Valter Galbusera

 

   

Da MondOperaio

http://www.mondoperaio.net/

 

È ancora lì.

 

Vent’anni dopo

 

di Luigi Covatta

 

La corruzione a Milano dev’essere come la fontana di piazza Castello: è ancora lì. Neanch’essa è stata trasferita ad Hammamet, come della fontana aveva detto il protogrillino Paolo Rossi. Evidentemente non bastava condannare Craxi e cancellare il Psi per risolvere il problema.

    Non è bastato, peraltro, neanche cancellare il Pci e la Dc. E questo è un altro aspetto del doppiopesismo mediatico-giudiziario adottato vent’anni fa che merita di essere messo in luce.

    Il problema, allora, non era solo quello dei partiti che si finanziavano illegalmente. Era anche e soprattutto quello delle imprese che si facevano ben volentieri taglieggiare. Per cui oggi a fare notizia non dovrebbe essere il riemergere dei nomi di Greganti, Frigerio e Grillo, ma il riemergere del nome di Maltauro.

    Anche per questo, forse, l’economia italiana, finalmente libera dal giogo dei partiti, in questi vent’anni è rimasta stagnante: perché animata da troppi imprenditori che, avendola già fatta franca una volta, non hanno avuto motivo di cambiare registro. E tanto meglio se i faccendieri d’allora, operando ora in proprio, avevano abbassato i prezzi, come vantava Frigerio coi suoi colleghi: un costo di produzione in meno.

       

            

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

 

Appello per il ‘Classico’

 

di Giorgio Morale

 

vivalascuola di questa settimana è un appello perché non sia smantellato il liceo classico, esempio di una scuola che non sia guidata da criteri aziendalistici e non si riduca a quiz (proprio questa è la settimana dei quiz Invalsi!), ma sia votata all’approfondimento del sapere e all’educazione allo spirito critico:

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/05/05/vivalascuola-171/

 

Una scuola che soffre campagne mediatiche e governative volte a propagandare la facile spendibilità di una formazione scolastica che orienti soprattutto verso “il fare“ e verso una tecnica non sostenuta da un sapere. Una scuola ultimamente penalizzata fra l'altro dalla riduzione di orario per le materie umanistiche e che potrebbe essere ulteriormente penalizzata dalla riduzione di un anno del percorso scolastico della scuola superiore.

    In questa puntata Rossella Sannino riflette sulla funzione formativa dell’istruzione classica, Maria Mantello sull'insegnamento della Filosofia come antidoto al nozionismo e al dogmatismo, Alvaro Belardinelli su chi vuole la morte del "Classico" e perché.

   

    

SOSTIENI FIRENZE

http://www.valdospini.it/

 

La lista di Spini a Firenze

 

La lista di Spini “Sostieni Firenze” ha caratteristiche che, per evidente interesse politico, vanno ben oltre i confini amministrativi della città sull’Arno. Spini stesso ne riassume così il tratto di rinnovmento: “18 uomini e 18 donne. La più giovane, 19 anni, non ha mai votato”.

 

CANDIDATE E CANDIDATI

 

1.       SPINI     VALDO

2.       CASATI   SILVIA

3.       GIORGETTI  SANDRA

4.       PAOLUCCI  GIANLUCA

5.       ANTONI  ANDREA

6.       BIANCHINI  LORENZO

7.       BROGELLI  LEONARDO MASSIMO

8.       CALAMAI  MATILDE

9.       CALCAGNINI  ALESSANDRA

10.    CARRARESI  NADIA con. PRATESI

11.    CHIARINI  MARA con. RAVENNI

12.    CIAPPI  ELENA

13.    CIPOLLI  VALERIO

14.    CRUCCOLINI  EROS

15.    DA ROIT  ANDREA

16.    DEL  LUNGO  LORENZO

17.    DEL PASQUA PAOLA

18.    FELICI  LAURA

19.    FOLLI  MAURIZIO

20.    FRULLI  ANGELICA

21.    GALANTI  MATTEO

22.    GIANNELLINI  VALERIO

23.    MARCONE  FRANCESCO PAOLO (detto PINGUIN)

24.    MARTINI  ANDREA

25.    PARIONA  VERGARAY CELIA HORTENSIA

26.    PICCININI  MARIA  LAURA

27.    PIRONI  ALESSANDRA

28.    POLIZZI  GASPARE

29.    RIZZELLO  ALESSANDRO

30.    ROSSELLI  MONICA FRANCESCA MARIA

31.    SCALABRELLA SARA

32.    SELVI  MAURO

33.    TACCONI  STEFANO

34.    TALIANI  FRANCESCA

35.    TITO VALERIA

36.    VAGAGGINI  ELISABETTA

   

 

La crisi ucraina

Scheda - (2/2)

 

Il gasdotto “ortodosso”

 

Per gentile concessione dell’autore, il prof. Aldo Ferrara, pubblichiamo alcuni stralci tratti dal volume VIRGIN OIL, le insostenibili condotte dell’Eurasia (in press)

 

di Aldo Ferrara

 

Alla realizzazione del progetto strategico energico della Commissione europea si contrappongono gli interessi politici, militari e finanziari della Russia di Putin. Il Cremlino vuole in sostanza conquistare una posizione egemonica in ambito energetico, oltre a esercitare la propria supremazia politica sull’intero scacchiere dell’Asia centrale. Putin è convinto che questa stretta sia essenziale nel controllo egemonico del potere, globalmente considerato sui due fronti in questione.

    Per impedire a Bruxelles l’importazione diretta di gas azero, Mosca ha progettato il South Stream, conduttura dalla portata di 63 miliardi di metri cubi di gas, compartecipata dal monopolista russo, Gazprom, dal colosso italiano ENI, dalle compagnie tedesche e francesi Wintershall ed EDF, dalla greca DEPA e dagli enti energetici nazionali di Montenegro, Slovenia, Serbia e Macedonia, con il supporto strategico-politico della Promos di Bruno Ermolli (con sede a Milano).

    Il «gasdotto ortodosso» (com’è altrimenti noto il South Stream) è concepito per la fornitura di petrolio russo verso l’Europa sud occidentale e balcanica direttamente dalle coste del Mar Nero. Nel contempo consente alla Russia di porre un cordone di embargo relativo a paesi politicamente osteggiati dal Cremlino, come Romania, Polonia, Moldavia e Ucraina, attraverso i quali oggi Mosca esporta in Europa occidentale il suo gas.

    Dunque, oltre ai fini economico-finanziari, il South Stream nasconde, e neanche velatamente, il progetto politico del gas come strumento di pressione, isolamento o concessione da utilizzare per stringere nella morsa del freddo l’eurozona. Impedire, cioè, alla UE la realizzazione del piano di diversificazione delle forniture di gas, e aumentarne la dipendenza  dal gas russo con il trasporto diretto in Europa centro-meridionale di 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

    Questo progetto è antagonizzato dal  Nabucco, sostenuto politicamente dall’Unione europea e dal quartetto di Vysehrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) e progettato per trasportare il gas dall’Azerbaigian direttamente in Europa permettendo così all’Ue di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di oro blu da quelle della Russia.

    Il progetto concorrente al Nabucco, che potrebbe soffiargli il compito di rifornire il Vecchio Continente di gas azero, è il gasdotto Transadriatico, o Tap, infrastruttura progettata per collegare il confine tra Grecia e Turchia all’Italia meridionale attraverso l’Albania.

    La Tap, che è stata individuata ufficialmente dal consorzio Shakh Deniz come alternativa al Nabucco, è compartecipata dalle compagnie norvegese Statoil, dall’elvetica Egl e dalla tedesca EOn, ma, da ultimo, ha suscitato l’interesse anche di Grecia e Italia, sempre più intenzionate a rilevare quote di un progetto da cui potrebbe dipendere la politica Ue di diversificazione delle forniture di gas.

    Austria, Ungheria, Romania, Turchia e Bulgaria con il loro accordo intergovernativo sostengono il gasdotto Nabucco dalla portata di 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno, concepito dalla Commissione europea per trasportare in Europa gas dall’Azerbaigian senza transitare per il territorio russo, né dipendere da condutture controllate da Mosca.

    Nabucco nell’estate del 2012 ha ricevuto il sostegno politico anche di Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Ciò significa che numerosi paesi dell’area centro-europea hanno aderito ai piani energetici, con relativo impegno economico, che l’Ue ha progettato. Una strategia filoeuropea, dal malcelato sapore antirusso.

    La Tap è progettata per veicolare il gas del giacimento azero di Shakh-Deniz – pari a circa 16 miliardi di metri cubi di gas all’anno – dal confine greco-turco alla Puglia attraverso il territorio albanese. Interesse nei confronti del gasdotto Transadriatico è stato espresso dal colosso britannico British Petroleum, e dalla seconda compagnia energetica italiana Enel.

    Nabucco e Tap fanno parte del Corridoio meridionale energetico Ue: un insieme di gasdotti che la Commissione europea ha voluto per fare fronte alle esigenze energetiche in supply alle forniture russe e nordafricane, da cui l’Ue dipende oggi per circa il 50 per cento del suo fabbisogno totale.

    E’ sullo scacchiere europeo che si sono concentrati gli sforzi dei Presidenti americani. Bush ha cercato il petrolio in Iraq e Afghanistan, Obama deve trasferirlo in Europa, condizionandone gli acquisti e i consumi.

    In conclusione, quanto sopra riferito sembra indicare un aumento dell’offerta di greggio e di gas dai gasdotti dell’Eurasia. Tuttavia al momento attuale osserviamo una politica che va nella direzione opposta a quella indicata da Enrico Mattei: cercare il greggio al più conveniente prezzo per rispondere alle esigenze del consumatore italiano.

    L’andamento del greggio negli ultimi anni, tranne episodici ribassi, ha mostrato un costante aumento, malgrado la crisi mondiale dal 2008 in avanti abbia segnalato una minore domanda industriale, proveniente da Cina e India.

    Dunque, il prezzo alla pompa è in costante e progressiva ascesa. Ma, mentre negli anni antecedenti al 2008, la spesa totale era nettamente inferiore alla produzione, secondo il più elementare rapporto di domanda e offerta, oggi le due curve tendono a sovrapporsi. Ciò avviene nel segno di uno squilibrio di mercato per il quale alla variazione della domanda non corrisponde più una spesa equiparata che cresce indipendente dall’altra variabile. E dunque starebbe a significare due fenomeni importanti per il mercato italiano: l’aumento delle accise sui carburanti, parametro quasi fisso, e l’aumento del profitto nell’ambito della filiera, dalla produzione al dettaglio, variabile indipendente e poco controllabile.

 

 

La cartina qui sopra esplicita in forma visiva la politica di accerchiamento sull’Europa che la Russia e i paesi dell’Eurasia stanno esercitando per condizionarne la vita, in termini di consumi quotidiani e di produzione industriale, entrambi dipendenti dal gas. L’Ucraina diventa allora la chiave di volta per poter esplicitare questa politica. Uno snodo vitale attraverso il quale passono gli interessi sopra citati.

 

(2/2 – fine)

 

            

Dalla Casa della Cultura

http://www.casadellacultura.it/

 

Scripta… online

 

Lo avevamo promesso quando abbiamo lanciato la sottoscrizione per superare l’emergenza manutenzione che rischiava di far chiudere per sempre il “Posto delle Idee” della Milano democratica e progressista: non solo una grande storia di libertà non deve finire, ma deve svilupparsi e dare ancora di più! Ci siamo! Ecco la prima grande novità di quest’anno: nascono le Edizioni Casa della Cultura.

    Finalizzate alla sola lettura digitale, così immediata, comoda ed economica, le Edizioni Casa della Cultura cominciano con “prodotto” di grande spessore e qualità: un’intera collana ebook dedicata alle grandi lezioni della nostra Scuola di Cultura Politica. Titoli fondamentali che arricchiranno la tua biblioteca digitale e ti aiuteranno a comprendere e sviluppare criticamente la tua idea sul nostro tempo. Qui sotto trovi i primi quattro disponibili da subito.

    La collana sarà disponibile su tutte le principali piattaforme commerciali, nei corretti formati di lettura per kindle, tablet, ipad, iphone e pc, al prezzo speciale di lancio di € 2,49 a titolo.

    Puoi conoscere i titoli già disponibili e quelli di prossima uscita sul nostro sito, www.casadellacultura.it ed andare direttamente su Amazon, Apple. Kobo e le altre piattaforme per acquistarli.

    Ti ringrazio della tua attenzione, contento di poter condividere con te questa nuova iniziativa, solo la prima delle nuove opportunità che il nostro “Posto delle idee” ha in cantiere per i prossimi mesi.

Un caro saluto e buona lettura!          

Ferruccio Capelli

Direttore Casa della Cultura – Milano

http://www.casadellacultura.it/pagebook.php

   

    

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia :

(ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori

(Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo

(Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

   

    

LETTERA / Segnalazione

 

NUOVE FRONTIERE DI LAICITA’

 

CONVEGNO DI STUDI

I DIRITTI: NUOVE FRONTIERE DI LAICITA’

SABATO 17 MAGGIO 2014 - ore 10.00-18.00

Circolo dei Lettori (Sala Grande)
Via Bogino 9 – Torino

 

PROGRAMMA
Presiede:
Gian Enrico Rusconi
presidente Comitato scienti­fico Centro Calamandrei

 

ore 10

Introduzione

Massimo L. Salvadori
presidente Centro Calamandrei

 

Mattino
Prima sessione: Diritti universali

ore 10,30 - Luigi Ferrajoli, giurista
"Diritti fondamentali e cultura laica"

ore 11,20 Gustavo Zagrebelsky, giurista
"La protezione costituzionale dei diritti"

ore 12,10 Michelangelo Bovero, fi­losofo politico
"La dignità umana: uno sguardo laico”

ore 13 – 15 pausa lavori

 

Pomeriggio

Seconda sessione: Diritti dei più deboli o diritti deboli?

 

ore 15,00 Chiara Saraceno, sociologa
"I diritti delle donne"

ore 15,30 Francesco Bilotta, giurista
"Diritti per le identità discriminate: l’orientamento sessuale LGBT"

ore 16,00 Ferruccio Pastore, studioso migrazioni
"I diritti degli ultimi, nell'età delle migrazioni"

ore 16,30 Stefano Sicardi, giurista
"Diritti e minoranze religiose"

ore 17,00 Valentina Pazé, ­filosofa politica
"Diritti e culture: una questione controversa"

ore 17,30 Carlo Augusto Viano, ­filosofo
"I diritti della vita e della morte: le questioni bioetiche"

       

            

LETTERA / Segnalazione  

 

“Libera Stampa”

 

Il volume, edito dalla Fondazione Pellegrini-Canevascini, raccoglie gli atti del pomeriggio di studio svoltosi alla Casa del Popolo di Bellinzona il 14 settembre 2013, come ricordano Marco Tognola e Saverio Lurati nella parte introduttiva.

    Mare Dignola, con una ricognizione nella stampa ticinese del giugno 1913, evidenzia le reazioni delle varie testate di fronte al neonato foglio socialista: non solo del conservatore Popolo e Libertà e del liberale Il Dovere, ma pure della rivale Aurora e dell’Adula “Organo svizzero di coltura italiana”.

    Pasquale Genasci, profondo conoscitore della storia del Partito socialista e del suo organo di stampa, ne ripercorre sinteticamente la vita durante il “secolo breve”: da settimanale di battaglia a quotidiano, schierato precocemente nel campo antifascista, nonostante i colpi della censura, impegnato nella promozione dei diritti sociali, della cultura e dell’istruzione per tutti.

    Nell’ultima parte della sua riflessione egli evidenzia le difficoltà che porteranno alla chiusura del giornale (1993), collocandole nelle trasformazioni degli organi di comunicazione e nelle novità politiche cantonali durante l’ultimo quarto del Novecento.

    E nel saggio “Una fine annunciata guardata da vicino”, uno specialista attento e sensibile come Enrico Morresi, ci offre uno spaccato delle trasformazioni che la stampa cantonale conosce nel secondo dopoguerra inserendovi, con la chiarezza e la competenza professionale che gli sono abituali, le vicende interne del quotidiano e del socialismo ticinesi.

    Renato Simoni si occupa nei due articoli centrali dei rapporti tra Libera Stampa e la Guerra di Spagna (1936-1939). Egli mette in luce lo straordinario contributo informativo e politico offerto dal foglio socialista sia ai suoi abituali lettori sia ai “combattenti della libertà” sui campi di battaglia, fungendo da ponte tra il fronte antifranchista e quella parte di società civile schierata sin dalla prima ora a sostegno della libertà, al di sopra dei confini nazionali.

    Un feroce scontro che anticipa tragicamente ciò che buona parte del mondo vivrà direttamente, spesso in casa propria, tra il 1939 e il 1945.

 

Renato Simoni, Canton Ticino

 

Sguardi su Libera Stampa a cent'anni dalla nascita (1913-2013) di Mare Dignola, Pasquale Genasci, Renato Simoni ed Enrico Morresi Edizioni Pellegrini Canevascini Bellinzona, 2014

Il volume può essere richiesto alla Fondazione Pellegrini-Canevascini

      

 

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI

EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897

Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo

 

Direttore: Andrea Ermano

Amministratore: Sandro Simonitto

Web: Maurizio Montana

 

L'editrice de L'Avvenire dei lavoratori si regge sull'autofinanziamento. E' parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che dal 18 marzo 1905 opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista".

    L'ADL è un'editrice di emigranti fondata nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera.

    Nato come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte durante la Prima guerra mondiale al movimento pacifista di Zimmerwald; ha ospitato l'Avanti! clandestino (in co-edizione) durante il ventennio fascista; ha garantito durante la Seconda guerra mondiale la stampa e la distribuzione, spesso rischiosa, dei materiali elaborati dal Centro estero socialista di Zurigo.

    Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha condotto una lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana, di chiunque, ovunque.

    Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo nella salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.

        

 

Allegato Rimosso
Allegato Rimosso
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