Libia: in pericolo il processo di democratizzazione



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130814it.html

Libia: in pericolo il processo di democratizzazione
Maggiore spazio e partecipazione di donne e rappresentanti delle minoranze non arabe all'Assemblea Costituente!

Bolzano, Göttingen, 14 agosto 2013

In seguito alle manifestazioni berbere davanti al Congresso Nazionale Libico a Tripoli, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia dal pericolo di una mancata democratizzazione della Libia. Secondo l'APM, il paese potrà superare in modo credibile la politica di forzata arabizzazione imposta dall'ex dittatore Gheddafi solo concedendo alle minoranze non arabe dei Berberi, Tuareg e Toubou un'adeguata partecipazione alla vita politica del paese.

Il basso numero di mandati di rappresentanza concesso dal Parlamento libico alle minoranze per l'Assemblea costituente ha fatto infuriare le minoranze del paese e ha creato i presupposti per la manifestazione del 13 agosto, durante la quale qualche centinaio di manifestanti ha preso d'assalto e devastato il Parlamento di Tripoli. I manifestanti hanno minacciato il boicottaggio delle votazioni per l'Assemblea costituente e scioperi nell'industria petrolifera.

Lo scorso 16 luglio il Congresso Nazionale Libico ha emanato una legge che concede a Berberi (Masiri), Tuareg e Toubou solamente due mandati per gruppo etnico all'interno dell'assemblea costituente. Oltre ai complessivamente sei mandati riservati ai rappresentanti delle minoranze, il Congresso libico ha concesso solo sei mandati anche alle rappresentanti delle donne nonostante queste costituiscano il 49% della popolazione. Alle proteste del Supremo Consiglio dei Masiri, del Supremo Consiglio dei Tuareg e dell'Assemblea Nazionale dei Toubou si sono quindi aggiunte le proteste delle associazioni e organizzazioni femminili del paese. Gli scioperi indetti nel 2012 da Tuareg e Toubou per chiedere un miglioramento delle condizioni di lavoro nell'industria petrolifera avevano bloccato per diversi giorni la produzione di petrolio nel sud della Libia. Ogni giorno di sciopero comporta per la Libia una perdita di entrate fino a 50 milioni di dollari USA.

Secondo l'APM, la stabilità nel paese può essere raggiunta unicamente attraverso una reale democratizzazione e una vera partecipazione di tutte le realtà libiche alla vita del paese. La stabilità libica è importante anche per i paesi europei che in larga parte importano petrolio dal paese nordafricano e che quindi dovrebbero sostenere l'avvio di un vero processo democratico in Libia.

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