[vigilanzademocratica] Fotografare gli autori di abusi di polizia è una forma di controllo popolare!




Teramo 9 febbraio 2013 corteo nazionale - Appello di Davide Rosci
L’appello che voglio rivolgere ai partecipanti della manifestazione è quello di tenere la testa sulle spalle. Purtroppo sabato 9 febbraio avrete di fronte delle persone che hanno più volte dimostrato di avere scarsa competenza nella gestione del l’ordine pubblico e pertanto sarà compito di ognuno di voi far sì che il tutto avvenga nella maniera più serena possibile. Vi chiedo questo perché sarete scortati per le vie di Teramo da coloro che, nonostante un mese di preavviso, non sono stati in grado di garantire lo svolgimento di una manifestazione di soli 900 mt, come originariamente richiesto, e già questo può farvi immaginare chi sarà lì a controllarvi. Se poi aggiungiamo che al posto di creare un clima disteso, le loro idee migliori siano state quelle di contrapporre, stupidamente, un vero e proprio esercito e chiedere di abbassare le saracinesche ai negozianti, creando paure preventive, penso che abbiate compreso chi sono costoro. [leggi tutto]
 
 
 
Vigilanza democratica: l’anonimato è la condizione per l’impunità e l’impunità è l’anticamera dell’arbitrio
Due pesi, due misure, una vergogna. Il 2013 è iniziato in modo inequivocabile, l’8 gennaio sono stati condannati a 6 anni di carcere 6 compagni accusati per gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma. Dopo la condanna uno di loro è stato accusato anche di tentato omicidio (del carabiniere che era alla guida del blindato incendiato in piazza S. Giovanni). E’ proseguito, il giorno dopo, con l’assoluzione di 10 poliziotti accusati per le violenza durante il Global Forum di Napoli, nel marzo 2001 (reati prescritti) e circa una settimana dopo con l’assoluzione (che anche la stampa borghese definisce “incredibile”) dei poliziotti accusati del pestaggio di Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia massacrato e reso invalido al 100% dal VII Reparto Mobile di Bologna nel 2005 alla stazione di Verona durante una trasferta. Nel momento in cui scriviamo, poi, arriva la notizia che tre poliziotti accusati dell’omicidio di Federico Aldrovandi sconteranno i sei mesi di pena residua in carcere. Ergo: poliziotti condannati per omicidio a 3 anni e 6 mesi di cui 3 anni indultati… sconteranno 6 mesi di prigione.


Indignarsi non basta. Non faremo qua l’elenco dei troppi “omicidi di stato” conclamati, a cui si aggiungono le decine di casi “minori” (quelli di abusi in cui la vittima non muore: stupri, pestaggi, soprusi, sequestri, estorsioni…) che non fanno notizia, l’elenco è lunghissimo e doloroso. E quando il dolore delle famiglie delle vittime è diventato coraggio, ricerca della verità, quando si è trasformato da “questione privata” a “questione politica”, quel dolore è diventato il motore di mobilitazione e solidarietà: dalle lacrime alle denunce, dalle denunce alla mobilitazione. Questo è il processo che ha portato alla ribalta l’emergenza democratica (una delle tante forme di emergenza democratica) in corso nel paese. Che si basa sulla combinazione di due aspetti: il senso di impunità che alimenta negli elementi peggiori delle forze dell’ordine l’ardire di “andare oltre il limite” e che alimenta comportamenti arbitrari (rafforzati dallo spirito di corpo); e la tendenza autoritaria e reazionaria verso cui alcuni settori dei vertici della Repubblica Pontificia stanno spingendo il paese. Come promuovono le prove di fascismo (promozione delle organizzazioni neofasciste e razziste e selezione degli uomini e delle forze cui affidare la mobilitazione reazionaria delle masse popolari), promuovono la selezione di agenti, funzionari e dirigenti sulla base della disponibilità a violare la Costituzione e della spregiudicatezza nel farlo (ecco perché in Italia uno come Manganelli ha fatto tanta carriera… ma ci sono gli altri, anche: De Gennaro, Gratteri, ecc.). [leggi tutto]

 
  
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