CIE di Modena. Sciopero della fame e della sete



CIE di Modena. Sciopero della fame e della sete

I reclusi del Centro di Identificazione ed Espulsione di Modena sono in
sciopero della fame e della sete da due giorni. Alla protesta partecipano
tutti i 56 reclusi della struttura.
Il CIE di Modena è l’equivalente di un supercarcere per senza documenti.
Le condizioni di detenzione sono peggiori che altrove, l’isolamento molto
più rigido. Ormai da un paio d’anni anche in altri CIE è stato impedito
agli “ospiti” di tenere i propri telefoni cellulari, a Modena non è mai
stato possibile comunicare con l’esterno se non dietro stretta
sorveglianza dei gestori del Centro, la Misericordia di Giovanardi,
fratello gemello dell’ex ministro del PDL.
Nonostante l’isolamento questa volta le notizie sono filtrate all’esterno.
A scatenare la protesta, durissima e compatta dei prigionieri, l’inganno
messo in atto dalla Questura modenese, che aveva promesso, che, nonostante
il recepimento da parte del governo italiano della direttiva rimpatri,
allo scadere del sesto mese di detenzione, nessuno sarebbe rimasto nel
CIE.
Nei giorni scorsi diversi immigrati sono passati dal giudice di pace che
ha prolungato di altri due mesi il soggiorno forzato a Modena. Chi entra
in un CIE passa sempre dal giudice di pace che, di volta in volta,
aggiunge due mesi a quelli iniziali.
I reclusi sono decisi a resistere finché non otterranno la libertà.

Circolano indiscrezioni su un possibile cambio della guardia nella
gestione della struttura emiliana, poiché la Misericordia che lo ha in
gestione sin dall’apertura, potrebbe non presentarsi per la prossima gara
di appalto. La riduzione del contributo diario per ogni prigioniero
renderebbe meno redditizio l’affare. Secondo le stesse fonti tra i
possibili concorrenti ci sarebbe la francese Gepsa, che un anno fa sarebbe
dovuta subentrare al consorzio Connecting People nella gestione del CIE di
Gradisca d’Isonzo, ma per una serie non troppo chiara di inghippi
amministrativi, di fatto è rimasta fuori.

Per info: http://senzafrontiere.noblogs.org/