CARA di Gradisca. Verso la deportazione di massa a Mineo?



CARA di Gradisca. Verso la deportazione di massa a Mineo?

Venerdì 4 marzo. I segnali ci sono tutti. Ai richiedenti asilo del CARA di
Gradisca sono stati tolti accendini e i telefoni cellulari dotati di
fotocamera o videocamera. Se qualcuno non vuole farsi sequestrare
l’apparecchio i poliziotti rompono l’obiettivo.
Il CARA della cittadina isontina è limitrofo al CIE, ormai inagibile dopo
le rivolte della scorsa settimana, dove tuttavia sono ammassati come
bestie un centinaio immigrati senza carte.
Maroni non vuole mollare ma sa bene che la situazione è diventata
insostenibile.
La via d’uscita per il ministro leghista potrebbe essere proprio il CARA
di Gradisca, prontamente svuotato dei suoi ospiti, e pronto per una rapida
riconversione a CIE. Il Centro per richiedenti asilo può ospitare sino a
150 persone.
Ma non solo. L’accordo per l’utilizzo come CARA del residence Aranci di
Mineo è ormai stato concluso con buona soddisfazione della ditta
Pizzarotti e del governo italiano. Il residence “Aranci”, già utilizzato
dai militari statunitensi di stanza a Sigonella, è già stato riconvertito
da militare e civile. Fonti varie sostengono che a Mineo il nuovo CARA
potrebbe presto aprire i battenti.

Dello stesso avviso gli attivisti della "Tenda per la pace e i Diritti di
Gorizia", che scrivono:
"Al CARA si applicano le stesse regole del CIE. Trasferimenti in vista?
 Il divieto dell'utilizzo e della detenzione di accendini significa
costanti perquisizioni ad ogni ingresso nella struttura nei confronti di
richiedenti asilo che, ricordiamo, secondo la legislazione italiana e le
direttive europee, non possono essere trattenuti in stato detentivo.
Nel “centro di accoglienza”, inoltre, oltre alle perquisizioni di
sigarette e accendini si è inasprito il controllo dei telefoni cellulari
con fotocamere e videocamere. Eventuali proprietari di queste tecnologie
hanno la libertà di scelta fra il sequestro dell'apparecchio o il
danneggiamento dell'obiettivo da parte delle autorità preposte al
controllo. Un bel colpo secco sulla telecamera. Si tratta di modalità
piuttosto strane di dimostrare accoglienza.
Si stanno forse già implementando le prime misure del piano del Ministro
dell'Interno per far fronte all'incremento degli ingressi dal Nord Africa?
Al termine del consiglio dei ministri, Maroni ha annunciato che il
Consiglio ha dato “il via alla realizzazione del Villaggio della
solidarietà a Mineo”, in una struttura privata di proprietà della
Pizzarotti S.p.A.
Secondo il governo italiano, il supercentro di Mineo, farà da “modello di
eccellenza in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo”. Il modello
prevede il trapianto dei richiedenti asilo attualmente ospitati nei Cara e
dunque dislocati in diverse località italiane nella residenza siciliana,
completamente isolata da ogni centro abitato dei dintorni ma attorno alla
quale già si stanno costruendo sistemi di recinzione e di
videosorveglianza..."

Spetterà agli antirazzisti mettersi in mezzo per bloccare le deportazioni.

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