Bologna, Brescia, Torino. Cortei, cariche, arresti



Bologna, Brescia, Torino. Cortei, cariche, arresti

Sabato 13 novembre, Bologna. Diverse migliaia di persone partecipano al
corteo regionale contro la truffa della sanatoria colf e badanti, il
permesso di soggiorno a punti, la Bossi-Fini, i CIE. In testa il
Coordinamento migranti di Bologna, poi i gruppi, associazioni, semplici
cittadini dal resto della regione e anche dal Veneto e dalla vicina
Lombardia. Tante parole e poca musica in un corteo che ha dato voce ai
migranti in lotta contro un sistema che ha “lo scopo di produrre
clandestinità” e, quindi, “persone sfruttabili e ricattabili”. Il lungo
serpente – tanti gli immigrati - ha percorso i viali, ma ha solo sfiorato
il centro vietato alle manifestazioni dal governo della città, grazie ai
poteri speciali concessi da Maroni lo scorso anno.
All’arrivo in piazza XX settembre i manifestanti hanno sostato a lungo,
quando da Brescia sono giunte le notizie di violente cariche di polizia al
corteo antifascista ed antirazzista.
Dai un’occhiata alle foto del corteo bolognese sul sito di Repubblica

Sabato 13 novembre, Brescia. Forza Nuova aveva annunciato da tempo un
corteo in città: all’ultimo i fascisti rinunciano ma gli antifascisti
decidono di fare comunque la propria manifestazione, in solidarietà con i
quattro immigrati che resistono sulla gru di piazza Cesare Battisti dal 30
ottobre, quando decisero di far salire la loro lotta, dopo le cariche e la
demolizione il presidio permanente che, dal 28 settembre, esprimeva la
volontà dei lavoratori immigrati bresciani di rigettare al mittente la
truffa della sanatoria colf e badanti.
Nell’ultima settimana, dopo le violente cariche di lunedì 8 novembre, la
gru è sotto assedio. Due immigrati sono stati indotti a scendere con
lusinghe e minacce. Uno di loro, l’indiano Singh, ha pagato cara la
fiducia in un rappresentante del governo del suo paese: subito arrestato è
stato condannato a sei mesi per “clandestinità” ed è scomparso. Forse in
un CIE, forse deportato.
Il corteo indetto dalla “Rete antifascista bresciana”, aperto dallo
striscione “Fuochi di resistenza” ha sfilato sino alle transenne piazzate
dalla polizia per impedire di avvicinarsi alla gru. Qui è arrivata la
notizia la notizia dell’ennesimo rifiuto alla richiesta di portare cibo e
coperte ai quattro ragazzi lassù da 14 giorni: i manifestanti hanno
provato a spostare le transenne, lanciato slogan e bottiglie contro la
polizia. Il corteo è stato caricato con violenza per ben tre volte:
numerosi i feriti. Cinque compagni sono stati fermati e altri tre
arrestati.
Guarda il video sulle cariche di CTVtube street: si vede chiaramente un
manifestante a terra pestato da quelli dell’antisommossa.

Sabato 13 novembre, Torino. Un gruppetto di una decina di antirazzisti –
solidali con le lotte dei migranti bresciani - fa un giro informativo sui
marciapiedi del quartiere S. Salvario armato di striscione e megafono.
Arrivano tre pattuglie di carabinieri e subito comincia un dialogo a suon
di manganellate. Nonostante le sonore proteste della tanta gente che
assiepa l’angolo tra via Berthollet e piazza Madama Cristina, i militari
pestano duro: cinque compagni vengono portati nella caserma di via Guido
Reni. Una trentina di compagni si raduna lì: in tarda nottata pareva certo
li avessero arrestati tutti.

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