La fecondazione in vitro non ha nulla d'illecito. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                 il Movimento ha preparato questo intervento sul problema della fecondazione in vitro, condannata dal Vaticano;  per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio e anche mutato. Gl'indirizzi:

Romano Pontefice Benedetto XVI, benedictxvi at vatican.va

Card. Tarcisio Bertone, segreteria at sds.va

Card. Angelo Bagnasco,  sicei at chiesacattolica.it

Card. Angelo Scola, postmaster at patriarcato.venezia.it

Card. Dionigi Tettamanzi, info at diocesi.milano.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al Romano Pontefice Benedetto XVI

al Card. Tarcisio Bertone

al Card. Angelo Bagnasco

ai Card. Angelo Scola e Dionigi Tettamanzi

 

La fecondazione in vitro non ha nulla d’illecito

 

In seguito al conferimento del Premio Nobel al Dott. Robert Edwards, che per primo sviluppò con successo la fecondazione in vitro, mentre tutto il mondo si congratulava con lo studioso che aveva aperto la possibilità di vita a quattro milioni di bambini, il vescovo Carrasco, Presidente dell’Accademia per la vita – e con lui altri personaggi del mondo cattolico –  lo attaccavano per aver trasformato un processo naturale in un processo artificiale; per la produzione la manipolazione l’abbandono di embrioni alla distruzione; per ciò che veniva chiamato commercio di ovociti, e utero in affitto.

 

In realtà Carrasco riprendeva le idee esposte nell’Istruzione sul rispetto della vita umana nascente, Congregazione per la dottrina della fede, 1987.

L’errore di questa Istruzione sta nel partire dal principio di natura senza considerare il principio di persona. Pensa che il processo di procreazione debba svolgersi secondo l’iter naturale, obliando che la persona ha un certo dominio su quell’iter, come in genere sulle sue funzioni biologiche, in ordine al suo bene; che perciò lo può in parte trasferire all’esterno, in vitro, affinché possa adempiersi. Con il che non lede nessun principio etico, nessun diritto.

 

Quanto all’embrione, l’Istruzione non tiene in nessun conto la dottrina dei più eminenti teologi: Bernhard Häring, il maggior moralista del ‘900, Karl Rahner, il maggior teologo teoretico; e con essi molti altri. Per i quali l’embrione non può considerarsi persona, principio di diritto, almeno nei primi 14 giorni, prima che inizi la differenziazione delle cellule, quindi il costituirsi di una base differenziata,  una primordiale struttura umana; come base per l’animazione, per lo spirito. Questa dottrina trova una conferma nella scissione gemellare, che avviene tra il 14° e il 17° giorno; e che si pensa non potrebbe avvenire se vi fosse già la persona. Un’altra conferma, da parte della natura stessa, è vista nel fatto che circa la metà degli ovuli fecondati viene spontaneamente eliminata; si pensa che la natura, se la persona già vi fosse, non ne farebbe un tale spreco.

La manipolazione degli embrioni, quindi il congelamento, soprattutto l’accumulo, non è quindi illecito, ma certo richiede saggezza e cautela.

 

La fecondazione eterologa, cioè il prelievo di un gamete da un terzo (o da una banca) per la sterilità di uno dei partner, non ha nulla a che vedere con un commercio; il quale, se interviene, è una disfunzione colpevole, come il commercio delle indulgenze o delle messe.

L’impianto in un utero ospite, per un difetto uterino della madre, è una funzione di amore fraterno, un soccorso ad un urgente bisogno; una funzione certo delicata, e giustamente compensata, da compiersi  con le dovute cautele.

 

L’Istruzione dell’87, di cui si è detto, si afferma come dottrina “immutata e immutabile”: il che è certo un caso di presunzione, di arroganza dottrinale.

Lecce, ottobre 2010

                                                                        Per il Movimento il Responsabile

                                                                                 Prof. Arrigo Colombo

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

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